La gradinata di Marassi prima di Sampdoria-Roma (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)
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Serie A, le cose di cui parlare

Nella giornata in cui la Juventus ha guadagnato altri punti di vantaggio, quattro giocatori confermano la loro importanza per le proprie squadre: Mandzukic, Thereau, João Mario e Krejci

La gradinata di Marassi prima di Sampdoria-Roma (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

Nelle ultime settimane si è parlato molto dei problemi della Juventus, per quanto non le impediscano di vincere spesso, ma ci si è forse dimenticati che le squadre che le stanno dietro dovrebbero fare meglio per raggiungerla o superarla. Domenica pomeriggio invece, nella 22ma giornata di Serie A, la Juventus ha vinto contro il Sassuolo, a cui non ha concesso nulla per novanta minuti (è la seconda partita di fila che capita), mentre la Roma ha perso a Genova contro la Sampdoria, fornendo una prestazione lontana dalle sue ultime, forse per un eccesso di sicurezza derivato dalla facile vittoria in settimana ottenuta proprio contro la Sampdoria, ma in Coppa Italia. Al Milan invece non è andato bene niente. A Udine il suo giocatore più in forma, Giacomo Bonaventura, è uscito infortunato dopo trenta minuti e dopo aver segnato il gol del momentaneo vantaggio. Nel frattempo Manuel Locatelli e Gabriel Paletta hanno avuto una pessima giornata, commettendo molti errori, due dei quali decisivi per la sconfitta. Poi si è pure fatto male De Sciglio. Dall’altra parte l’Udinese ha fatto quello che è solita fare da quando è allenata da Luigi Del Neri: non subire troppo e poi proporre il proprio gioco, che ieri si è trovato davanti una squadra per molti aspetti debole. Cyril Thereau ha fatto il resto.

Per completare la bella giornata della Juventus, nel posticipo delle 20.45 il Napoli ha pareggiato in casa contro il Palermo, la penultima in classifica. Non è stata una partita preoccupante per il Napoli – anche in vista del Real Madrid in Champions League – ma i suoi attaccanti non erano particolarmente ispirati e si sono trovati di fronte Josip Posavec, il portiere del Palermo che prima ha parato praticamente tutti i tiri che gli sono arrivati, anche i più difficili, e poi si è fatto passare sotto le gambe il pareggio del Napoli. L’unica delle prime cinque squadre in classifica ad aver veramente guadagnato qualcosa è l’Inter: con la sconfitta della Lazio e la sua settima vittoria di fila è salita al quarto posto, guadagnando qualcosa anche su Roma e Napoli. Ma per l’Inter la Juventus è molto lontana, probabilmente troppo. In ogni caso la settimana prossima giocheranno contro, e si capirà di più.

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Mario Mandzukic: totale.
Grazie alla condizione fisica di alcuni suoi giocatori – due in particolare – la Juventus mantiene la testa della classifica da inizio campionato e ieri, complici i risultati delle dirette avversarie, ha guadagnato ulteriori punti di vantaggio. Contro il Sassuolo tutta la Juventus ha giocato un’ottima partita, ma Mario Mandzukic e Juan Cuadrado sono stati impressionanti, soprattutto per la loro intensità di gioco. Mandzukic ha giocato per novanta minuti, Cuadrado dieci in meno: schierati come esterni alti hanno corso per tutto il campo come atleti professionisti, e per tutta la partita, recuperando palloni in difesa, fornendo sostegno ai centrocampisti e partecipando attivamente alla fase offensiva. Ieri è come se la Juventus avesse giocato con due uomini in più, con due difensori aggiunti nei momenti in cui il Sassuolo attaccava e con due attaccanti in più in fase d’attacco. Il primo gol della Juventus è nato da questa giocata di Mandzukic:

Mandzukic è il giocatore che più degli altri rispecchia la prima metà di campionato della Juventus, e per quello che sta facendo è paragonabile all’importanza che ebbe Samuel Eto’o nel triplete vinto dall’Inter nel 2010. Si è scontrato fisicamente (e spesso verbalmente, lontano dalle telecamere) da solo contro intere difese, senza mai dare cenni di nervosismo. Recupera e gestisce un sacco di palloni, e segna pure: finora quattro gol. Non si perde in dribbling superflui, gioca molto con la squadra e nel gioco aereo rimane superiore a gran parte degli avversari. Fin qui un giocatore di pura sostanza, il più in forma della Serie A. Al termine della partita di ieri, Allegri ha detto: “Ha un motore diverso dagli altri. È un esempio per tutti e uno stimolo per tutta la squadra”.

