• Mondo
  • Sabato 24 febbraio 2018

Com’è cambiato Molenbeek

Il quartiere di Bruxelles diventato noto per l'impressionante presenza di terroristi dell'ISIS sta provando a scrollarsi di dosso l'immagine dell'estremismo islamista

La sindaca di Molenbeek, Françoise Schepmans (EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)
La sindaca di Molenbeek, Françoise Schepmans (EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

La scorsa settimana è iniziato in Belgio il processo contro Salah Abdeslam, unico attentatore superstite degli attacchi di Parigi del novembre 2015, progettati e compiuti dallo Stato Islamico (o ISIS). Abdeslam, 28 anni, si rifiuta di rispondere alle domande degli investigatori dal marzo 2016, secondo i suoi ex avvocati rendendo impraticabile qualsiasi linea di difesa.

L’arresto di Salah Abdeslam a Molenbeek, il 18 marzo 2016 (VTM via AP)

Le indagini che portarono all’arresto di Abdeslam si svilupparono attorno a Molenbeek, un quartiere di Bruxelles non lontano dal centro della città e diventato una storia nella storia per il numero impressionante di persone coinvolte in attività terroristiche che sono passate da lì. Negli ultimi anni si è parlato di Molenbeek per raccontare il problema di integrare grandi comunità arabe nelle città europee, per spiegare il caos del Belgio nel gestire le proprie forze di sicurezza, e anche per ipotizzare collegamenti tra povertà e terrorismo. Dall’arresto di Abdeslam, avvenuto proprio a Molenbeek, sono passati quasi due anni. Da allora il più chiacchierato quartiere di Bruxelles ha provato a cambiare, a scrollarsi di dosso quell’immagine di estremismo islamista che gli era stata attribuita: non ci è riuscito del tutto, ma qualcosa è stato fatto.

Molenbeek non è un quartiere disagiato qualsiasi di una qualsiasi città europea. A Molenbeek sono legati l’attentato al Museo ebraico di Bruxelles del maggio 2014, la cellula jihadista di Verviers che stava organizzando attentati in Europa smantellata nel gennaio 2015, l’attentato fallito sul treno francese dell’agosto 2015, l’attacco al supermercato kosher di Parigi dopo l’assalto alla redazione di Charlie Hebdo, sempre nel gennaio 2015, gli attentati di Parigi del novembre 2015, nei quali furono uccise 130 persone, e l’attentato all’aeroporto di Bruxelles del marzo 2016. Tutto in un solo comune di meno di 6 chilometri quadrati in cui abitano quasi 100mila persone.

A Molenbeek, dopo l’arresto di Abdeslam e la scoperta di una importante cellula jihadista legata all’ISIS, le autorità locali provarono a cambiare le cose. Françoise Schepmans, sindaca di Molenbeek, ha raccontato al Wall Street Journal che la sua amministrazione cominciò a lavorare in due direzioni. Da una parte vennero rafforzati i controlli di polizia, per esempio aumentando la sorveglianza sulle moschee e sulle scuole coraniche e incrementando il numero di agenti di polizia impegnati a sorvegliare il territorio; tra le altre cose, fu aumentato anche il numero dei responsabili della sicurezza anti-terrorismo incaricati di tenere sotto controllo le attività di una ventina di famiglie sospettate di radicalismo. Dall’altra parte furono avviati diversi progetti per i più giovani, soprattutto per ridurre la disoccupazione. Uno di questi, aperto ormai da due anni, si chiama MolenGeek ed è una scuola per imparare a scrivere i software, sponsorizzata in parte da Alphabet e Samsung.

MolenGeek, Bruxelles (EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

Da quando ha aperto, circa 600 persone sono passate da MolenGeek per imparare a scrivere i codici o sviluppare app e siti Internet. Dei 16 ragazzi che hanno concluso il primo ciclo dei corsi, solo 2 non hanno ancora trovato un lavoro, ha raccontato al Wall Street Journal la cofondatrice di MolenGeek Julie Fouclon. Un’altra cosa promossa dall’amministrazione locale è stata la nascita di una specie di caffè culturale al piano terra dell’edificio nel quale visse per un periodo Abdeslam.

Di recente a Molenbeek le cose sembrano essere migliorate, ma è difficile dire quanto abbiano contribuito le iniziative dell’amministrazione locale e quanto una generale riduzione del livello della minaccia terroristica, anche per la progressiva sconfitta dello Stato Islamico in Iraq e in Siria. Lo scorso mese il Belgio ha abbassato la sua allerta terroristica a 2, su una scala che va da 1 a 4, per la prima volta dal 2015. Molti foreign fighters (combattenti stranieri) che erano partiti diretti verso la Siria per combattere con lo Stato Islamico sono stati uccisi in battaglia; per molti altri si è dimostrato sempre più difficile tornare in Belgio, a causa dei controlli dei servizi europei di intelligence.

Questo non significa che il pericolo del terrorismo sia scomparso – lo scorso giugno un uomo di Molenbeek è stato ucciso da un soldato dopo avere cercato di far esplodere una bomba artigianale nella stazione centrale di Bruxelles – ma senza dubbio Molenbeek di oggi non è più quella che era prima dell’arresto di Salah Abdeslam.