Twitter va sempre peggio

Nell'ultimo trimestre ha mancato le previsioni sui ricavi, perso investimenti pubblicitari e guadagnato solo 2 milioni di utenti

 (AP Photo/Richard Drew, File)
(AP Photo/Richard Drew, File)

Gli affari per Twitter continuano a non andare bene: l’azienda ha chiuso il trimestre ottobre-dicembre 2016 al di sotto delle aspettative degli analisti, con 717 milioni di dollari di ricavi invece dei 740 milioni previsti [pdf]. Ma il dato più preoccupante è legato alla scarsa crescita pubblicitaria, inferiore dell’1 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2015, quando la crescita su base annua del quarto trimestre era stata del 48 per cento. Nella preborsa – le contrattazioni prima dell’apertura della seduta di scambi a Wall Street – le azioni di Twitter hanno perso fino al 10 per cento, un ulteriore segno di scarso ottimismo da parte degli investitori sulle ultime prestazioni dell’azienda.

Twitter sta faticando da tempo in quasi tutti i settori, compreso quello fondamentale dell’aumento dei propri iscritti: gli utenti che si collegano almeno una volta al mese al social network sono aumentati di soli 2 milioni negli ultimi tre mesi del 2016, nel complesso ce ne sono 319 milioni. Seppure contenuta, una crescita di questo tipo era stata già prevista dagli analisti dell’azienda, molto cauti nel fare previsioni eccessivamente ottimistiche sull’andamento di Twitter nel breve periodo. Ed è proprio la crescita lenta dei nuovi iscritti a non convincere chi fa pubblicità, che negli ultimi mesi ha quindi speso meno per mostrare i propri annunci su Twitter.

Nei dati dell’ultimo trimestre ci sono comunque alcuni elementi positivi, come per esempio i guadagni che hanno raggiunto 119 milioni di dollari, pari a 16 centesimi di dollaro per azione, al di sopra delle aspettative degli analisti. L’azienda continua comunque a essere in perdita e ha fatto registrare perdite nette per 167 milioni di dollari. Nel 2016 Twitter ha però lavorato per ridurre e ottimizzare le spese, con scelte piuttosto radicali: ha ridotto il personale del 9 per cento, venduto la sua divisione Fabric per lo sviluppo di app a Google e ha chiuso Vine, il social network per condividere video della durata di pochi secondi.

Nel documento di presentazione dei dati finanziari si legge che Twitter intende mettere ulteriore ordine nei suoi affari nel corso del 2017 e concentrarsi sulla raccolta pubblicitaria, soprattutto attraverso un rilancio della sua piattaforma video, seguendo una strategia simile a quella di Facebook, cui invece gli affari continuano ad andare benissimo. Le pubblicità prima dei video o al loro interno rendono molto di più dei classici banner, ma per Twitter c’è il problema di riuscire a venderle e convincere gli inserzionisti a promuovere le pubblicità sul suo social network.

Nell’ultimo trimestre il numero di tweet sponsorizzati (quelli visualizzati nella timeline anche se non si è iscritti al profilo che li pubblica) è ulteriormente diminuito e gli altri sistemi per fare pubblicità faticano a tenere il passo. Gli investimenti di chi fa pubblicità finiscono del resto quasi tutti verso Facebook e Google, che garantiscono un pubblico molto più ampio in tutto il mondo. Twitter non riesce a tenere il passo e non viene spesso considerato come un’alternativa valida per fare grandi campagne pubblicitarie.

Twitter deve inoltre fare i conti con la disaffezione verso il suo social network da parte di numerosi iscritti, frustrati in primo luogo dalla presenza di innumerevoli account fasulli e violenti. Ciclicamente, i responsabili di Twitter annunciano l’aggiunta di nuove opzioni e funzioni per segnalare più facilmente messaggi d’odio e tweet con insulti, ma spesso alle segnalazioni non seguono provvedimenti verso gli account molesti. Il problema è particolarmente sentito al di fuori degli Stati Uniti, nei paesi dove Twitter mantiene una sola presenza commerciale, ma non uffici che si occupano dei suoi contenuti. Non trovandosi a loro agio in un ambiente che talvolta sembra quasi fuori controllo, molti utenti decidono di abbandonare il social network.