L’importanza di Cyril Thereau
Cyril Thereau ha avuto una carriera strana. È iniziata fra la seconda e la terza serie francese, prima con l’Orléans e poi con l’Angers. Poi il trasferimento nella prima divisione belga, al Charleroi, dove è rimasto un anno senza giocare molto ma facendosi comunque notare per alcune prestazioni molto buone. Nell’estate del 2006, improvvisamente, é andato alla Steaua Bucarest: a 23 anni trasferirsi nel campionato romeno non è la scelta più logica per un giocatore francese, e anzi può essere considerato come un passo indietro. Ma alla Steaua è riuscito a giocare ancora meglio di prima. Nel periodo romeno il suo valore è raddoppiato e l’Anderlecht, la squadra più importante del Belgio, se lo è poi comprato per quasi 3 milioni di euro. All’Anderlecht però non è riuscito a migliorare quanto aveva fatto vedere con la Steaua, ed era stato rimandato allo Charleroi. Da lì, nel 2010, il Chievo lo aveva portato in Serie A, che lentamente si è rivelato essere un campionato adatto a lui, perché è un giocatore molto bravo a inserirsi in schemi tattici organizzati ed eseguire movimenti precisi. Inoltre si è dimostrato più che adatto a giocare per squadre di seconda/terza fascia.

Questa stagione non l’ha iniziata nel migliore dei modi, ma quando l’Udinese ha sostituito Iachini con Del Neri, il campionato di Thereau è completamente cambiato. Per Del Neri è un giocatore fondamentale, un po’ trequartista un po’ centravanti, e infatti fin qui ha segnato in media 0,5 gol a partita, quasi tutti fondamentali per il risultato finale, e da lui passano tutte le azioni offensive della squadra. Ieri contro il Milan ha segnato il gol del pareggio e dato inizio all’azione del gol della vittoria liberandosi dal pressing di Paletta con una giocata di tacco a centrocampo.

João Mario e un’altra Inter
Le sue prime due partite con l’Inter avevano fatto promettere molte cose buone, di quelle che un po’ ci si aspetta da un campione d’Europa pagato una quarantina di milioni di euro. Ma è arrivato a campionato iniziato e si è ritrovato nel mezzo della confusione dei tre mesi di Frank de Boer, pur mostrando comunque prove del suo valore anche nei mesi più complicati. Come per il resto dell’Inter, João Mario ha tratto beneficio dall’arrivo di Stefano Pioli. Fin dalla sua prima partita di campionato, il derby contro il Milan, Pioli lo ha spostato nel ruolo di trequartista, dove viene schierato tuttora. E in questa Inter il ruolo di trequartista sembra essere la posizione più adatta a lui e al resto della squadra. Da lì João Mario può sfruttare appieno le sue capacità nella lettura del gioco e nella gestione della palla negli spazi limitati. Nelle sue ultime quattro partite ha segnato due gol, ha fornito un assist ed è sempre stato fra i migliori in campo. Gli mancano ancora quei colpi imprevedibili che possono creare occasioni da gol dal nulla, e un po’ di aggressività davanti all’area avversaria, ma se sabato l’Inter ha vinto la sua settima partita di fila in campionato è anche per il modo in cui sta giocando João Mario.

Il talento di Ladislav Krejci
Gioca nel Bologna e rientra nella categoria dei giocatori che in un contesto non troppo esigente si stanno adattando in fretta alla Serie A e stanno disputando un’ottima stagione al loro esordio in Italia: Krejčí ha 24 anni e prima di quest’anno ha sempre giocato per lo Sparta Praga. Ha esordito con il club ceco nel febbraio 2010 ed è diventato titolare fin da subito. È un’ala sinistra molto veloce, dotata di un gran tiro e in grado di giocare in entrambe le fasce: ma spazia anche in altre zone del campo e non è raro vederlo recuperare palloni a centrocampo. È anche titolare nella nazionale ceca, con cui ha disputato gli ultimi Europei di calcio.

Da quando è a Bologna, Donadoni lo ha più volte elogiato per il suo impegno e lo ha sempre fatto giocare titolare, venendo ripagato: ha fornito sei assist ai compagni, oltre a un sostegno continuo sulla fascia, ha segnato un gol su rigore e ne ha procurato un altro. Può migliorare ancora molto, soprattutto se inizia a segnare più spesso: ieri ha realizzato un altro assist per il gol del vantaggio contro il Cagliari.

Torino e Genoa continuano a calare
La parte centrale della classifica cambia frequentemente e non sembra mai stabilizzarsi. Il Torino ha vinto una sola partita delle ultime otto giocate, il Genoa non vince dal 15 dicembre. Bologna, Chievo e Udinese salgono lentamente e probabilmente concluderanno la stagione non lontane dalle loro attuali posizioni.

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