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  • Giovedì 20 ottobre 2016

La pausa umanitaria di Aleppo non funziona

Nonostante la sospensione dei bombardamenti russi gli scontri con i ribelli continuano e pochi civili hanno usato i corridoi umanitari per lasciare la città

Aleppo, Siria (KARAM AL-MASRI/AFP/Getty Images)
Aleppo, Siria (KARAM AL-MASRI/AFP/Getty Images)

Nel pomeriggio di giovedì 20 ottobre il ministero della Difesa della Russia ha annunciato che la “pausa umanitaria” ad Aleppo sarà estesa di 24 ore, e proseguirà quindi fino alla serata di venerdì 2. La notizia è stata riportata dai media russi e ripresa dall’agenzia di stampa internazionale Reuters, ma non sembra possa condizionare più di tanto la situazione ad Aleppo, dove anche ieri sono stati segnalati attacchi nonostante la pausa decisa unilateralmente dai governi della Russia e della Siria a inizio settimana. La “pausa umanitaria” è iniziata formalmente intorno alle 8 locali di giovedì (le 7 del mattino in Italia), con l’obiettivo di dare la possibilità ai civili di lasciare la città, in parte ancora sotto il controllo dei ribelli siriani. Il piano prevedeva la preparazione di otto corridoi di uscita nell’area orientale della città, ma stando alle testimonianze raccolte nelle ultime ore in pochi hanno deciso di sfruttarli, temendo per la loro sicurezza e gli attacchi da parte dei ribelli, che hanno respinto la sospensione dei combattimenti.

Russi ed esercito siriano hanno dato la colpa ai ribelli per la situazione, mentre i ribelli hanno detto che la responsabilità per la fallita evacuazione della città è dei loro avversari. I media russi dicono che la colpa è dei miliziani appartenenti a Jabhat Fatah al Sham, il gruppo che prima si faceva chiamare Jabhat al Nusra e che era affiliato ad al Qaida, uno dei gruppi militarmente più forti dello schieramento che combatte contro il regime siriano di Bashar al Assad. Sono stati accusati di avere organizzato diversi appostamenti per impedire ai civili di lasciare Aleppo. Un testimone ha detto a BBC di non avere avuto notizie di nemmeno una persona che sia riuscita a sfruttare i corridoi umanitari per allontanarsi dalla zona.

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Negli ultimi giorni i governi della Russia e della Siria sono stati criticati per le pesanti attività militari condotte ad Aleppo, nonostante nella città ci siano ancora decine di migliaia di civili. La Russia ha comunicato alle Nazioni Unite l’intenzione di sospendere i bombardamenti sulla parte orientale della città per 11 ore al giorno per i prossimi quattro giorni, ma le pause sono ritenute insufficienti, seppure utili per consentire al personale medico di intervenire con più garanzie. Dopo un incontro bilaterale organizzato a Berlino, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese François Hollande hanno duramente criticato i bombardamenti russo-siriani, definendoli “disumani e crudeli”. Nelle ultime settimane hanno causato la distruzione di ospedali, centri per i civili e strutture fondamentali per la sopravvivenza della popolazione, come i sistemi per la distribuzione dell’acqua. Intanto, i ribelli siriani hanno detto in più occasioni di essere pronti a una nuova offensiva contro l’esercito della Siria e dicono che i bombardamenti russi sono stati un fallimento.

Il governo russo chiede da tempo che i ribelli più moderati si distanzino da Jabhat Fatah al Sham. Rinunciare a un’alleanza con i suoi miliziani significherebbe, però, per i ribelli rischiare di farsi sconfiggere in breve tempo dai militari governativi e dalle milizie che li sostengono (che è quello che vuole il regime di Assad). In altre parole: nonostante la “pausa umanitaria”, la tattica della Russia e di Assad sembra invariata e per Aleppo non sembrano esserci soluzioni credibili nel breve periodo.