Pebble, orologio per smartphone

Per ora è solo un progetto promettente, ma ha raccolto in pochi giorni 5 milioni di dollari attraverso una colletta online

Pebble è un orologio da polso, ma a differenza dei comuni orologi al posto del quadrante ha uno schermo e funziona collegandosi senza fili al proprio smartphone. Non è ancora in commercio su larga scala, ma i suoi ideatori stanno ottenendo un enorme successo su Kickstarter, il sito web che consente di proporre la propria idea e di farla finanziare entro un certo periodo di tempo con una specie di colletta messa insieme dagli iscritti al servizio. In pochi giorni, l’idea di Pebble ha raccolto 5 milioni di dollari superando di 50 volte l’obiettivo che si era posto il team che lo ha ideato. L’orologio per smartphone potrebbe ricevere ancora altri fondi, considerato che alla fine della raccolta mancano ancora 29 giorni.

Come è fatto
Pebble ha le classiche dimensioni di un orologio da polso, ma al posto delle lancette ha un quadrante fatto con uno schermo in bianco e nero, simile a quello dei lettori di ebook. Questa scelta permette di far durare molto più a lungo la batteria dell’orologio, che altrimenti con uno schermo a colori illuminato tradizionale si scaricherebbe rapidamente. Pebble può essere collegato agli iPhone e agli smartphone che utilizzano Android attraverso una connessione senza fili a corto raggio (Bluetooth 2.1) e ha un piccolo motore per emettere vibrazioni utile per segnalare la presenza di nuove notifiche a chi lo indossa.

L’orologio può quindi riprodurre sul suo schermo i messaggi ricevuti attraverso lo smartphone, i promemoria, il titolo della canzone che si sta ascoltando, altre notifiche e naturalmente l’ora. Utilizzando i suoi tasti, Pebble può anche inviare comandi al telefono, consentendo per esempio di rispondere a una chiamata, cambiare canzone o segnare come letti i messaggi. Attraverso una applicazione per iPhone o Android, su Pebble si possono anche caricare piccole app per far eseguire all’orologio specifiche funzioni, per esempio segnare il tempo e la distanza percorsa durante un allenamento o vedere le indicazioni del meteo. Il sistema fa elaborare le informazioni allo smartphone e le presenta poi sul proprio schermo a basso consumo, senza che si debba tirar fuori il cellulare dalla tasca o recuperarlo in giro per casa.

Stando ai dati forniti dai suoi ideatori, la batteria di Pebble dura mediamente per almeno sette giorni prima di dover essere ricaricata. Ha una lucetta interna, come i vecchi orologi digitali, per illuminare lo schermo al buio, è resistente all’acqua e il vetrino del quadrante è antigraffio. Per la ricarica è sufficiente collegare l’orologio con un cavetto USB. È stato prodotto in una prima serie limitata e anche grazie al nuovo finanziamento potrà essere migliorato e ulteriormente perfezionato, prima di essere venduto su una scala più grande.

Eric Migicovsky
È l’ideatore principale di Pebble e in passato aveva già lavorato alla progettazione di simili dispositivi. Realizzò inPulse, un predecessore di Pebble, studiato per i BlackBerry. Ne vendette 1.500 esemplari e riuscì a convincere diversi sviluppatori a inventarsi delle applicazioni aggiuntive per il suo orologio. Ne furono realizzate 80, poi il progetto naufragò e Migicovsky decise di tentare la strada dei più diffusi iPhone e smartphone basati su Android.

Kickstarter
I progetti su Kickstarter vanno e vengono molto rapidamente, in genere perché non raggiungono l’obiettivo minimo per il loro finanziamento. Pebble ha sorpreso tutti raccogliendo in pochi giorni grandi quantità di denaro, cosa che potrebbe anche attirare qualche fondo di investimenti nelle prossime settimane, rendendo il progetto ancora più solido.

I’m Watch
A parte il successo di Pebble, che deve comunque ancora dimostrare sul lato pratico di essere una buona idea commercialmente sostenibile, fino a ora verso gli orologi per smartphone ci sono state particolari diffidenze. I tentativi fino a ora realizzati si sono rivelati fallimentari o hanno riscosso poco interesse, come nel recente caso dello SmartWatch di Sony. In Italia negli ultimi mesi c’è stato anche il caso di I’m Watch, un orologio prodotto da una società vicentina che a causa di diverse traversie tarda ad arrivare sul mercato. Come aveva segnalato Massimo Mantellini sul suo blog, la società aveva annunciato che il suo dispositivo sarebbe stato distribuito a partire dallo scorso novembre, poi la data fu spostata allo scorso gennaio e infine all’attuale mese di aprile. Ritardi spiacevoli, per non dire altro, per i clienti della società che avevano acquistato I’m Watch con una formula creativa: metà prezzo dell’orologio pagato subito, l’altra metà a una settimana dall’avvio della consegna.