I giornalisti dell’Unità saranno in sciopero da domani e accusano l’editore di comportamento antisindacale

Il comunicato della Federazione Nazionale Stampa Italiana:

I giornalisti de l’Unità, con il sostegno di Federazione nazionale della stampa italiana e Associazione Stampa Romana, ricorreranno in tribunale contro l’editore per comportamento antisindacale e accompagneranno l’azione legale con uno sciopero ad oltranza a partire da domani, martedì 16 maggio. Lo ha annunciato il Comitato di redazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede della Fnsi.

«Lo scopo di questo incontro – ha esordito il segretario generale Raffaele Lorusso – è quello di richiamare l’attenzione dei colleghi e dell’opinione pubblica su quello che sta accadendo a l’Unità. Qualche mese fa, come denunciato dal Cdr, l’amministratore delegato aveva risposto ad una sollecitazione del Comitato di redazione con la frase: “Quando la scure si abbatterà su di voi, la morte avrà la mia faccia”. Un paio di settimane fa, alla richiesta dei colleghi di sapere quando sarebbe stato corrisposto lo stipendio, la risposta è stata: “Quando convincerete le vostre colleghe a ritirare le azioni di pignoramento”. Questo si chiama ricatto. A l’Unità si è superata ogni misura. Per questo abbiamo dato mandato ai legali di procedere per comportamento antisindacale. Un’iniziativa che serve a ristabilire delle corrette relazioni industriali tra azienda, dipendenti e rappresentanza sindacale».

Di palese violazione delle funzioni e del ruolo del Comitato di redazione ha parlato anche il segretario di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, che, insieme all’aspetto tecnico-legale ha evidenziato anche il valore politico del “caso” l’Unità. «Sarebbe molto grave – ha detto – se il Partito democratico si voltasse dall’altra parte. Solo tornando ad instaurare un rapporto dialettico forte tra azienda e lavoratori si può rilanciare un giornale che fa parte della storia di questo Paese».

I giornalisti del Cdr hanno denunciato i 15 giorni di tentativi di parlare con l’azienda per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati, la spada di Damocle di 20 licenziamenti (su 28 dipendenti) che pende da mesi sulle teste dei redattori, l’assenza di un piano industriale ed editoriale. «All’azienda abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere risposte. Se non arriveranno, per la prima nella storia del giornale, daremo vita ad uno sciopero ad oltranza», ha spiegato il Comitato di redazione. «I comportamenti tenuti dall’azienda – ha rilevato l’avvocato della Fnsi, Bruno Del Vecchio – configurano quello che nello Statuto dei lavoratori è definito come “antisindacale”. Ma oltre questo c’è da considerare un aspetto più generale che riguarda il rispetto delle regole. Le regole esistono, esiste il contratto di lavoro e questo prevedere chiare prerogative in capo al Cdr. In questo caso è palese la violazione di queste regole da parte dell’azienda. Andremo davanti al giudice per riaffermare il rispetto delle regole».

Oltre all’azione legale e allo sciopero ad oltranza, il Cdr ha quindi indicato le prossime iniziative che i giornalisti de l’Unità intendono intraprendere: «Chiederemo un incontro urgente ai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, coinvolgeremo Cgil, Cisl e Uil, chiederemo al ministro Lotti di intervenire. Stiamo lottando per il nostro giornale, ma anche per tutti i giornalisti e per difendere un principio fondamentale del diritto del lavoro. Ci mobilitiamo perché il “caso” l’Unità non si trasformi in un pericoloso precedente».

Solidarietà ai colleghi è stata espressa anche dalla segretaria dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Silvia Resta. La vicenda dei colleghi dell’Unità sarà portata all’attenzione dei colleghi anche nel corso del presidio di mobilitazione che la Fnsi ha indetto per mercoledì 24 maggio. «La prima di una serie di iniziative – ha spiegato il segretario Lorusso – con le quali chiediamo a governo e parlamento di aprire tavoli di confronto sui temi del lavoro giornalistico, dalla buona occupazione alla lotta al precariato al fenomeno delle querele temerarie. Tutti argomenti rispetto ai quali le istituzioni hanno manifestato aperture, ma non hanno ancora fatto nulla di concreto, con il rischio di trasformare la riforma del settore avviata lo scorso ottobre in un’occasione perduta».

Il 24 maggio, dunque, la Fnsi sarà in piazza «per dar voce a tutti i colleghi che vivono situazioni difficili e perché i diritti conquistati dai lavoratori nei decenni passati non vangano cancellati per decreto, da un giorno all’altro», ha concluso Lorusso.