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  • Lunedì 6 febbraio 2017

Cosa vuole fare Marine Le Pen

La candidata francese del Front National ha presentato il suo programma a Lione davanti a migliaia di persone, dando alle proposte più radicali una facciata di normalità

Marine Le Pen, 5 febbraio 2017 (JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images)
Marine Le Pen, 5 febbraio 2017 (JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images)

Sabato 4 e domenica 5 febbraio il Front National, partito di estrema destra francese, ha organizzato a Lione due giorni di assises présidentielles, una specie di convention per lanciare la campagna elettorale di Marine Le Pen, leader del partito e candidata alle elezioni presidenziali del prossimo aprile. Le Pen ha parlato domenica pomeriggio davanti a circa 5 mila persone: sul palco c’erano molte bandiere della Francia, delle rose blu e lo slogan scritto sugli schermi era “In nome del popolo francese”. Secondo tutti i principali sondaggi Marine Le Pen dovrebbe superare il primo turno con circa il 25 per cento dei voti, e andare al ballottaggio.

Marine Le Pen si è presentata come la candidata alternativa alla «destra dei soldi» e alla «sinistra dei soldi», mentre i suoi sostenitori gridavano «siamo a casa». Ha detto che dall’esito delle elezioni dipenderà il futuro della Francia «come nazione libera» e che «dopo decenni di errori, lassismo» e «di false alternanze» ora ci si trova a un bivio: «Io difendo i muri portanti della nostra società» contro «i nostri dirigenti che hanno scelto una globalizzazione deregolamentata» e «un’immigrazione di massa». La presentazione del programma ha comunque dato l’impressione che gli aspetti più radicali del FN (per esempio l’uscita dall’euro) fossero combinati con una facciata di normalità: «Che le parole», commenta Le Monde, «siano state utilizzate per ammorbidire i propositi». La forma con cui alcuni impegni di Le Pen sono stati presentati era in qualche modo rassicurante.

Il programma presentato a Lione è composto da 144 impegni, presentati in un modo molto morbido e a tratti anche vago. La proposta 12 parla per esempio del ripristino della sicurezza senza violare le libertà individuali e si mescola con dettagli di pura forma, più che di sostanza. La proposta 121 prevede la costruzione di una seconda portaerei che sarà chiamata “Richelieu”, il cardinale cattolico francese nominato primo ministro da re Luigi XIII il cui ritratto si trova negli uffici di Marine le Pen.

Nel 2012, per la precedente campagna presidenziale di Marine le Pen, un intero capitolo del programma era dedicato allo «smantellamento della moneta unica», mentre oggi la questione viene risolta con una frase: «ritorno a una moneta nazionale e sfruttamento della nostra competitività». La parola “euro” è stata eliminata, anche se l’obiettivo rimane lo stesso. Diverse proposte prevedono il sostegno attraverso la detassazione delle piccole medie imprese e una tassazione maggiore, invece, delle assunzioni dei lavoratori stranieri e dei prodotti di importazione. Si parla anche dell’inserimento della formula “priorità nazionale” nella Costituzione, della promozione «dell’assimiliazione» e non «dell’integrazione», della riduzione del numero dei deputati e, in generale, della difesa del «nostro patrimonio storico e culturale». Rispetto al 2012 non c’è poi nessun accenno al ripristino della pena di morte e la riduzione dei flussi migratori è una proposta tra le altre. Le Pen propone di “assimilare” 10 mila persone all’anno (contro le 40 mila di oggi), mentre nel 2012 aveva promesso di “bloccare le migrazioni verso la Francia”, riducendo il numero totale di stranieri presenti sul territorio a 10 mila.

Tuttavia, nel suo discorso di chiusura, Le Pen non ha rinunciato a soddisfare una parte del suo elettorato che rimane su posizioni molto estreme sull’immigrazione: «Quando si aspira a stabilirsi in un paese, non si comincia con il violare le sue leggi. Non si comincia dalla rivendicazione dei diritti: non ci sono e non ci saranno altre leggi e valori in Francia che non siano francesi. Coloro che sono venuti in Francia l’hanno fatto per trovare la Francia, non per trasformarla a immagine del loro paese. Se invece vogliono vivere come a casa loro, è sufficiente che restino a casa loro».

Francia

Le Pen – che è un’europarlamentare – ha parlato poi contro l’Unione Europea definendola un «sistema tirannico» che sarebbe la causa di tutti i mali della Francia, compresi quelli economici: «Rimanendo nell’euro si paralizza la nostra economia, si mantiene la disoccupazione di massa e si dà all’UE la leva per imporre le sue visioni, le sue linee guida inette, i suoi milioni di migranti».

Promettendo di combattere contro «le forze del declino» e senza mai fare il nome dei suoi avversari (Emmanuel Macron e Jean-Luc Mélenchon, che proprio negli stessi giorni avevano organizzato dei comizi sempre a Lione), Le Pen ha proposto una serie di argomenti per attirare gli elettori di François Fillon, il candidato dei Repubblicani che da qualche settimana sta affrontando molte complicazioni a causa di un’inchiesta che coinvolge la moglie e due dei suoi figli: «Io difendo con determinazione il lavoro. Vogliamo un paese che finalmente riconosca il lavoro perché la prima misura sociale è quella di dare un lavoro a tutti i francesi». Le Pen ha promesso di reintrodurre la detassazione del lavoro straordinario (misura avviata per la prima volta nel 2007 da Nicolas Sarkozy e François Fillon), ha parlato delle radici cristiane della Francia e ha difeso l’insegnamento del “romanzo nazionale”, proprio come Fillon.

Diversi altri dirigenti del Front National hanno parlato facendo riferimento a Fillon e mettendo al centro della campagna presidenziale il fatto che il loro partito possa diventare un punto di riferimento per la destra francese in generale: «L’idea del programma non è creare fratture ideologiche». E la stessa Marine Le Pen, durante il suo discorso di chiusura, ha detto che l’intenzione sarà «fare un governo di unione nazionale»: non è molto chiaro che cosa volesse dire, ma gli osservatori hanno comunque commentato che sua la volontà è essere più inclusiva per riuscire ad attrarre consensi anche fuori dal suo elettorato storico.

Durante il convegno di Lione, Marine Le Pen ha anche presentato il suo video per le presidenziali: la candidata parla della sua passione «viscerale» per la Francia e per la sua storia, dell’amore «per questa nazione millenaria» e per questo «popolo impetuoso che non rinuncia». Dice: «Sono una donna e come donna sento come violenza estrema le restrizioni delle libertà che si moltiplicano in tutto il nostro paese attraverso la diffusione del fondamentalismo islamico». Dice poi «sono una madre» e «sono un avvocato», e per questo spiega di avere una «sensibilità particolare» per «la sorte delle vittime confrontata all’impunità dei criminali». Ancora: «Se dovessi definirmi risponderei semplicemente che sono intensamente, fieramente, fedelmente, evidentemente francese». Nelle immagini la si vede tra l’altro in spiaggia, su un elicottero, mentre guida una barca a vela, mentre è a cavallo con un cappello da cowboy.