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  • Mercoledì 18 aprile 2018

Miguel Díaz-Canel è l’unico candidato a nuovo presidente di Cuba

Il parlamento lo ha già votato come successore di Raúl Castro, ma sarà proclamato ufficialmente soltanto giovedì

(STR/AFP/Getty Images)
(STR/AFP/Getty Images)

Mercoledì il parlamento cubano ha votato per eleggere il successore di Raúl Castro come presidente di Cuba: il risultato del voto sarà reso ufficiale soltanto giovedì, ma l’unico candidato era Miguel Díaz-Canel, ingegnere elettronico di 57 anni, che quindi domani sarà formalmente proclamato terzo presidente della storia del paese, il primo a non provenire dalla famiglia Castro.

I 605 membri dell’Assemblea nazionale del potere popolare, il parlamento cubano, hanno votato anche per cambiare i membri del Consiglio di Stato, un organo di 31 membri con poteri legislativi. Anche in questo caso, c’era un solo candidato per ciascun posto del Consiglio.

Castro, che ha 86 anni, aveva annunciato a dicembre che si sarebbe dimesso da presidente il 19 aprile. In realtà si sapeva che si sarebbe dimesso da quando fu rieletto per il suo secondo mandato presidenziale, nel 2013. E da tempo si sapeva anche che il favorito per diventare il suo successore era Díaz-Canel, attuale primo vicepresidente. Raúl Castro, che detiene il potere dal 2006, quando prese il posto di suo fratello Fidel, rimarrà comunque una figura molto potente nella politica cubana, secondo tutti gli osservatori: sia per la sua influenza, sia perché rimarrà capo del Partito comunista cubano.

La fine dei Castro a Cuba

Per questo, è difficile prevedere quanti cambiamenti porterà Díaz-Canel, che fa parte della generazione post-rivoluzionaria: quando Castro prese il potere, nel 1957, non era infatti ancora nato. Iniziò a lavorare con assiduità con il Partito comunista di Cuba nei primi anni Novanta, e dopo alcuni incarichi amministrativi nel 2009 fu scelto come ministro dell’Istruzione e tre anni dopo come vicepresidente del Consiglio dei ministri.

Da una parte Díaz-Canel sembra collocato su posizioni più liberali rispetto ad altri leader politici cubani: si è detto sostenitore dei diritti degli omosessuali, di una maggiore apertura a Internet e anche di una stampa critica con il governo, tra le altre cose. Ci sono però molti dubbi sulle sue reali intenzioni, o possibilità di realizzarle. In un discorso tenuto a una riunione a porte chiuse del Partito comunista, Díaz-Canel ha promesso di chiudere i media critici con il governo e ha definito l’allentamento dell’embargo statunitense su Cuba un tentativo di distruggere la rivoluzione. L’impressione è che Díaz-Canel abbia voluto rassicurare la vecchia guardia, che continuerà a essere molto potente nonostante i cambi al vertice.