Samsung non produrrà più i Galaxy Note 7

La decisione è arrivata dopo le notizie sui modelli sostitutivi dello smartphone che sono bruciati ed esplosi: è un guaio che non ha precedenti nella storia di Samsung

(TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)
(TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)

Martedì 11 ottobre Samsung ha annunciato di avere interrotto definitivamente la produzione dei suoi Galaxy Note 7. L’azienda ha anche chiesto agli operatori telefonici e a tutti i suoi partner commerciali di interrompere le vendite, invitando inoltre i suoi clienti a smettere di usare lo smartphone e a riconsegnarlo quanto prima nei negozi, per ottenere un cellulare di un altro tipo in sostituzione o un rimborso totale. Da settimane la società sudcoreana – il più grande produttore di smartphone al mondo – sta facendo i conti con un difetto di fabbrica dei suoi Galaxy Note 7 che fa surriscaldare in modo anomalo la batteria, causando piccole esplosioni, pericolosi principi d’incendio e la produzione di grandi quantità di fumo. I problemi sono iniziati nei primi giorni di settembre e in seguito Samsung aveva annunciato di averli risolti, con la produzione di modelli sostitutivi senza difetti, ma così non è stato e la settimana scorsa ci sono stati almeno cinque nuovi incidenti legati ai Galaxy Note 7. L’invito a non usare e a restituire gli smartphone riguarda sia i modelli originali sia quelli sostituivi distribuiti nelle ultime settimane, ed è un disastro che non ha precedenti nella storia di Samsung.

La decisione di interrompere la produzione è stata annunciata nel pomeriggio di martedì (mattina in Italia). In precedenza Samsung aveva diffuso un comunicato piuttosto vago e, ancora una volta, senza fornire chiari dettagli sui problemi tecnici per i suoi Galaxy Note 7:

Stiamo lavorando con le autorità competenti per indagare sui recenti casi che riguardano i Galaxy Note 7. Poiché la sicurezza dei clienti rimane la nostra priorità, Samsung chiede a tutti gli operatori telefonici e ai suoi partner commerciali in tutto il mondo di fermare le vendite e gli scambi dei Galaxy Note 7 mentre l’indagine è in corso.

Ci impegniamo a lavorare diligentemente con le autorità competenti per risolvere la situazione. I clienti con un Galaxy Note 7 originale o con un Galaxy Note 7 sostitutivo dovrebbero spegnere il loro dispositivo e smettere di usarlo, sfruttando le opportunità messe a disposizione.

Nelle scorse settimane Samsung era stata criticata per la scarsa trasparenza e per non avere reagito più velocemente, nonostante ci fossero rischi concreti per gli utenti. Un Galaxy Note 7 sostitutivo è per esempio bruciato a bordo di un aeroplano rendendo necessaria la sua evacuazione in un aeroporto del Kentucky, Stati Uniti, prima della sua partenza; un altro smartphone dato in sostituzione dell’originale difettoso si è messo a produrre fumo di notte, intossicando il suo proprietario che è stato ricoverato in ospedale con una bronchite. Le segnalazioni su incendi, piccole esplosioni della batteria e produzione di fumo erano state decine nel caso del modello originale del cellulare, ma secondo diversi osservatori Samsung si era attivata tardivamente, minimizzando l’entità del problema.

Si stima che i Galaxy Note 7 venduti finora siano circa 2,5 milioni, per i quali fino a ieri era prevista una campagna di sostituzione con modelli ritenuti privi del difetto di fabbrica, che invece in alcuni casi si è ripresentato. Il maggior numero di dispositivi è stato venduto in Corea del Sud e negli Stati Uniti, mentre negli altri paesi, come l’Italia, si parla di cifre molto più contenute, perché in molti casi il giorno di inizio della distribuzione era coinciso con la prima sospensione delle vendite imposta da Samsung per motivi di sicurezza.

Samsung Italia ha spiegato che nel mercato italiano “il prodotto non è mai stato messo in commercio, se non attraverso una prima fase di pre-ordine di circa 4mila unità”, e che meno della metà di queste erano state consegnate al momento della sospensione delle vendite. I proprietari dei Galaxy Note 7 possono fare riferimento al numero verde 800 025520 per avere informazioni sul ritiro del telefono e sulle modalità di rimborso, che sarà totale e immediato.

Negli Stati Uniti, Samsung sta collaborando con la Consumer Product Safety Commission, l’agenzia federale che si occupa della sicurezza dei prodotti in vendita nel paese, che non sta chiamando la nuova iniziativa un “richiamo” per motivi legali: i modelli originali sono quindi richiamati, quelli sostituivi per ora no, anche se l’azienda ha chiesto che non siano più venduti.

