Fitbit ha comprato Pebble, e la chiude

La startup degli apprezzati smartwatch economici smetterà di esistere, a quattro anni dalla sua fondazione

Fibit, uno dei più grandi produttori al mondo di dispositivi da indossare per rilevare l’attività fisica, ha annunciato di avere acquisito tutte le risorse principali di Pebble, una startup molto apprezzata per i suoi smartwatch a basso costo e con una lunga durata della batteria. La notizia era stata anticipata la settimana scorsa da The Information, citando fondi interne alla società, che ha in seguito confermato con un messaggio diffuso dal suo CEO e cofondatore, James Park. Per gli appassionati di Pebble non è una buona notizia, perché la produzione di nuovi smartwatch è stata cancellata; in compenso in futuro le tecnologie sviluppate dalla startup potrebbero finire nei nuovi dispositivi su cui sta lavorando Fitbit.

Nel suo comunicato, Park ha scritto: “Con questa acquisizione, siamo posizionati meglio per accelerare l’espansione della nostra piattaforma e del nostro ecosistema, in modo da rendere Fitbit una parte centrale nella vita di tutti i giorni per una grande quantità di clienti”. Park non ha specificato quanto sia costata l’operazione, ma Bloomberg parla di circa 40 milioni di dollari, cifra che sembra essere coerente con le valutazioni ricevute da Pebble negli ultimi mesi. Quasi tutti gli ingegneri e gli sviluppatori di Pebble potranno continuare a lavorare all’interno di Fitbit, mentre saranno tagliati i posti di lavoro di chi aveva altre mansioni, per evitare che si duplichino posizioni all’interno dell’azienda. Lo stesso fondatore di Pebble, Eric Migicovsky, lascerà al termine dell’acquisizione.

Pebble aveva lanciato il suo progetto nel 2012 su Kickstarter, la piattaforma di crowdfunding che consente agli iscritti di finanziare iniziative di vario tipo, garantendosi la possibilità di ricevere per primi i prodotti realizzati dalle startup cui offrono denaro. Mentre le grandi aziende stavano ancora valutando il giusto approccio per sviluppare i loro smartwatch, Pebble era riuscita ad anticipare la concorrenza con un dispositivo che aveva ottenuto recensioni molto positive. Il Pebble aveva uno schermo in bianco e nero, simile a quello dei Kindle, ideale per ridurre al minimo il consumo della batteria. Lo schermo mostrava notifiche essenziali provenienti dal proprio smartphone e dava la possibilità di interagire un minimo col proprio telefono, senza doverlo tirare fuori dalla tasca.

Il successo iniziale del Pebble era stato ridimensionato con l’arrivo degli smartwatch basati su Android e in seguito con gli Apple Watch di Apple, con funzionalità più avanzate e rifinite. Quelli di Pebble avevano comunque proseguito per la loro strada, annunciando i nuovi Pebble 2 e Pebble Time, con diverse innovazioni rispetto al primo modello del 2012. La startup ultimamente si era inoltre concentrata molto sullo sviluppo di soluzioni e dispositivi per tenere traccia della propria attività fisica, il principale campo di attività di Fitbit. Tra gli effetti collaterali dell’acquisizione ci sono la chiusura dei progetti Pebble 2 e Pebble Time: la startup ha già annunciato che nelle prossime settimane procederà a rimborsare gli utenti che avevano sostenuto la sua campagna su Kickstarter. I Pebble già in circolazione continueranno a funzionare, ma non riceveranno aggiornamenti software, quindi col tempo smetteranno di essere compatibili con le nuove generazioni di smartphone.

L’acquisizione ha suscitato molto interesse da parte degli analisti perché il settore dei dispositivi per l’attività fisica e gli smartwatch è in difficoltà, nonostante le grandi campagne pubblicitarie e spese per il marketing delle aziende che li producono. Fitbit aveva già avvisato gli investitori su un probabile calo delle vendite, su base annua, per il periodo natalizio proprio a causa di una inferiore domanda per questo tipo di dispositivi. Le cose non stanno andando meglio per gli altri grandi produttori di smartwatch come Motorola, LG, Huawei e Samsung, che stanno valutando di rivedere almeno in parte i loro investimenti nel settore. Alcuni modelli in fase di progettazione sono stati scartati in seguito al previsto calo della domanda.

Proprio in questi giorni, Apple ha annunciato di avere avuto “la migliore settimana di sempre” nelle vendite dei suoi Apple Watch, disponibili da questo autunno in una serie più economica (quella vecchia) cui ne è stata affiancata una nuova con orologi più potenti, e costosi. I dati di IDC, tra i principali analisti delle vendite nel settore dell’elettronica, dicono però che Apple ha subito un calo nelle vendite dei suoi Apple Watch del 70 per cento su base annua, a conferma dello scarso interesse per questo tipo di dispositivi. Le cose non vanno meglio per Microsoft, che ha smesso di vendere il suo Band, un rilevatore dell’attività fisica presentato l’anno scorso e sul quale sembrava fare molto affidamento per estendere le sue opportunità di ricavo.