Ogni anno, subito dopo l’assegnazione degli Oscar, si inizia a pensare ai film che potrebbero vincerlo l’anno dopo, l’Oscar. I principali siti – di cinema e non – iniziano quindi a fare liste in cui, spesso senza che il film sia ancora pronto, provano a prevedere se andrà bene o no in base a regista, trama, attori, immagini e voci che circolano sul film in questione. Spesso sbagliano: in questa previsione dello scorso maggio di Todd VanDerWerff, il capo dei critici di Vox, non c’è per esempio La La Land ma ci sono Sully e Silence, i film di Clint Eastwood e Martin Scorsese che hanno avuto una nomination a testa e non sono nemmeno tra i nove candidati al premio per il Miglior film. Insomma: a volte i critici sbagliano, specie se hanno pochi elementi a loro disposizione.
In più, come ha scritto Benjamin Lee sul Guardian, «è chiaro a chiunque se ne intenda un po’ di Oscar che la vittoria è una questione di pubbliche relazioni e campagne promozionali tanto quanto è una questione di, beh, essere un bel film». In attesa di avventurarsi in previsioni (probabilmente sbagliate) per il 2018, Lee ha raccolto i film di cui mesi fa si diceva potessero andare bene agli Oscar e che invece, qualche giorno fa, non hanno avuto nemmeno una nomination: neanche per i costumi, la scenografia o il montaggio sonoro. L’articolo di Lee si intitola legittimamente Nah Nah Land e c’è anche un gangster movie sceneggiato, diretto, prodotto e interpretato da Ben Affleck.
L’eccezione alla regola
In Italia uscirà ad aprile ed è un film a cui Warren Beatty – che ha 79 anni e vinse l’Oscar per la Miglior regia grazie a Reds, nel 1982 – ha lavorato per molto tempo. Nel cast ci sono Haley Bennett, Lily Collins e Matthew Broderick. Parla di una storia d’amore tra un’aspirante attrice e il suo autista. Lavorano entrambi per Howard Hughes, interpretato proprio da Beatty. Huges, già raccontato nel film The Aviator di Scorsese, è stato un tipo eccentrico e geniale: regista, produttore, imprenditore e aviatore. Ci si aspettava un gran film; quasi tutti i critici che l’hanno visto ne hanno parlato come di un film piatto, recitato così-così e poco emozionante.
The Founder
Le premesse per gli Oscar c’erano tutte: una storia interessante, molto americana e mai raccontata prima. Poi, soprattutto, il protagonista: Michael Keaton, che prima di questo film aveva recitato in Birdman e Il caso Spotlight, entrambi premiati agli Oscar. The Founder non ha deluso tanto quanto L’eccezione alla regola ma ha ottenuto quelle che si definiscono “mixed reviews”: qualcuna buona, qualcuna no, senza particolari eccessi in positivo o in negativo.
Gold
È il nuovo film di Stephen Gaghan, che ha vinto un Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale (per Traffic, nel 2001) e che non dirigeva un film da più di 10 anni (Syriana, del 2005). Racconta la vera storia di Kenny Wells, che andò nel Borneo, in Indonesia, per cercare oro. Lo trovò, divenne ricchissimo, ma poi finì nei guai. Wells è interpretato da Matthew McConaughey, che per il ruolo è ingrassato di una ventina di chili (per Dallas Buyers Club ne perse molti di più e vinse l’Oscar) ed è truccato in modo da sembrare semi-calvo. Non c’è ancora una data di uscita in Italia e le recensioni sono in genere piuttosto negative.
A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia
È un film biografico di Amma Asante, la regista di La ragazza del dipinto. I protagonisti sono David Oyelowo e Rosamund Pike. È ambientato negli anni Quaranta e racconta la vera storia di Seretse Khama e di sua moglie Ruth Williams. Khama era l’erede al trono del Botswana ma subì molte critiche perché decise di sposare una donna bianca, che lavorava come impiegata a Londra. Le recensioni sono abbastanza buone – anche se qualcuno l’ha definita una storia raccontata in maniera un po’ vecchia – ma già qualche mese fa si capì che non avrebbe potuto puntare agli Oscar. Il film non era nemmeno tra gli oltre 300 tra cui poteva scegliere chi ha votato per le nomination agli Oscar.
