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  • Domenica 12 febbraio 2017

Il referendum svizzero sulla cittadinanza per gli immigrati di terza generazione

È stato votato oggi e rende più facile l'ottenimento della cittadinanza per i nipoti dei migranti "originali": più della metà degli interessati sono italiani

(Benjamin Manser/Keystone via AP)
(Benjamin Manser/Keystone via AP)

In Svizzera si è tenuto oggi un referendum su una modifica costituzionale che prevede un accesso agevolato alla cittadinanza per gli immigrati di terza generazione (cioè i nipoti di migranti). I seggi hanno chiuso a mezzogiorno e, nonostante non ci siano ancora risultati definitivi, è in grande vantaggio l’opzione che prevede di rendere più facile ottenerla: al momento si parla di una percentuale del 59 per cento.

In Svizzera, come in molti altri paesi al mondo, non basta essere nati sul territorio. Per essere considerati immigrati di terza generazione bisogna che almeno uno dei nonni sia nato in Svizzera o abbia acquisito abbia acquisito un «diritto di dimora» e rispettare una serie di altre condizioni: avere meno di 25 anni, essere nate in Svizzera, aver frequentato una scuola svizzera per almeno cinque anni e parlare una delle lingue nazionali svizzere. Secondo uno studio citato dal Guardian al momento circa 25mila delle 8 milioni di persone che vivono in Svizzera avrebbero diritto a ottenere la cittadinanza come immigrati di terza generazione, e circa il 60 per cento di loro è italiano.

La destra svizzera aveva fatto campagna per il No, mentre il governo e il parlamento erano a favore del Sì. Come ha spiegato il Guardian, circa un terzo dell’intera popolazione svizzera è straniera: ora gli immigrati di terza generazione potranno sfruttare procedure più rapide e meno costose per ottenere la cittadinanza svizzera. La modifica costituzionale che glielo permetterà non renderà però automatico l’ottenimento della cittadinanza. Oggi in Svizzera si è votato anche per altre due modifiche: una riguardava un “decreto federale concernente la creazione di un fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato” e l’altra le imposte per le aziende.