L’annuncio di Samsung potrebbe avere diverse altre conseguenze pratiche. Finora le autorità per la sicurezza del volo, per esempio, avevano chiesto alle compagnie aeree di comunicare ai passeggeri di spegnere completamente i loro Galaxy Note 7 prima del decollo, proprio per evitarsi sorprese con eventuali modelli difettosi. Ora che lo stesso produttore chiede di non usare in nessun caso il suo modello di smartphone, non è escluso che la regola sia aggiornata e che venga richiesto di non portare proprio a bordo i Galaxy Note 7.

Per Samsung i problemi dell’ultimo mese e i rischi per la sicurezza annessi sono una pessima pubblicità, aggravata dal non avere ancora capito con precisione quale sia la causa dei malfunzionamenti nel suo smartphone di punta, che in questi mesi avrebbe dovuto fare diretta concorrenza ai nuovi iPhone di Apple. Le azioni di Samsung hanno perso il 7,3 per cento in borsa nelle ultime ore. Fino a qualche giorno fa, gli analisti stimavano un danno economico per l’azienda causato dai Galaxy Note 7 difettosi tra 1 e 2 miliardi di dollari, ma la cifra sembra essere destinata a salire molto considerati gli ultimi sviluppi.

Samsung è il più grande produttore al mondo di smartphone e si appoggia su centinaia di aziende, soprattutto in Asia, per la produzione dei componenti utilizzati nei suoi telefoni. Una crisi di questo tipo ha quindi ripercussioni dirette su altre società e Bloomberg ne ha già segnalate alcune: le azioni di Radiant Opto-Electronics Corp. di Taiwan hanno perso l’8,4 per cento del loro valorein borsa, quelle di HannsTouch Solution Inc. il 9,8 per cento. Hanno invece guadagnato in borsa diversi produttori di componenti per gli iPhone di Apple, che di fatto sono sul mercato da qualche settimana senza un diretto concorrente prodotto da Samsung, se si escludono i Galaxy S7 presentati a inizio anno.

I piani di Samsung non sono ancora molto chiari. La notizia dell’interruzione delle produzione era stata anticipata ieri dalla principale agenzia di stampa sudcoreana, Yonhap, e dal Wall Street Journal grazie alle loro fonti interne: avevano riferito di una sospensione della produzione dei Galaxy Note 7 negli stabilimenti in Vietnam responsabili della sua realizzazione su scala globale. Circolava inoltre l’ipotesi che Samsung potesse decidere di eliminare definitivamente dal suo catalogo i Galaxy Note 7, concentrando il suo marketing sui modelli precedenti, cosa che del resto sta già facendo da qualche settimana con una nuova campagna pubblicitaria per i Galaxy S7. Ma non è semplice rinunciare a un nuovo modello per lo più già messo in produzione: la progettazione di uno smartphone richiede centinaia di milioni di dollari di ricerca e sviluppo, cui si aggiungono i costi per realizzare e adattare le linee di produzione e quelli per la pubblicità. D’altro canto, i Galaxy Note 7 sono ora noti in tutto il mondo per essere i telefoni che bruciano da soli, e cambiare la pessima reputazione che si sono fatti sembrava praticamente impossibile.

Samsung non è solamente il più grande produttore di smartphone, ma è anche una delle più grandi aziende di elettronica di tutto il mondo. I problemi con i Galaxy Note 7 sono un duro colpo per la divisione che si occupa di dispositivi mobili, ma dovrebbe avere conseguenze più contenute sull’azienda in generale. Solo nell’ultimo anno Samsung ha prodotto ricavi per oltre 177 miliardi di dollari, con guadagni intorno ai 16,5 miliardi di dollari e ha un valore di mercato che a maggio era pari a quasi 162 miliardi di dollari. L’azienda è attiva in innumerevoli settori grazie alle sue controllate e produce di tutto tra cellulari, elettrodomestici, navi, componenti per l’elettronica venduti ad altri produttori e gestisce anche fondi assicurativi. La società è controllata dai Lee, una famiglia molto potente in Corea del Sud: il presidente del gruppo è Lee Kun-Hee (74 anni), che da quando ha sofferto di infarto nel 2014 è però fuori dalla gestione diretta dell’azienda. Al suo posto, Samsung è gestita dal figlio Jay Y. Lee, mentre la divisione mobile è da circa un anno sotto la responsabilità di D.J. Koh. La vicenda dei Galaxy Note 7 potrebbe complicare ulteriormente la delicata fase di passaggio di potere all’interno della famiglia, cui assiste con grande apprensione lo stesso governo sudcoreano, considerata l’importanza di Samsung per l’economia del paese.