“Orange is the New Black”, dove eravamo rimasti

È tornata la serie di Netflix sul carcere femminile di Litchfield, che era finita in sospesissimo: ma come ci eravamo arrivati, fin lì?

(Netflix)
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Venerdì 9 giugno Netflix ha diffuso in tutto il mondo la quinta stagione di Orange is the New Black, la serie tv ambientata nel carcere femminile di Litchfield, negli Stati Uniti. Orange is the New Black si basa sull’autobiografia di Piper Kerman, e racconta la storia di una donna bianca e di famiglia ricca che per via di una fidanzata immischiata con il traffico di droga finisce per essere arrestata e condannata ad alcuni anni di carcere. Qui deve convivere con detenute toste e pericolose e con altre buone e normalissime, e deve inserirsi in un ambiente segnato dalle divisioni razziali.

Orange is the New Black è una delle serie tv più popolari, tra quelle originali di Netflix, è scritta da Jenji Kohan e ha come protagonista Taylor Schilling. È però una di quelle serie piene di personaggi, quasi tutti importanti, le cui linee narrative sono sviluppate parallelamente, a volte incrociandosi e a volte no. Non è quindi facile ricordarsi tutte le cose successe nella scorsa stagione: le abbiamo riassunte qui, per rinfrescarsi la memoria e ricordarsi come si era arrivati a quella scena finale che invece molto probabilmente ricordate tutti.

La quarta stagione di Orange is the New Black cominciava con le detenute di Litchfield al lago: erano scappate dopo che le guardie penitenziarie se ne erano andate per protesta. Interviene dunque una nuova squadra di guardie, molto più addestrate e violente di quelle precedenti, guidate da Desi Piscatella (quello grosso con la barba). Riescono a radunare le detenute – che stanno pacificamente nuotando e rilassandosi al lago – e a riportarle in carcere: Maureen, la ragazza bianca e fissata con il romanzo di Suzanne, prova a convincerla a scappare, senza riuscirci. A Litchfield arrivano molte nuove detenute e i dormitori vengono organizzati con dei letti a castello: Red si ritrova una compagna che russa, Piper con una asiatica che diventa la sua guardia del corpo, Cindy con una afroamericana musulmana con cui ha da subito un rapporto molto conflittuale.

Un riassunto fatto con i pupazzetti di tutte le stagioni di OITNB, per chi ha capito di averne bisogno.

Tra i nuovi detenuti arriva anche Judy King, una celebrity della televisione che è stata condannata per reati fiscali. Molte detenute sono appassionatissime del suo programma di cucina, e in particolare Poussey, che però non riesce a parlarle perché si emoziona sempre. King riceve però un trattamento speciale: ha una cella singola con molte comodità, e instaura da subito un buon rapporto con Luschek, il manutentore del carcere. Alla fine le viene assegnata una compagna di cella, Yoga Jones, che nonostante disprezzi a parole i favoritismi per King comincia in fretta ad apprezzare gli agi della sua posizione.

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Un giorno nella serra del giardino un sicario che si era infiltrato a Litchfield come guardia prova a uccidere Alex, per i suoi vecchi casini di droga: ma arriva Lolly e lo tramortisce a calci. Le due lo credono morto e lo lasciano sotto un telo, ma quando Alex torna a controllare la situazione vede che è ancora vivo, e piangendo decide di ucciderlo soffocandolo. Il corpo viene poi scoperto da Frieda, la detenuta anziana che è stata una gran criminale quando era giovane, e le aiuta a far sparire il corpo sostanzialmente perché è annoiata. Lo tagliano quindi in molti pezzi, e lo seppelliscono sotto le verdure dell’orto.

In tutto questo i latinos del carcere cominciano ad acquistare sempre più importanza, perché si rendono conto di essere la maggioranza. Anche loro hanno problemi: Daya è preoccupata del suo bambino, che vive con il compagno di sua madre (un criminale poco affidabile); Maritza invece diventa il nuovo bersaglio delle molestie della guardia Coates, che già nella stagione precedente aveva violentato Doggett. Maria diventa la leader dei dominicani e organizza un proprio business di mutande usate, uguale a quello messo in piedi da Piper nella stagione precedente. Le due si scontrano, con Piper che prova a fare quella tosta sfruttando le sue guardie del corpo. Quando capisce che le dominicane sono più potenti, chiede il permesso a Piscatella di formare una specie di gruppo di sicurezza, che finisce per raccogliere però soltanto le adesioni delle detenute bianche. Tra loro ce ne sono alcune razziste e naziste, e il gruppo diventa una specie di squadra di white suprematist. Questo esaspera le tensioni razziali nel carcere, e le cose precipitano quando Piper incastra Maria facendole aggiungere nuovi anni da scontare in carcere. Quando Piper si rende conto che la situazione le è sfuggita di mano prova a rimediare, ma è troppo tardi. Le dominicane hanno convinto la sua guardia del corpo a tradirla: la portano in cucina e le tatuano una svastica sul braccio con un ferro rovente.

