McDonald’s farà consegne a domicilio negli Stati Uniti

Solo in alcuni ristoranti, per il momento: è un settore pieno di potenzialità, ma gli esperti non sono sicuri che funzionerà

di Abha Bhattarai - The Washington Post

(NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)
(NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)

Se i clienti non vanno da McDonald’s, allora saranno i Big Mac ad andare da loro. Almeno questo è il piano per gli Stati Uniti. Dopo un periodo di prova di due mesi in Florida, questa settimana McDonald’s ha detto che si sta preparando a introdurre la consegna in domicilio in alcuni ristoranti americani. La speranza – ha detto l’azienda – è compensare gli anni di vendite in calo rendendo ancora più difficile sfuggire a una delle catene più diffuse al mondo. «Vista la nostra straordinaria diffusione, McDonald’s è in una posizione unica per diventare il leader mondiale nel settore delle consegne», ha detto la società in un comunicato, aggiungendo che oggi quasi il 75 per cento degli americani vive a meno di cinque chilometri da un McDonald’s. «Il mercato delle consegne a domicilio dei ristoranti ha un valore da circa 94 miliardi di euro ed è cresciuto molto rapidamente», ha detto questa settimana la vicepresidente di McDonald’s Lucy Brady durante un evento con gli investitori, ha riportato da Bloomberg. «È un’opportunità importante», ha aggiunto Brady.

Negli ultimi anni le consegne a domicilio nel settore alimentare – che è stato dominato dalla pizza per gran parte del secolo – sono cresciute molto. Secondo gli analisti gran parte di questa crescita è arrivata grazie a servizi esterni come Seamless, Postmates e DoorDash, che stringono collaborazioni con i ristoranti per portare il cibo nelle case dei clienti. Oggi negli Stati Uniti catene come Burger King e Cheesecake Factory offrono servizi di consegne a domicilio, come molti ristoranti locali. «Oggi quella delle consegne a domicilio è la tendenza più grande nel settore della ristorazione», ha detto Jonathan Maze, che scrive di finanza sulla rivista per addetti ai lavori Nation’s Restaurant News. «Molte catene di ristoranti stanno andando in questa direzione, e non c’è motivo per cui McDonald’s non dovrebbe fare altrettanto», ha aggiunto Maze.

McDonald’s mette già a disposizione servizi di consegna a domicilio in alcuni paesi asiatici, come Cina, Corea del Sud e Singapore. L’anno scorso l’attività di consegne dell’azienda in Cina è cresciuta del 30 per cento. Secondo gli analisti, però, non è detto che il successo ottenuto in questi paesi si ripeta anche negli Stati Uniti. «In quei paesi il costo del lavoro è piuttosto basso, e per questo le consegne a domicilio sono una cosa sensata dal punto di vista economico», ha detto Ajay Chopra, socio di Trinity Ventures, una società di venture capital di San Francisco, «negli Stati Uniti sarà più complicato fare funzionare la cosa economicamente».

Per il suo progetto pilota in Florida McDonald’s ha collaborato con UberEats e, stando al Chicago Tribune, ha trattato con altri servizi come Postmates e GrubHub. Gli analisti hanno descritto queste collaborazioni come sensate per McDonald’s – che non dovrà assumere altri dipendenti per le consegne o investire molti soldi per avviare il programma – ma non ideali per i clienti. Negli Stati Uniti, per esempio, UberEats applica una tariffa che equivale a 4,7 euro circa su tutti gli ordini. Mentre i clienti potrebbero anche essere disposti a pagare quella cifra per un ordine da 30 euro in un ristorante thailandese, gli analisti non sono sicuri che riuscirebbero a giustificare un sovrapprezzo simile per un menù da 6,5 euro. Negli Stati Uniti al momento UberEats è disponibile in 32 città, tra cui Washington, Houston e Philadelphia. «Il costo potrebbe essere esagerato per molte persone, soprattutto per chi vive nelle città più piccole e non è abituato a pagare molto per la consegna», ha detto Bonnie Riggs, analista che si occupa di ristorazione per la società di ricerche di mercato NPD Group, «bisogna ricordare che si tratta di fast food», ha aggiunto Riggs. Secondo gli analisti, inoltre, potrebbero esserci anche altri problemi. «Le consegne della pizza hanno avuto successo perché la mozzarella è un buon isolante e il prodotto sopporta un tragitto di 20 minuti», si legge in un recente rapporto di JPMorgan, «lo stesso vale per il cibo italiano, asiatico e per i panini. Altre categorie non si prestano altrettanto bene: il caffè, per esempio, comporta alcuni problemi, come anche hamburger e patatine, che tendono a diventare mollicci in fretta».

L’introduzione delle consegne è solo uno dei modi con cui McDonald’s spera di riconquistare i clienti. L’azienda – che secondo le stime ha perso 500 milioni di ordinazioni dal 2012 – ha anche intenzione di permettere di fare ordinazioni e pagamenti con dispositivi mobili, oltre al cosiddetto “curbside pick-up” (un servizio tramite cui un cliente fa una prenotazione telefonica e al ritiro riceve il pasto direttamente all’auto), al servizio al tavolo e alle postazioni self-service in una serie di ristoranti americani. «Per McDonald’s tutto questo è piuttosto semplice», ha detto Maze, «ma le patatine di McDonald’s rendono al meglio quando vengono servite fresche. Come reggeranno? È una bella domanda».

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