La sonda Cassini farà una fine gloriosa

Dopo 20 anni nello Spazio profondo a 1,7 miliardi di chilometri da noi, sta per iniziare le ultime manovre che la porteranno a schiantarsi su Saturno, raccogliendo nuovi preziosi dati

di Emanuele Menietti – @emenietti

La sonda Cassini in un'elaborazione grafica con il pianeta Saturno sullo sfondo (NASA/JPL-Caltech)
La sonda Cassini in un'elaborazione grafica con il pianeta Saturno sullo sfondo (NASA/JPL-Caltech)

Dopo avere trascorso 20 anni nelle condizioni estreme dello Spazio profondo, la sonda Cassini della NASA sta per iniziare le ultime manovre della sua missione, che la porteranno tra pochi mesi a un gran finale, tanto tragico quanto prezioso per la scienza planetaria. I responsabili della missione hanno deciso di fare compiere alla sonda una serie di passaggi ravvicinati a Saturno, il pianeta intorno al quale orbita da 13 anni, fino a quando non sarà attratta inesorabilmente dalla sua orbita e si polverizzerà entrando nella sua atmosfera. Durante l’autodistruzione, i sensori di Cassini raccoglieranno dati importanti sulle caratteristiche atmosferiche di Saturno, che saranno inviati con le ultime comunicazioni della sonda verso la Terra.

Cassini è stata lanciata nell’ottobre del 1997 e ha raggiunto Saturno nel 2004, dopo un lungo viaggio nello Spazio interplanetario, ora si trova a circa 1,7 miliardi di chilometri da noi. La sonda è stata realizzata con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e di quella italiana (ASI), con il compito principale di studiare le caratteristiche del pianeta, della sua famosa serie di anelli e delle sue numerose lune. Cassini si chiama così in onore dell’astronomo italiano Gian Domenico Cassini, tra i primi studiosi di Saturno a fine Seicento. È più o meno grande quanto un minibus ed è tra le sonde più ingombranti mai lanciate nella storia delle esplorazioni spaziali. Nei suoi quasi 20 anni di carriera, ha permesso non solo di avere immagini incredibili e dettagliate di Saturno, ma anche di analizzare la polvere interstellare e di scoprire un oceano sotto Encelado, la sesta luna del pianeta per dimensioni.

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Dopo molti anni, Cassini ha finito quasi completamente il propellente per regolare la sua orbita intorno a Saturno, per questo motivo già dal 2010 la NASA aveva lavorato a un nuovo piano per sfruttare fino all’ultimo la sonda, programmando un suo tuffo verso Saturno. L’iniziativa non ha solo lo scopo di raccogliere nuovi dati, ma anche di preservare le lune intorno al pianeta in vista di future esplorazioni, evitando che ci possano essere contaminazioni dovute alla presenza di rottami che si potrebbero staccare dalla sonda. L’obiettivo è preservare in primo luogo Encelado, che con la sua riserva d’acqua allo stato liquido è considerata potenzialmente abitabile.

In un certo senso, la fine di Cassini sarà comunque una nuova missione per la sonda. Le istruzioni per compiere le nuove manovre di avvicinamento saranno trasmesse dalla Terra il prossimo 11 aprile, mentre la prima manovra sarà eseguita il 26 aprile. Cassini ridurrà la sua distanza da Saturno e inizierà a orbitare nello spazio tra il pianeta e il punto dove iniziano i suoi anelli, ampio circa 2.400 chilometri. Nel complesso l’area sarà attraversata 22 volte, fino al prossimo settembre. In cinque mesi Cassini raccoglierà dati che dovrebbero permettere di approfondire le conoscenze sulla struttura interna di Saturno e forse sull’origine stessa dei suoi anelli. Gli strumenti di Cassini per la prima volta rileveranno la composizione dei gas che costituiscono l’atmosfera di Saturno. Le fotocamere della sonda realizzeranno scatti ravvicinati delle nubi che avvolgono il pianeta e dei suoi anelli più interni.

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Il passaggio di Cassini tra il pianeta e gli anelli potrebbe essere complicato dalla presenza di detriti spaziali, che potrebbero danneggiare la sonda. Per questo motivo il primo passaggio sarà eseguito sfruttando la grande antenna della sonda come una sorta di scudo: valutati gli eventuali danni la NASA deciderà quali strumenti esporre nei passaggi successivi.

L’arrivo della metà di settembre coinciderà con la fine di Cassini. La sonda eseguirà un’ultima manovra di avvicinamento che la porterà a tuffarsi ad alta velocità nell’atmosfera di Saturno. I suoi strumenti continueranno a rilevare dati trasmessi dalla sua antenna verso la Terra fino all’ultimo, poi non ne avremo mai più notizia.

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