Dries Mertens con i compagni di squadra dopo il secondo gol segnato al Torino (Francesco Pecoraro/Getty Images)
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Serie A, quattro cose di cui parlare

La Juventus vince, saluta tutti e va a giocarsi la Supercoppa, il Napoli risale al terzo posto segnando moltissimo e ora la Roma deve guardarsi dietro, più che avanti

Dries Mertens con i compagni di squadra dopo il secondo gol segnato al Torino (Francesco Pecoraro/Getty Images)

La 17ma giornata della Serie A ha probabilmente iniziato a definire la forma di questo campionato. Partendo dalla cima: dopo aver battuto la Roma 1 a 0 nello scontro diretto di sabato sera la Juventus ha portato a sette il suo distacco proprio dalla Roma e a otto quello da Napoli e Lazio, terze a pari merito. Sono sette e otto punti che chi insegue dovrebbe recuperare nel momento in cui è previsto che la Juventus entri completamente in condizione, con visibili miglioramenti sia dal punto di vista fisico che sul piano tattico: auguri.

Il Milan di Montella continua a giocare bene, sicuramente molto meglio di come ci aveva abituato nelle passate stagioni. Ma il gioco non è servito a evitare una sconfitta contro la Roma e un pareggio in casa con l’Atalanta, due risultati che lo hanno fatto scendere dal secondo al quinto posto: vedremo se il 23 dicembre, nella Supercoppa italiana contro la Juventus, la squadra di Montella riuscirà a ripetere quanto fatto a San Siro in ottobre. Poi c’è la Roma, che vince soprattutto sul piano fisico e a volte su quello caratteriale, ma dopo la partita di Torino un po’ tutti si sono accorti che difficilmente riuscirà a competere veramente con la Juventus per lo scudetto. Potrebbe farlo il Napoli, visto che da un mese gioca meglio di tutti e segna molto, complici le prestazioni strabilianti del belga Dries Mertens, ma ha comunque otto punti da recuperare, che sono tanti se è la Juventus che si deve raggiungere. L’ultima squadra a essere uscita malconcia da una partita contro il Napoli è stato il Torino, una delle squadre più interessanti della Serie A che però si sfalda molto facilmente, soprattutto nelle partite più importanti. Al terzo posto ora c’è anche la Lazio, che nelle prime settimane di campionato sembrava solamente una sorpresa passeggera e che invece continua a vincere grazie a una delle rose più sottovalutate del campionato: finché i titolari tengono tutto bene, il problema però saranno le riserve.

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La Juventus saluta tutti
I primi sessanta-settanta minuti dell’anticipo di sabato tra Juventus e Roma hanno tolto di mezzo anche gli ultimi dubbi rimasti. In questo momento non esiste squadra italiana che riesca a competere con una Juventus non ancora al pieno delle sue capacità. La Roma ha passato più di metà partita senza mai prevalere sul gioco e nel numero di occasioni, forse anche a causa di alcune scelte tattiche che non si sono rivelate azzeccate, come la partenza tra i titolari del brasiliano Gerson. La Juventus invece è stata la solita squadra vista fin qui, capace di colpire senza dare segnali di poterlo fare per poi gestire il resto della partita. Anche gli ultimi venti minuti di partita hanno rispecchiato la squadra vista finora, che concede spesso occasioni agli avversari, ma la Roma non è riuscita ugualmente a pareggiare, pur trovandosi più di una volta davanti alla porta avversaria. Sarebbero stati quelli gli unici minuti buoni per segnare, invece la Juventus ha vinto la sua 25ma partita di fila in casa, per la seconda volta, e ora ha sette punti di vantaggio.

Anche dalle parole dette da Allegri nelle ultime settimane, ci si aspetta che la Juventus entri nella sua piena condizione dopo la sosta invernale, per farsi trovare al meglio per l’ultima decisiva parte della stagione. Metà campionato lo ha gestito lo stesso, pur giocando spesso male e perdendo qualche partita, e ha ottenuto comunque il massimo: prima con sette punti dalla seconda in Serie A e agli ottavi di Champions League contro il Porto, che valgono già metà quarti. Se nessuno è riuscito a stargli dietro fino ad ora, difficile pensare che ci si riuscirà da qui a maggio.


