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  • Giovedì 26 ottobre 2017

Si vota in Kenya. Di nuovo? Sì.

Le elezioni di agosto sono state annullate dalla Corte Suprema e si rifanno oggi: ancora Uhuru Kenyatta contro Raila Odinga, l'atmosfera non è per niente tranquilla

(YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)
(YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)

Oggi in Kenya si ripeteranno le elezioni per il presidente e per i membri delle due camere del Parlamento, dopo che quelle dell’8 agosto erano state annullate per irregolarità dalla Corte Suprema. A meno di sorprese, vincerà il presidente uscente Uhuru Kenyatta, che alle elezioni dell’8 agosto aveva ottenuto 9 punti percentuali in più di Raila Odinga, il suo sfidante principale: Odinga ha già detto che boicotterà le nuove elezioni e ha invitato i suoi sostenitori a fare lo stesso.

La campagna elettorale per le elezioni di agosto era stata largamente pacifica, mentre nelle ultime settimane ci sono state diverse agitazioni. Roselyn Akombe, una delle componenti della commissione elettorale, è scappata negli Stati Uniti dopo aver detto di aver subito minacce di morte. Il presidente della commissione, Wafula Chebukati, ha spiegato di non poter garantire la regolarità delle elezioni a causa delle pressioni provenienti dagli ambienti della politica. Le pressioni arrivano soprattutto dai sostenitori di Kenyatta, che a settembre per giorni hanno manifestato chiedendo la rimozione dei membri della commissione, che lo stesso Kenyatta ha definito “corrotti”.

Queste ostilità, unite alle preoccupazioni di Chebukati, hanno spinto alcuni attivisti a chiedere alla Corte Suprema di rinviare le elezioni in un momento più sereno. Mercoledì mattina la Corte non ha potuto esprimersi sulla petizione perché erano presenti solo due giudici su sette (il bodyguard di uno di loro, inoltre, era stato ferito in un attacco martedì).

«La tensione pre-elettorale sulle strade di Nairobi si percepisce come una scarica elettrica», ha scritto il capo della redazione di BBC Africa, Fergal Keane. Il timore è che eventuali proteste sfocino in scontri fra i sostenitori dei vari candidati, o fra loro e le forze governative. Nei giorni seguenti alle elezioni di agosto – annullate per generiche “irregolarità”, che la commissione non ha attribuito al governo – erano morte 35 persone. Non era la prima volta che venivano compiute violenze di quel tipo: negli scontri successivi alle presidenziali del 2007 , che ebbero anche una forte componente etnica, ci furono 1.200 morti. Gli scontri provocarono persino una crisi dell’economia del Kenya, il paese più ricco di tutta l’Africa orientale.

Nemmeno la lotta lotta di potere tra Kenyatta e Odinga è una novità. La rivalità tra le loro famiglie segna la storia politica del paese da decenni: Kenyatta è il figlio del primo presidente del paese, Odinga del primo vice-presidente. I due si erano già sfidati alle elezioni del 2013 ed era finita con un ricorso di Odinga alla Corte suprema per il sospetto che ci fossero stati dei brogli. In quell’occasione l’aveva spuntata Kenyatta – il ricorso era stato respinto – ma il rapporto tra i due è ancora oggi molto teso.