Come sono fatte le case giapponesi

Una mostra di architettura al MAXXI di Roma lo spiega con disegni, fotografie, modellini e opere d'arte

Sou Fujimoto Architects, House NA, Tokyo, Giappone, 2011, (Photo by Iwan Baan)
Sou Fujimoto Architects, House NA, Tokyo, Giappone, 2011, (Photo by Iwan Baan)

Fino al 26 febbraio il museo MAXXI di Roma ospita la mostra The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi dedicata a progetti di case giapponesi. La mostra raccoglie i progetti e le fotografie degli edifici disegnati da più di 50 architetti, tra cui Kenzo Tange (vincitore del premio Pritzker nel 1987), Toyo Ito, Kazuyo Sejima e Shigeru Ban (premio Pritzker 2014), molto conosciuti nel mondo dell’architettura, e i loro maestri Shirai, Shinohara e Sakamoto, meno noti nei paesi occidentali. Sono esposti anche video, interviste, spezzoni di film, manga, opere di artisti e riproduzioni in scala reale di parti e sezioni di edifici. È divisa in tre sezioni tematiche, una sulla convivenza, una sulla continuità della cultura giapponese – sia tra l’esterno e l’interno delle case, sia tra l’ambiente naturale e le strutture costruite dalle persone – e una su come è concepito lo spazio domestico in Giappone, anche nei fumetti e nel cinema.

The Japanese House è la prima mostra italiana che racconta l’architettura delle case giapponesi. È organizzata in collaborazione con il Barbican Centre di Londra (dove sarà ospitata dal 23 marzo al 25 giugno), il Museo nazionale di arte moderna di Tokyo (dove sarà in estate) e la Japan Foundation.