Le illusioni delle genovesi
Quest’anno, forse più che in quelli passati, Genoa e Sampdoria sembrano due squadre tanto interessanti quanto inconcludenti. Entrambe, in periodi separati, hanno messo insieme una serie di ottimi risultati e alcune vittorie notevoli, ed entrambe hanno due rose fra le più promettenti e piene di talenti che si possono trovare in Serie A: il Genoa ha Giovanni Simeone, Darko Lazovic, Lucas Ocampos e Diego Laxalt, mentre la Sampdoria Lucas Torreira, Karol Linetty, Dennis Praet e Luis Muriel, e ce ne sono ancora altri. Ci sono anche calciatori d’esperienza, in queste due squadre, ma nonostante ciò, quando arriva il momento di confermarsi e di fare un salto di qualità, né Genoa né Sampdoria lo fanno. In classifica sono appaiate al dodicesimo e tredicesimo posto, dietro a Chievo e Udinese, due squadre sulla carta più deboli.

Ieri pomeriggio la Sampdoria ha perso 2 a 1 in casa del Chievo pur sembrando inizialmente meglio schierata in campo, salvo nelle azioni cruciali della partita, e spesso in controllo del gioco. Ha però preso gol prima per uno scontro fuori area fra il portiere e un suo difensore, poi su calcio di rigore. Ha segnato solamente al 94mo, quando ormai non era rimasto altro tempo. Il Genoa invece l’ha fatta più grossa, visto che è riuscito a farsi rimontare di tre gol in casa dalla peggior squadra del campionato, il Palermo. Al 65mo la squadra di Juric stava vincendo 3 a 1: negli ultimi venti minuti però si è fatta riprendere e superare dal Palermo, a segno tre volte con Goldaniga, Rispoli e Trajkovski. Come se non bastasse, al quarto minuto di recupero il portiere genoano Mattia Perin si è fatto espellere, concludendo nel peggiore dei modi una partita assurda.



Il Napoli di Mertens sale al terzo posto
Dopo il 5 a 0 rifilato al Cagliari nell’ultima partita di Serie A avevamo scritto: “In questo momento i tre attaccanti esterni del Napoli, soprattutto Mertens e Callejon, possono essere considerati fra i migliori d’Europa nel loro ruolo. Il capitano Marek Hamsik è una certezza, affiancato da uno dei giovani più promettenti (ma non è una novità) del nostro campionato, il 22enne Piotr Zieliński. Sarri ha ancora alcune cose da migliorare, tra cui le prestazioni di Manolo Gabbiadini e della difesa, che spesso commette errori ingenui. Ma il campionato italiano ha ritrovato una delle sue squadre più belle e divertenti”.

Ieri il Napoli ha vinto ancora facendone altri cinque, ma non al Cagliari: al Torino. Tre gol sono stati segnati nei primi trenta minuti, tutti da Dries Mertens. Uno su rigore, uno su azione e l’altro dopo una respinta di Joe Hart su un tiro da fuori area di Callejon. Nel secondo tempo, dopo i primi due gol del Torino e il quarto del Napoli, segnato dal romeno Chiricheș, Mertens ha segnato il gol più bello del campionato, con buone probabilità che rimanga tale anche al termine della stagione: un pallonetto all’interno dell’area di rigore, ma da posizione laterale e a giro, calciato con l’interno del piede. Era dalla stagione 1994/1995 che nessuno segnava almeno tre gol a partita in due partite di campionato consecutive.


La classifica
Con la vittoria a Sassuolo, le sconfitte di Fiorentina e Torino e il pareggio dell’Atalanta, l’Inter si riavvicina alla sesta posizione ma per l’Europa League l’unica squadra che in questo momento sembra più attaccabile è il Milan, ma ha comunque sei punti di vantaggio. In coda alla classifica, l’Empoli ottiene tre punti e inizia a guadagnare un vantaggio considerevole dalle ultime tre, ora distanziate fra di loro da un solo punto.

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