Prismo, la rivista online di cultura, chiude
Le primissime riunioni redazionali di Prismo, all’inizio del 2015, si svolgevano via Skype: Timothy Small da Milano, Valerio Mattioli da Roma e Cesare Alemanni da Berlino. Un po’ più tardi si aggiunsero anche Pietro Minto da Venezia, Raffaele Alberto Ventura da Parigi, Laura Spini da Londra, Francesco Pacifico da Roma e Costanzo Colombo Reiser, anche lui da Milano. Parlavamo di tutte le cose di cui si parla quando si sta per lanciare una nuova rivista: idee per articoli, possibili rubriche, categorie, tagli. Soprattutto parlavamo della personalità che avremmo voluto dare a questa nuova rivista, la cui idea era nata a fine 2014, durante una telefonata tra Timothy Small e Valerio Mattioli.
Ma una rivista, e questo lo crediamo fermamente, prende sempre la personalità della gente che la fa, e noi, parlandone, ci siamo anche dati modo di farla crescere ed evolvere, dal punto di vista della visione, del tono, della temperatura. E quello che è emerso è che la volevamo capace di parlare di tutte le cose che ci interessavano e che tutt’ora ci interessano – dalla politica ai videogiochi, dalla fantascienza all’arte contemporanea, dal cinema d’autore alle saghe miliardarie – con competenza, intelligenza, dandoci spazio per pensare e articolare, ma anche per perderci in tangenti, in riflessi, giochi di luce. E con un piglio che non sfigurasse troppo di fronte alle complessità, alle contraddizioni, al caos – a volte affascinante, a volte spaventoso – che circonda quest’epoca. E infine, sempre con un certo senso di libertà editoriale, di lasciare che ogni pezzo fosse un pezzo, di costruire una voce unica ma anche frammentata, varia, capace di includere approcci e toni molto diversi tra di loro.
Non sapevamo se saremmo poi stati all’altezza di questi propositi e ancora non sappiamo dire se e quanto spesso lo siamo stati. Quello che sappiamo è che, pur con tutta la fatica che oggi comporta lanciare una webzine da zero, in questi due anni ci siamo divertiti moltissimo. Ci siamo tolti grandi soddisfazioni vedendola crescere un pezzo alla volta, un giorno dopo l’altro, fino a occupare una porzione non trascurabile del dibattito culturale online italiano. Una porzione che qualcuno ha voluto farci sapere di odiare, ovviamente, com’è normale che accada. Ma anche una porzione amata da tante persone che in questi due anni di vita di Prismo ci hanno fatto sentire il loro affetto, il loro sostegno e la loro partecipazione ogni volta che le incontravamo, sia online che IRL.
È a loro che rivolgiamo le righe che state leggendo, con cui annunciamo ufficialmente l’interruzione delle pubblicazioni. Le ragioni che ci hanno portato a questa decisione sono diverse: la principale è che molti di noi – fondatori e redattori di Prismo – hanno sempre meno tempo da dedicargli; altri invece hanno deciso di proseguire verso nuove avventure, e a loro auguriamo il meglio. Credeteci: è un annuncio difficile, ma preferiamo concludere qui questa esperienza. Una rivista non all’altezza di quello che Prismo è stata e, speriamo, continuerà a essere nel ricordo di chi l’ha seguita, ci renderebbe ancora più tristi. A noi e a voi.
Infine, dall’estate del 2016, molti di noi sono stati coinvolti nel lancio del Tascabile, la rivista online di approfondimento e divulgazione edita da Treccani. E abbiamo capito, col tempo, che sarebbe stato impossibile lavorare su due riviste, entrambe con l’ambizione all’eccellenza, in contemporanea, senza che questo non influisse negativamente su una delle due. Abbiamo quindi deciso di far confluire la redazione di Prismo all’interno di quella del Tascabile, concentrando i nostri sforzi su un solo progetto. In un certo senso, e in un certo modo, potrete continuare a trovare il nostro lavoro, le nostre idee e i nostri sforzi su quelle pagine.
Le persone da ringraziare, tra quelle che hanno collaborato, supportato, aiutato Prismo a essere ciò che è stato, sono tantissime, e per questo qui di seguito troverete un elenco di nomi a cui diciamo grazie (chiediamo preventivamente scusa: qualcuno lo scorderemo sicuramente).
Considerateli dei titoli di coda prima di un grande miao.