Billy Linn – Un giorno da eroe
È un film diretto da Ang Lee – il regista di La tigre e il dragone – con Garrett Hedlund, Kristen Stewart, Vin Diesel, Steve Martin e Chris Tucker. Il protagonista del film è l’attore britannico Joe Alwyn, che ha 25 anni ed è al suo primo film. È tratto dal romanzo Billy Lynn’s Long Halftime Walk, che è anche il titolo originale del film, e in versione italiana è edito da Minimum Fax (con il titolo È il tuo giorno, Billy Lynn!). Libro e film parlano di un soldato statunitense che al ritorno dall’Iraq viene celebrato come eroe e portato in giro per una sorta di tour negli Stati Uniti. La sua reale esperienza nella guerra in Iraq – mostrata attraverso molti flashback – è però diversa da come lui la racconta e, soprattutto, da come se la immagina il pubblico a cui ne parla. Il film è stato girato in 3D, con una risoluzione 4K (cioè in Ultra HD) e soprattutto è stato girato a 120 fotogrammi al secondo, circa cinque volte di più rispetto alla grande maggioranza dei film. Lee ha già vinto tre Oscar (uno per aver diretto il Miglior film straniero e due per la Miglior regia). Negli Stati Uniti ha incassato pochissimo e Lee – quello del Guardian – ha scritto che «nessuno si sarebbe aspettato un film così poco di successo». Altre recensioni sono però più positive.
The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo
Un anno fa vinse al Sundance Film Festival il premio della giuria e quello del pubblico per il Miglior film drammatico statunitense, e Fox Searchlight comprò i suoi diritti di distribuzione per circa 17 milioni di euro (una cifra record, nella storia del Sundance). Se ne parlò anche come di un possibile vincitore di alcuni importanti Oscar. Racconta la storia di Nat Turner, uno schiavo nero che nell’agosto del 1831 guidò una rivolta degli schiavi in Virginia. Nate Parker è regista, sceneggiatore, co-produttore e attore protagonista del film. Secondo molti esperti il film è passato dall’essere “materiale da Oscar” a mezzo-flop (in Italia è uscito a dicembre, senza che molti se ne siano accorti) soprattutto perché si è ricominciato a parlare di una vecchia accusa di stupro nei confronti di Parker, che comunque fu processato e assolto.
Miss Sloane
A fine 2015 entrò nella “Black List”, una lista annuale fatta da addetti ai lavori che scelgono le migliori storie – soggetti o sceneggiature che girano a Hollywood – non ancora diventate film. Poi è diventata un film, diretto da John Madden (il regista di Shakespeare in Love) e con protagonista Jessica Chastain, che interpreta una potente lobbista di Washington che sacrifica la sua carriera per provare a far passare una legge che limiti l’uso delle armi negli Stati Uniti. Prima dell’annuncio delle nomination per gli Oscar si pensava che ne avrebbe forse potute ottenere almeno un paio, invece non ne ha ricevuta nemmeno una. Todd McCarthy ne ha parlato bene sullo Hollywood Reporter, definendolo «solido e intelligente». Altri critici l’hanno definito un buon thriller politico, altri ancora hanno scritto che è un film mediocre.
La legge della notte
Uscirà in Italia il 2 marzo ed è un film ambientato negli Stati Uniti negli anni Venti: sceneggiato, diretto, prodotto e interpretato da Ben Affleck. Racconta la storia di Joe Coughlin, figlio di un commissario della polizia di Boston, che contrabbanda illegalmente bevande alcoliche e diventa un gangster. Affleck ha il ruolo del protagonista e tra i produttori c’è anche Leonardo DiCaprio. Nel cast ci sono Sienna Miller, Zoe Saldana ed Elle Fanning, tra gli altri. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane, che è anche l’autore di La morte non dimentica, da cui è stato tratto Mystic River di Clint Eastwood, e di L’isola della paura, da cui è stato tratto Shutter Island di Martin Scorsese. Su Rotten Tomatoes è il film diretto da Affleck con il voto più basso e Lee ha scritto che è «un casino a volte troppo poco intenso e altre volte troppo intenso».