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  • Sabato 8 ottobre 2016

Perché il traffico a Londra sta peggiorando?

È una cosa strana, visto che circolano sempre meno auto private: si dà la colpa a Uber, ai cantieri, alle consegne a domicilio e persino alle piste ciclabili

(AP Photo/Matt Dunham)
(AP Photo/Matt Dunham)

In un recente articolo il Financial Times si è chiesto per quale motivo il traffico stradale di Londra negli ultimi anni sembri addirittura aumentato, nonostante le moltissime misure approvate per farlo diminuire: fra le più importanti, la cosiddetta congestion charge – una tassa giornaliera di circa 13 euro che devono pagare gli automobilisti non residenti in centro per circolare nei quartieri centrali – la costruzione di nuove piste ciclabili e il potenziamento della rete di trasporti pubblici, fra le più efficienti al mondo.

I dati citati dal Financial Times sono piuttosto preoccupanti: secondo una ricerca del centro studi Inrix nel 2003, il primo anno in cui entrò in vigore la congestion charge, i veicoli si muovevano in centro a una velocità media di 17,5 chilometri all’ora. Nel 2015, la velocità media è diminuita fino a 13,3 chilometri all’ora. Sempre secondo Inrix, rispetto al 2013 oggi ci si mette molto più tempo a percorrere 8 chilometri fra le 6 e le 21, sia in centro sia in periferia. Quello del traffico non è solamente un problema di qualità della vita: uno studio dell’azienda dei trasporti londinese sul traffico nel 2014 e nel 2015 ha quantificato la perdita economica causata dai rallentamenti nel traffico – che fra le altre cose rende più difficili gli spostamenti di merci e persone in orario di lavoro – in 6 miliardi di euro all’anno.

traffico

Tutto questo succede mentre il numero di persone che entra in città usando auto private – incolpate di essere la principale fonte di traffico – è in calo da anni (attualmente, solo una persona su 20 arriva a Londra a bordo di un’auto privata, al mattino). La colpa dell’aumento del traffico è stata data a molti fattori, negli anni: fra questi, il successo del servizio di auto private Uber, i moltissimi cantieri presenti nel centro città, le nuove abitudini di consegna a domicilio e persino le piste ciclabili.

Gli affari di Uber a Londra vanno molto bene: oggi ha più di 80mila veicoli che girano nella città, un numero superiore al 64 per cento rispetto al 2013 (con grande ostilità dei tassisti: per contro, il numero di taxi è rimasto lo stesso, intorno ai 22.500). Uber però fa notare che opera soprattutto di sera – e quindi fuori dall’orario lavorativo tradizionale – e lontano dal centro. Sempre secondo dati di Inrix citati dal Financial Times, solamente il 6 per cento delle corse di Uber effettuate durante il giorno e nei giorni lavorativi è avvenuto in centro.

Altri hanno dato la colpa alla diffusione dei cosiddetti “camioncini”, cioè quelli usati per le consegne a domicilio, sia commerciali che private (come i corrieri usati da Amazon). Il Financial Times fa notare che per queste aziende è molto facile ammortizzare il costo dei 13 euro per il pass che permette di circolare in centro. E anche Leon Daniels, il capo dei servizi di superficie dell’azienda dei trasporti, ha suggerito che «la cosa giusta da fare per ogni persona responsabile è farsi consegnare la spesa di Amazon a casa», anziché in ufficio. Il problema però non sembra essere il numero di auto, come spiega il ricercatore di Inrix Dominic Jordan: «negli ultimi quattro anni i livelli del traffico sono rimasti stabili. È la velocità media che è crollata. Se non è colpa dei veicoli in più, allora c’entra la riduzione della capacità [delle strade]».

Qualcuno ha dato la colpa alle moltissime piste ciclabili: a Londra sono così diffuse che esistono persino delle “superstrade” per biciclette. I loro critici sostengono che riservare corsie su alcune strade molto frequentate abbia sottratto spazio alle auto, che così hanno più porobabilità di restare imbottigliate. Una recente edizione del tabloid Daily Mail ha persino pubblicato l’accusa in prima pagina.

Sul Guardian, il giornalista Peter Walker ha fatto notare che questa accusa è risibile, dato che le piste ciclabili sono presenti solamente sul 3 per cento delle strade del centro città. Sempre sul Guardian, Dave Hill ha provato a mettere un po’ di ordine citando un recente rapporto sul traffico dell’azienda dei trasporti londinese. Il report cita come una delle cause principali «l’aumento delle attività di cantiere», riportando vari esempi fra cui i diversi cantieri dello svincolo di Elephant and Castle, nel sud del centro, o ancora le modifiche alla viabilità nelle zone di Lewisham Gateway e Nine Elms (meno centrali). Lo stesso report ammette come concause dei problemi del traffico la presenza di piste ciclabili – anche se li definisce un problema minore – e parzialmente anche l’aumento dei camioncini e dei veicoli per servizi privati, come appunto Uber.