I migliori film italiani su Netflix
Diretti da Sergio Leone, Roberto Benigni, Paolo Virzì, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino: poteva decisamente andarci peggio
Se avete Netflix, ci sono buone possibilità che abbiate passato il weekend a guardare Suburra, la prima serie italiana di Netflix: a qualcuno è piaciuta perché, dicono, sta al livello di Gomorra e Romanzo Criminale (le serie); a qualcuno non è piaciuta perché, dicono, somiglia troppo a Gomorra e Romanzo Criminale. Prima, dopo, o in-alternativa-a, la visione di Suburra potrebbe comunque essere un buon pretesto per guardarsi un po’ di film italiani su Netflix: abbiamo scelto allora i più interessanti tra quelli che fanno al momento parte del catalogo. Ma magari preferite gli horror, i documentari o i grandi classici (più stranieri che italiani).
La grande bellezza
Adesso Paolo Sorrentino ha da fare – ovviamente insieme a Toni Servillo e al direttore della fotografia Luca Bigazzi – con il film su Berlusconi. È difficile non abbiate visto La grande bellezza (magari come conseguenza di un gran senso di colpa dopo che nel 2014 ha vinto l’Oscar per il Miglior film straniero) ma è facile non l’abbiate più rivisto, poi. Non è un film particolarmente leggero ed è pieno di metafore, riflessioni e lentezze ma, nonostante alcune recensioni dicano tutt’altro, secondo moltissimi è parte del meglio che il cinema italiano abbia fatto nell’ultimo decennio. Parla di Jep Gambardella, un giornalista annoiato, e – tra le tante altre cose – di Roma e delle sue feste: «Sono belli i trenini che facciamo alle feste, vero? Sono i più belli del mondo, perché non vanno da nessuna parte».
Fuocoammare
Questo l’abbiamo candidato all’Oscar due anni fa. Non ha vinto ma si è comunque fatto notare, non solo in Italia: ha ottenuto per esempio l’Orso d’oro al Festival di Berlino. È un documentario del 2016 diretto da Gianfranco Rosi (regista anche di Sacro GRA); parla di Lampedusa e ne racconta le due realtà principali: quella di chi ci è nato e ci vive, soprattutto pescatori, e quella dei migranti che ci arrivano dal Nordafrica.
Smetto quando voglio
È il primo dei tre film – il secondo è uscito da pochi mesi, il terzo uscirà tra qualche settimana – su un gruppo di ricercatori universitari precari e sottopagati che si mettono a fare droghe sintetiche in stile Walter White. Quando uscì piacque molto perché usciva dai canoni di molte altre recenti commedie italiane e per farlo si ispirava un po’ al cinema e alle serie tv americane e un po’ alle commedie italiane più vecchie: I soliti ignoti, per dirne uno. È uno di quei film di cui si può dire “grande cast corale”.
Mediterraneo
Uscì nel 1991, diretto da Gabriele Salvatores, e nel 1992 vinse l’Oscar. Parla di un gruppo di soldati che durante la Seconda guerra mondiale finiscono su un’isola in cui sembra non esserci nessuno e su cui non succede granché. Intanto, altrove, succedono cose: per esempio l’8 settembre. «E che c’entra, tutti gli anni c’è l’8 settembre. Anche il 9 e il 10».
Il capitale umano
È del 2013, diretto da Paolo Virzì e con Fabrizio Bentivoglio, Fabrizio Gifuni, Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Bebo Storti e Matilde Gioli, al suo primo film. È tratto da un romanzo statunitense ma, a differenza del libro, è ambientato in Brianza. Racconta la storia di due famiglie a partire da un incidente stradale avvenuto alla vigilia di Natale. Nel film si parla di molte cose: del tentativo di ascesa sociale di un immobiliarista, di una figlia oppressa dalle ambizioni del padre, della spregiudicatezza di un grande finanziere e dell’infelicità di sua moglie. Il titolo fa riferimento a un parametro usato dalle assicurazioni per stimare il risarcimento da pagare in seguito alla morte di una persona.
Gomorra
Il film. Lo diresse nel 2008 Matteo Garrone (sì, siamo al quasi-decennale, e il libro è del 2006). La terza stagione della serie tv, invece, sarà su Sky dal 17 novembre.
La prima cosa bella
«Che ho avuto dalla vita, è il tuo sorriso giovane, sei tu». Del 2010, di Virzì. I protagonisti sono Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi, che nel film sono figli del personaggio interpretato da Stefania Sandrelli e Micaela Ramazzotti (a seconda dell’età). Fa ridere, ma poi anche piangere.
Mia madre
Dei tanti film di Nanni Moretti, questo è l’unico al momento su Netflix. È però il più recente e, secondo molti critici, uno dei migliori. È uscito nel 2015 e la protagonista è Margherita Buy, ma c’è anche John Turturro. Parla di una regista di successo che ha difficoltà a girare un film, e che contemporaneamente ha problemi con la figlia, con il marito da cui si sta separando e soprattutto con la madre, ricoverata in ospedale. Qui la recensione – positiva! – che ne fece il critico Goffredo Fofi. Fu anche scelto dai Cahiers du Cinema – la nota rivista francese a cui piacciono di solito film molto autorali – come miglior film del 2015.
Johnny Stecchino
Il film di-e-con Roberto Benigni su un autista d’autobus toscano che viene usato come sosia di un boss mafioso, secondo il quale il sosia non gli «somijia pe’ niente». È una bella commedia degli equivoci – in cui gran parte delle risate sono dovute al fatto che lo spettatore sappia quello che il protagonista non sa – con alcune scene e frasi piuttosto famose: «Ma quanto costano le banane a Palermo, oh?».
Suburra
È quasi successo con Romanzo criminale e Gomorra e succederà quasi di sicuro anche con Suburra, che la serie diventi più famosa del film. La serie è ambientata qualche anno prima del film, con il quale condivide alcuni personaggi: se non l’avete visto, vedete voi cosa guardare prima. Anche solo guardando il trailer potreste capire chi è vivo e chi no, per esempio. Ora prendete carta e penna che si fa difficile: Suburra, il film, l’ha diretto Stefano Sollima, che ha diretto anche Romanzo criminale – La serie e Gomorra – La serie. Romanzo criminale, il film, l’ha diretto Michele Placido, che ha diretto i primi due episodi di Suburra – La serie. Gomorra, il film, l’ha invece diretto Matteo Garrone, che poi ha preferito fare altro, non in tv.
Non ce lo siamo dimenticati
Su Netflix ci sono cinque film di uno dei migliori registi italiani di sempre: Sergio Leone. I due C’era una volta (in America e il West), Il buono, il brutto, il cattivo e poi Giù la testa e Per qualche dollaro in più. Guardate o ri-guardate quello che volete: tanto sono tutti bellissimi. Come disse Quentin Tarantino, fece cose che sembravano inarrivabili e, dopo, riuscì a superarsi e farne di ancora più inarrivabili.