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  • Domenica 5 novembre 2017

La strage nella chiesa in Texas

Un uomo ha sparato durante la messa nella chiesa di Sutherland Springs, vicino a San Antonio: ha ucciso almeno 26 persone

Polizia e soccorsi fuori dalla chiesa battista di Sutherland Springs (KSAT via AP)
Polizia e soccorsi fuori dalla chiesa battista di Sutherland Springs (KSAT via AP)

Almeno 26 persone sono state uccise e 20 sono state ferite in una sparatoria in una chiesa battista di Sutherland Springs, in Texas, durante la funzione religiosa di domenica mattina, quando in Italia erano circa le 18.30. L’assalitore, che i giornali hanno identificato nel 26enne Devin Patrick Kelley, è morto poco dopo l’attacco.

Due donne che si abbracciano, poche ore dopo la strage di Sutherland Springs (AP Images)

Kelley è stato visto entrare poco dopo le 11 di mattina nella chiesa di Sutherland Springs, un paese di 400 persone che si trova 50 chilometri a sudest di San Antonio. Era vestito di nero, indossava un giubbotto antiproiettile e aveva con sé un fucile semiautomatico, replica di un modello molto diffuso nell’esercito. Kelley ha iniziato a sparare quando la messa era iniziata da pochi minuti, un testimone ha parlato di colpi molto rapidi (“It was rapid fire. It was just boom, boom, boom”). Delle persone che ha colpito, 24 sono morte nella chiesa, una è stata trovata morta poco distante, una è morta in ospedale e altre 20 sono rimaste ferite. Tra i morti ci sono diversi bambini, una donna incinta e la figlia 14enne del pastore della chiesa, che invece era in viaggio con sua moglie. Secondo il New York Times la chiesa era frequentata in maggioranza da bianchi.

Pochi minuti dopo l’inizio dell’attacco – la prima chiamata alla polizia è arrivata intorno alle 11.20 – Kelley è uscito dalla chiesa ed è stato colpito con un proiettile sparato da un residente della zona, arrivato armato dopo aver sentito gli spari. È salito sulla sua auto ed è scappato, inseguito da alcuni residenti. Poco dopo, quando si trovava già in una contea diversa da quella di Sutherland Springs, Kelley è andato a sbattere con la sua auto (non è chiaro contro cosa). La polizia lo ha trovato morto nella sua auto, ma non è ancora chiaro se si sia ucciso da solo o se sia stato ucciso da uno dei suoi inseguitori.

Le indagini sulla strage sono state prese in carico dai Texas Rangers, con l’aiuto dell’FBI e di altre agenzie federali. Per il momento non si conoscono le motivazioni dell’attacco. I giornali stanno invece raccogliendo informazioni su Devin Patrick Kelley, anche se il suo nome non è ancora stato confermato ufficialmente dagli investigatori. Kelley era cresciuto a New Braunfels, una città poco distante da San Antonio, in una famiglia benestante. Sembra che vivesse ancora lì, e nel 2014 si era sposato per la seconda volta dopo che un primo matrimonio era finito nel 2012 quando Kelley era stato accusato di violenze nei confronti di sua moglie e suo figlio. Per la stessa ragione, quello stesso anno, Kelley – che era nell’Aeronautica militare – era stato condannato a un anno di reclusione da una corte marziale e aveva ricevuto un congedo per “cattiva condotta” nel 2014.

Una veglia vicino alla chiesa di Sutherland Springs (SUZANNE CORDEIRO/AFP/Getty Images)

L’arma che ha usato nell’attacco è un fucile semiautomatico Ruger AR-15, che assomiglia nell’aspetto a quelli usati dall’esercito americano. Le repliche dell’AR-15 per il mercato civile possono essere comprate legalmente in quasi tutti gli Stati Uniti, nonostante fossero state vietate tra il 1994 e il 2004. Il modello usato da Kelley, secondo il New York Times, ha un prezzo di mercato compreso tra i 400 e gli 800 euro. La strage di ieri è la più grave della storia recente del Texas.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prima ha scritto su Twitter che stava seguendo le notizie sulla strage, rivolgendo un pensiero alle persone coinvolte; poi durante una conferenza stampa con il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha detto: «Il problema sono le malattie mentali, non le armi».