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  • Martedì 11 luglio 2017

Il sari bianco e blu di Madre Teresa è protetto da copyright

L'avvocato dell'ordine fondato dalla missionaria ha detto che ne viene fatto «un uso improprio e senza scrupoli in molte parti del mondo»

Processione delle missionarie della carità, ordine fondato da madre Teresa, Calcutta, India, 20 novembre 2016
(AP Photo/Bikas Das)
Processione delle missionarie della carità, ordine fondato da madre Teresa, Calcutta, India, 20 novembre 2016 (AP Photo/Bikas Das)

Il sari bianco con il bordo blu reso famoso da Madre Teresa di Calcutta, la suora e missionaria albanese morta il 5 settembre 1997, è diventato un marchio registrato e di esclusiva proprietà intellettuale dell’Ordine delle missionarie della carità che la suora fondò circa settant’anni anni fa.

Biswajit Sarkar, avvocato della congregazione che gestisce 758 case, ospizi e rifugi in 139 paesi di tutto il mondo, ha spiegato che le pratiche per la registrazione dell’abito erano iniziate nel 2013 per contrastare gli abusi e i guadagni commerciali che derivavano dallo sfruttamento della notorietà di Madre Teresa. Il marchio era stato concesso nel 2016, anno della canonizzazione della missionaria. Sarkar ha detto che le suore dell’ordine non amano che si parli di loro e che «per questo non avevano reso pubblica la notizia». Poiché l’uso non autorizzato del sari prosegue, anche da parte di organizzazioni di beneficenza che finora le missionarie avevano tollerato, l’ordine ha deciso di far sapere che il marchio è registrato e che non è possibile utilizzarlo senza autorizzazione.

Sul sito dell’Ordine c’è la spiegazione dell’origine dell’abito: suor Gertrude, la seconda suora a unirsi alle missionarie, ha raccontato che Madre Teresa indossò il sari bianco e blu per la prima volta nel 1948 e che dal 1950 è «riconosciuto come simbolo di pace e carità in tutto il mondo». Il colore bianco richiama la verità, il bordo blu rappresenta il colore degli occhi di Maria e la purezza; le tre strisce blu simboleggiano i tre voti dell’ordine: povertà, obbedienza e servizio ai più poveri. Quando nel 1958 le missionarie aprirono una casa per i lebbrosi, comprarono un telaio e chiesero ai malati di confezionare i sari per le suore. Da quel momento prese avvio la tradizione.

L’avvocato delle missionarie ha fatto sapere anche che il suo prossimo obiettivo sarà ottenere il copyright del nome di Teresa e dell’uniforme distintiva dell’ordine negli altri paesi. Inoltre ha detto che cercherà di far rimuovere le versioni del sari bianco e blu per bambine che vengono pubblicizzate e vendute su Amazon e sui siti di altri rivenditori.

Madre Teresa, che nacque nel 1910, lavorò per anni con i poveri della città di Calcutta, in India, e fondò l’Ordine delle missionarie della carità. Le sue opere in India sono state celebrate e premiate con il Nobel per la Pace nel 1979. Ciononostante Madre Teresa di Calcutta negli anni è stata al centro di un esteso dibattito, alimentato da chi – come il giornalista britannico Christopher Hitchens – la accusò di avere un «culto della morte e della sofferenza», viste le condizioni penose dei suoi ospedali nonostante le montagne di soldi raccolti, di propagandare idee iperconservatrici, di essere una “alleata dello status quo” mondiale e di essere vicina a personaggi controversi come il dittatore di Haiti Jean-Claude Duvalier.