Tre donne nel pubblico di un festival di cinema, il 20 ottobre 2017, a Riyad (FAYEZ NURELDINE/AFP/Getty Images)

A Riyad non si andava al cinema da più di trent’anni

Questa settimana ci sono state alcune proiezioni e in futuro potrebbero riaprire le sale, nonostante le obiezioni dei religiosi

Questa settimana gli abitanti di Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, hanno avuto la possibilità di andare al cinema per la prima volta da più di trent’anni. I cinema erano stati vietati negli anni Ottanta, ma ora il governo sta pensando di rivedere la legge e permettere la riapertura di diverse sale, nell’ambito di un vasto piano di riforme che dovrebbe servire a rendere l’Arabia Saudita un paese più moderno. I film sono stati proiettati durante un piccolo festival di cortometraggi nel centro culturale intitolato a re Fahd, nella capitale saudita: il pubblico era comunque diviso, uomini da una parte e donne dall’altra, e al posto dei popcorn si potevano comprare panini e caffè arabo in piccole tazze di plastica.

La proiezione di alcuni film a Riyad è stata un’assoluta novità per la città, più conservatrice di alcuni centri urbani costieri, ma in altre zone del paese si era già cominciato a fare qualche esperimento. Qualche mese fa il governo aveva aperto a diverse nuove forme di divertimento prima proibite, per esempio i concerti. Tra le altre cose, inoltre, alla fine di settembre è stata annunciata l’abolizione del divieto per le donne di guidare. Il piano di riforme a cui fanno riferimento tutti questi cambiamenti fu presentato nell’aprile 2016 e si chiama “Vision 2030”: il suo obiettivo primario è quello di rendere l’Arabia Saudita indipendente dall’andamento dei mercati petroliferi entro il 2030.

Non si sa ancora quando il governo riaprirà i cinema. Potrebbe non essere un processo rapidissimo, anche perché le autorità religiose saudite sono in generale contrarie alle novità proposte dal governo: ritengono che i film siano una minaccia per la cultura saudita e la religione. Il fatto che non ci siano cinema in Arabia Saudita, ovviamente, non significa che i sauditi non guardino i film. Molti di quelli che vanno in vacanza nel Bahrein e a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, spendono parecchi soldi per visitare i parchi divertimenti e vedere i film nei cinema locali.

La riapertura dei cinema sarebbe una buona notizia per i registi e gli altri lavoratori del settore cinematografico, che con tutte le proibizioni imposte nel paese hanno vita difficile da anni. L’Arabia Saudita, comunque, qualcosa ha prodotto. Un esempio è La bicicletta verde della regista Haifaa al-Mansour, il primo film saudita a ricevere una candidatura agli Oscar nel 2013. Del 2016 invece è Barakah Meets Barakah, una commedia romantica la cui prima è stata al Festival di Berlino: lo potete guardare su Netflix.

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