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  • Lunedì 2 ottobre 2017

L’attacco a Las Vegas, in breve

Le informazioni essenziali e aggiornate per chi arriva solo adesso: un uomo ha sparato al pubblico di un concerto, ci sono almeno 59 morti

(Ethan Miller/Getty Images)
(Ethan Miller/Getty Images)

Intorno alle 22 di domenica sera, quando in Italia erano più o meno le 7 del mattino, un uomo ha sparato contro il pubblico di un concerto a Las Vegas (Nevada), negli Stati Uniti. Il concerto si stava tenendo sulla Strip, la strada più famosa di Las Vegas, piena di ristoranti, alberghi e casinò, affollata come ogni domenica sera. Almeno 59 persone sono state uccise, mentre i feriti sono 527, secondo le ultime stime. Ci sono molti feriti gravi quindi si teme che il numero dei morti possa aumentare nelle prossime ore. Il sospettato si chiamava Stephen Paddock, aveva 64 anni e viveva a Mesquite, una città di 20mila abitanti vicino a Las Vegas. Pochi minuti dopo l’attacco, Paddock è stato trovato morto dentro la camera d’albergo da dove quasi certamente ha sparato i colpi. Il Post ha seguito gli sviluppi dell’attacco con un liveblog, che trovate qui sotto.

59 morti nell’attacco a Las Vegas

Nel pomeriggio di lunedì l’attacco è stato rivendicato dallo Stato Islamico o ISIS tramite Amaq, la sua agenzia stampa semi-ufficiale: nel comunicato, si dice che l’uomo – un 64enne residente a Las Vegas – si era convertito pochi mesi fa all’Islam. Alle autorità statunitensi non risulta alcun collegamento dell’uomo a gruppi terroristici internazionali. Un agente dell’FBI ha detto in conferenza stampa che non ci sono prove che Paddock si fosse convertito all’Islam: «per ora abbiamo stabilito che non c’è alcuna connessione con un’organizzazione terroristica internazionale».

Attenzione, ci sono immagini forti:

Paddock ha sparato centinaia di colpi con armi automatiche, come mostrano i video circolati dopo l’attacco, dalla finestra di una stanza al 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel, che dava sul luogo del concerto. Secondo la polizia non aveva complici. Nella stanza di Paddock sono stati trovati più di dieci fucili, ma nessun indizio che indichi motivazioni politiche dietro l’attacco. Paddock si trovava nella camera d’albergo fin dallo scorso giovedì. La compagna di Paddock, Marilou Danley, inizialmente ricercata, è stata trovata e interrogata: non era con lui e secondo la polizia non è sospettata di essere coinvolta nell’attacco.

Il numero di morti, almeno 59, rende quella di Las Vegas la più grave sparatoria di massa nella storia recente degli Stati Uniti. La sparatoria di queste ore ha superato quella di Orlando, in Florida, dove furono uccise 49 persone: nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2016, Omar Mateen, cittadino americano originario dell’Afghanistan, era entrato nel Pulse, tra i più noti locali gay della città, e aveva iniziato a sparare sulla folla.