Nel 2016 le persone residenti in Italia erano 60 milioni e 579mila, 86mila in meno rispetto al 2015, in cui già erano stati stimati 179mila residenti in meno rispetto al 2014. Tra i residenti, i cittadini italiani sono 55 milioni e 551mila, mentre il restante 8,3 per cento sono stranieri. Sono alcuni dei dati pubblicati oggi dall’ISTAT nel rapporto “indicatori demografici“, una statistica annuale che raccoglie le più importanti stime sulla situazione della popolazione italiana. Il calo nel numero dei residenti nel 2016 è il secondo più grande di sempre dopo quello del 2015: l’anno scorso sono nate ancora meno persone di quelle che erano nate l’anno prima, ma sono state di meno anche le morti. Il calo della popolazione non riguarda tutte le regioni: nelle due regioni più popolose, Lazio e Lombardia, il numero di residenti è aumentato, rispettivamente dell’1,3 e dell’1,1 per cento. La regione in cui si è avuto il calo maggiore nel numero di residenti è la Basilicata, dove è diminuito del 5,7 per cento. Di seguito cinque numeri per capire un po’ meglio cosa sta succedendo alla popolazione italiana.
(ISTAT)
474mila
È la stima dei bambini nati in Italia nel 2016: sono circa 12mila in meno rispetto al 2015, quindi anche quest’anno si è raggiunto un minimo storico, dall’Unità d’Italia nel 1861. La riduzione del numero delle nascite c’è in tutte le regioni, ma non nella provincia di Bolzano, in Trentino-Alto Adige, dove le nascite sono aumentate del 3,2 per cento. Dei 474 mila nuovi nati, 92 mila – quindi quasi un quinto, come nel 2015 – sono figli di madre straniera.
La fecondità media, cioè il numero medio di figli per donna, è scesa per il sesto anno consecutivo, arrivando a 1,34: in particolare 1,27 per le italiane, 1,95 per le straniere. Se si considerano diverse classi di età si vedono altre differenze: le donne sotto i 30 anni, in particolare con età compresa tra i 25 e i 29 anni, hanno fatto meno figli (-6 per mille), mentre ne fanno di più le donne con età compresa tra i 35 e i 39 (+2 per mille). L’età media delle madri che partoriscono per la prima volta è salita a 31,7 anni.
44,9
È l’età media delle persone residenti in Italia nel 2016. Dieci anni fa, nel 2007, era di 42,9. Gli individui con 65 anni e più superano i 13,5 milioni e rappresentano il 22,3 per cento della popolazione residente totale. Il numero dei nati nel 2016 è più o meno pari a quello degli ottantenni. Le persone con 80 e più sono 4,1 milioni: il 6,8 per cento della popolazione. Gli ultranovantenni sono 727mila, l’1,2 per cento della popolazione totale.
Gli ultracentenari sono 17mila: circa duemila in meno rispetto al 2015. Si sa già che il numero degli ultracentenari diminuirà nei prossimi anni ma non per via di una riduzione dell’aspettativa di vita degli attuali ultranovantenni: il fatto è che le persone nate nel 1917, nel 1918 e nel 1919, il cui numero era giù ridotto a causa della Prima guerra mondiale, morirono in gran numero a causa dell’epidemia della cosiddetta febbre spagnola. Su base pro-capite le regioni in cui vive il maggior numero di ultracentenari sono la Liguria, dove ce ne sono 50 ogni 100mila residenti, il Molise, dove sono 43 ogni 100mila residenti, e il Friuli-Venezia Giulia, dove sono 39 ogni 100mila residenti.
(ISTAT)
608mila
È la stima del numero di persone morte nel 2016, quarantamila in meno rispetto al picco del 2015 che aveva portato il tasso di mortalità al 10,7 per mille, cioè al più alto dalla Seconda guerra mondiale. Nel rapporto pubblicato oggi l’ISTAT spiega come né il dato eccezionale sul 2015 né quello in controtendenza di quest’anno indichino qualcosa in particolare: in generale ci sono sempre più persone anziane (dato che si vive sempre più a lungo) e quindi è normale che ogni anno ci siano sempre più morti, secondo l’ISTAT. Nel 2016 ce ne sono stati meno rispetto al 2015 perché in quell’anno c’è stato un aumento più grosso del solito nei decessi; il 2015 a sua volta aveva “recuperato” dal 2013 e dal 2014 quando il numero dei morti non era particolarmente aumentato. Il cosiddetto “saldo naturale”, cioè il numero delle nascite meno il numero dei decessi, è di -134mila per il 2016.
Per quanto riguarda l’aspettativa di vita alla nascita è di 80,6 anni per gli uomini e di 85,1 anni per le donne: è aumentata dello 0,5 per cento per entrambi i generi dal 2015 al 2016. L’ISTAT commenta questi dati dicendo che «il percorso di avvicinamento della sopravvivenza maschile a quella femminile può ritenersi tutt’altro che concluso».
(ISTAT)
80mila
È la cifra netta dell’emigrazione dei cittadini italiani, cioè la differenza tra coloro che hanno trasferito all’estero la propria residenza, 115 mila, e gli italiani che sono tornati a vivere in Italia, 35mila. È un numero negativo: sono di più i cittadini italiani che sono andati a vivere all’estero di quelli che sono tornati a vivere in Italia. Nel 2015 il “saldo migratorio” dei cittadini italiani era stato simile, pari a -72mila.
(ISTAT)
205mila
Sono le persone straniere che nel 2016 hanno ottenuto la cittadinanza italiana. È un dato in aumento, che non va a incidere su quello dei residenti dato che riguarda persone che già da tempo abitavano in Italia: nel 2005 solo 29mila persone straniere ottennero la cittadinanza, nel 2010 66mila, nel 2015 178mila. Di questi nuovi cittadini il 38 per cento è minorenne e il 50 per cento ha meno di 30 anni: l’ISTAT spiega che molti di loro sono persone nate in Italia, i cosiddetti “italiani di seconda generazione”.
Si stima che gli stranieri residenti in Italia siano 5 milioni e 29mila. Sono un po’ aumentati dal 2015 al 2016 ma restano sempre circa l’8,3 per cento della popolazione totale.
(ISTAT)