Il Vaticano è al centro della moda di quest’anno

Gli abiti della Chiesa e come influenzano gli stilisti sono il tema della mostra del Costume Institute di New York, la più prestigiosa di tutte

Un abito della mostra "Heavenly Bodies: Fashion & The Catholic Imagination" al Met, New York, 7 maggio 2018
(Jemal Countess/Getty Images)
Un abito della mostra "Heavenly Bodies: Fashion & The Catholic Imagination" al Met, New York, 7 maggio 2018 (Jemal Countess/Getty Images)

Il Met Gala è uno degli eventi più attesi e sbrilluccicanti della moda internazionale, una grande festa a tema che oscilla tra raffinata eleganza ed esibizionismo trash organizzata per inaugurare la mostra di moda più importante dell’anno: quella del Costume Institute al Metropolitan Museum di New York. Quest’anno la mostra è dedicata all’abbigliamento del Vaticano e della Chiesa, e alle influenze reciproche con la moda secolare: si intitola “Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination“, (Corpi Divini: la moda e l’immaginario cattolico) e sarà aperta al pubblico dal 10 maggio all’8 ottobre.

È la mostra più vasta mai organizzata sia dal Costume Institute che dal Met Museum, occupa 25 gallerie per un totale di oltre 5.500 metri quadrati in due spazi espositivi e raccoglie un totale di 150 abiti completi di accessori: creazioni delle maggiori aziende di moda e circa 40 tra vesti, mantelli, copricapi e tiare prestati dalla sagrestia della cappella Sistina in Vaticano. È il risultato di un lavoro enorme iniziato nel 2016, fatto di molti viaggi tra il Vaticano e NEw York e di una grande opera di convincimento di Andrew Bolton, il curatore del Costume Institute.

Bolton è convinto che l’80 per cento della moda occidentale sia in qualche modo ispirata al gusto cattolico, così come la maggior parte dei grandi stilisti italiani e francesi, e britannici sono cattolici e cresciuti come tali, cosa che si riflette nelle loro creazioni: Gianni e Donatella Versace (sponsor dell’evento), Dolce & Gabbana, Cristóbal Balenciaga, Coco Chanel, Valentino, John Galliano. Bolton ha spiegato che «moda e religione sono intrecciate da tempo, si influenzano e modellano a vicenda. Questa relazione è stata spesso complicata e a volte contestata, ma ha permesso alcune delle creazioni più innovative e originali della storia della moda».

Un abito della collezione “Madonna” di Thierry Mugler in mostra al Met, New York, 7 maggio 2018
(KENA BETANCUR/AFP/Getty Images)

La mostra è stata presentata a Roma nel febbraio 2017 con un intervento del cardinale Gianfranco Ravasi, una sorta di ministro vaticano della Cultura, che ha ricordato che gli abiti sono da sempre fondamentali nella Chiesa per esprimere potere e bellezza. Anche il curatore Bolton ha sottolineato che nel tempo hanno espresso alleanze religiose, messo in rilievo differenze di credo e scale gerarchiche; allo stesso tempo molti indumenti di chierici e ordini religiosi hanno origine nei vestiti secolari.

Il cardinale Gianfranco Ravasi alla presentazione della mostra a Palazzo Colonna a Roma, davanti ad Anna Wintour, direttrice di Vogue America, Donatella Versace e Pier Paolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, 26 febbraio 2018
(AP Photo/Domenico Stinellis)