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Un’altra delle storie portate avanti nella quarta stagione è quella di Sophia, la detenuta transessuale: è stata messa in isolamento nella stagione precedente, e nonostante i tentativi di sua moglie e di altre detenute – tra cui sorella Ingalls – Caputo, che nel frattempo è diventato il direttore del carcere, non la fa uscire. Verrà riammessa nella prigione soltanto alla fine della stagione. Tra le altre cose che succedono: Poussey e Brook iniziano una relazione, così come Caputo e Linda, una delle dirigenti della società che possiede il carcere. Nicky viene a sua volta tolta dall’isolamento per tornare a Litchfield, ma ha un nuovo e grave problema con la droga. Morello è convinta che sua sorella abbia una relazione con suo marito, il ragazzo italo-americano che ha sposato nella stagione precedente.

Cindy e Allison, la detenuta musulmana, diventano alla fine amiche, e decidono di sfruttare il fatto che Taystee sia segretaria di Caputo per scattare una foto a King e venderla ai giornali di gossip. Per smentire una voce sul suo conto che dice che è razzista, King sta al gioco e se la fa fare mentre bacia Cindy. Il piano riesce, con la complicità di Luschek, ma Piscatella fa confiscare tutti i telefoni nascosti dalle detenute.

Nel frattempo Piper è distrutta per come sono finite le cose con il suo tentativo di diventare una boss in carcere. Si è allontanata da Alex, ma dopo l’attacco delle dominicane torna da lei e si riforma “la famiglia”, quella che fa capo a Red. Il marchio di Piper viene trasformato in una specie di finestra, mentre Red e Frieda sono preoccupate di dover uccidere Lolly: ha partecipato con loro all’omicidio, ma dato che è pazza non sono sicure che riesca a mantenerlo segreto. In più Lolly sviluppa uno stretto rapporto con Healey, che le fa da psicologo: gli confessa l’omicidio, ma lui crede sia solo frutto della sua immaginazione.

Nelle ultime due puntate, le cose accelerano: la maggiore rigidità nella sicurezza ha portato a perquisizioni violente e invasive, su detenute scelte per motivi razziali. Blanca, la detenuta ispanica con i capelli folti e scombinati, decide di ribellarsi smettendo di lavarsi e anzi cercando di puzzare volontariamente, per evitare le perquisizioni. Le guardie la prendono di mira, dicendole ripetutamente di lavarsi, finché la obbligano a salire in piedi su un tavolo. Lei ci rimane per ore e ore, finché Piper prova a darle del cibo: viene scoperta e fatta salire a sua volta sul tavolo.

Nel frattempo viene scoperto il corpo nell’orto, e la prigione viene isolata. Cominciano gli interrogatori e la prima è Red: intanto la situazione precipita nella sala della mensa, dove Suzanne picchia Maureen lasciandola in fin di vita, il tutto sotto l’incoraggiamento di Humphrey, il più stronzo tra le guardie, quello che aveva costretto Maritza a mangiare un topolino. Intanto Healey ha capito che le cose che gli aveva raccontato Lolly erano vere: non sa cosa fare, pensa anche di suicidarsi, perché non vuole dire la verità e tradirla. Alla fine decide di dire la verità, o almeno quella che pensa essere la verità: Lolly viene considerata la responsabile dell’omicidio, e portata in un carcere psichiatrico.

Alla fine c’è una specie di resa dei conti: Caputo vorrebbe cacciare Humphrey, che però viene difeso da Piscatella, che fa capire di essere il vero capo di Litchfield. Le detenute si riuniscono per provare a superare le divisioni e unirsi contro le nuove guardie: all’inizio non ci riescono ma poi tutte si arrabbiano per come è stata trattata Red da Piscatella e decidono di cominciare una protesta pacifica, salendo sui tavoli e chiedendo che Piscatella se ne vada. Le guardie rimuovono forzatamente le detenute, Suzanne sbrocca perché è traumatizzata dallo scontro con Maureen e Poussey prova a calmarla. Bayley, la guardia giovane e buona, blocca Poussey schiacciandola a terra: mentre nessuno se ne accorge, perché le attenzioni sono su Suzanne, Poussey muore soffocata.

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Nell’ultimo episodio succedono alcune cose più piccole: Alex lascia per la prigione dei biglietti con il vero nome del sicario che ha ucciso, come per farsi scoprire, ma Piper la aiuta a recuperarli e a bruciarli. Suzanne, sconvolta da quello che è successo, va in biblioteca e si fa cadere addosso uno scaffale: viene ritrovata da Soso, che riesce a farla portare in ospedale. Poi Caputo si rifiuta di licenziare Bayley e le detenute si ribellano sul serio: si mettono a marciare per i corridoi, mentre nel frattempo King sta uscendo di prigione. Humphrey prova a estrarre la pistola per fermarle, ma Maritza lo spinge facendola cadere. La pistola finisce ai piedi di Daya, che la raccoglie: prima la punta contro le detenute bianche razziste, ma poi mira alle due guardie, a terra con le mani alzate. La stagione finiva così.