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  • Giovedì 14 dicembre 2017

Perché si riparla di Donnarumma?

Il portiere del Milan è stato pesantemente contestato dai suoi tifosi per una nuova vicenda legata al suo contratto, che il suo agente vuole annullare

Donnarumma e l'allenatore del Milan Gennaro Gattuso dopo la vittoria in Coppa Italia contro l'Hellas Verona (LaPresse)
Donnarumma e l'allenatore del Milan Gennaro Gattuso dopo la vittoria in Coppa Italia contro l'Hellas Verona (LaPresse)

Durante la partita di Coppa Italia fra Milan ed Hellas Verona, giocata a San Siro mercoledì sera, il portiere del Milan Gianluigi Donnarumma è stato fischiato e contestato da molti dei 9.000 spettatori presenti alla partita. Nel settore riservato al tifo organizzato – il primo anello blu – è stato esposto uno striscione che ne ha chiesto addirittura l’allontanamento dalla squadra. La contestazione è nata in seguito alle ultime voci sul suo futuro: nel corso della settimana si è tornati a parlare del contratto che il giocatore e il suo procuratore, l’italiano Mino Raiola, hanno firmato con il Milan tre mesi fa dopo una lunga disputa e che ora sembra di nuovo in discussione.

Il nodo principale della questione è la mancata presenza della clausola rescissoria nel contratto sottoscritto tra le parti l’11 luglio scorso. La clausola rescissoria è una cifra fissa concordata fra club e rappresentanti di un calciatore che, se pagata per intero da terzi, non può essere rifiutata e comporta il trasferimento immediato da una squadra all’altra: solitamente viene inserita per dare la possibilità ai giocatori di liberarsi da un contratto prima della sua naturale scadenza senza molte complicazioni.

La clausola di Donnarumma – che è uno dei migliori giovani portieri al mondo – era stata inizialmente concordata tra Raiola e la dirigenza del Milan, ma non è mai stata ufficializzata, di comune accordo tra la stessa dirigenza e la famiglia Donnarumma, tramite una scrittura privata. Per Raiola e per il suo consulente legale, l’avvocato Vittorio Rigo, entrambi contrari all’annullamento della clausola, questa sarebbe stata esclusa dal contratto tramite forti pressioni sul giocatore da parte della dirigenza.

Pochi giorni fa, quindi, i rappresentanti di Donnarumma sono ricorsi alla richiesta di annullamento del contratto per via di un vizio della volontà da parte del giocatore all’atto della firma, come scrive oggi il giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo.

Lo striscione esposto mercoledì sera dai tifosi del Milan (Marco Luzzani/Getty Images)

Secondo le ricostruzioni fatte dai giornali, per annullare il contratto senza clausola Raiola avrebbe contestato una presunta violenza morale, che secondo l’articolo 1435 del Codice Civile “deve essere di tal natura da far impressione sopra una persona sensata da farle temere di esporre se o i suoi beni a un male ingiusto notevole. Si ha riguardo, in questa materia, all’età, al sesso e alla condizione delle persone”. Secondo la Gazzetta dello Sport, ora il Milan, Raiola e il giocatore starebbero discutendo come risolvere la situazione: se l’accordo dovesse essere annullato, per Donnarumma varrebbe il contratto precedente, la cui scadenza è prevista per il 30 giugno 2018, e ciò gli permetterebbe di firmare già a gennaio un contratto con un’altra squadra, liberandosi poi a giugno senza che il Milan ne guadagni nulla.

La situazione finanziaria del club, tuttavia, fa pensare che la dirigenza farà il possibile per non perdere Donnarumma gratis, considerando anche che in caso di mancata qualificazione alla Champions League – cosa probabile, vista la situazione in classifica – il club sarebbe costretto a vendere almeno uno dei suoi migliori giocatori, come sostenuto più volte dall’amministratore delegato Marco Fassone.