• Moda
  • Lunedì 3 ottobre 2016

Com’è la prima collezione di Bouchra Jarrar per Lanvin

"Magnifica", scrive il Washington Post: ha messo insieme lo stile rigoroso della nuova direttrice creativa con quello romantico proprio dell'azienda francese

di Robin Givhan – The Washington Post

La stilista Bouchra Jarrar dopo la sua prima sfilata per Lanvin, Parigi, 28 settembre 2016
(PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
La stilista Bouchra Jarrar dopo la sua prima sfilata per Lanvin, Parigi, 28 settembre 2016 (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)

La collezione primavera/estate 2017 di Lanvin è stata bella, un’impresa non da poco. Era il debutto di Bouchra Jarrar, arrivata alla casa di moda francese dopo lo spiacevole licenziamento dello storico direttore creativo Alber Elbaz, che aveva definito lo stile moderno di Lanvin. Elbaz si era rivelato una sorta di consulente estetico molto attento alle esigenze delle donne e grazie a lui Lanvin aveva raggiunto il picco massimo di 250 milioni di dollari in ricavi all’anno.

La collezione di Jarrar è stata magnifica nonostante la difficoltà di dover lavorare in un atelier composto da sarti e stilisti vicini a Elbaz, e che era entrato in crisi dopo il suo licenziamento. Il lavoro di Jarrar è stato ancora più notevole dato che a dirigere le rispettate e storiche case di moda francesi – di cui Lanvin, fondata nel 1889, è la più antica – ci sono pochissime donne. La collezione è particolarmente riuscita perché Jarrar – che ha chiuso l’omonima casa di moda per passare a Lanvin – è riuscita a fondere il suo stile personale, raffinato e minimalista, con il romanticismo e i drappeggi sensuali di Elbaz: ne è uscita una collezione dallo stile consolidato di Lanvin con in più un nuovo messaggio di sfrontato romanticismo. Jarrar non ha rivoluzionato tutto quello c’era prima del suo arrivo, dato che i vestiti di Elbaz piacevano ancora molto: femminili senza essere frivoli, coniugano il lato sicuro di sé delle donne senza negarne la vulnerabilità, né il piacere di portare un bel volant o un filo di bigiotteria scintillante per sentirsi le protagoniste di un film di Hollywood.

Jarrar ha riempito di luce i suoi vestiti con frange luccicanti che pendono dal collo o dai polsi delle modelle, con paillette sopra semplici vestitini e cardigan pelosi e oversized che brillano come se fossero stati immersi in una bacinella di brillantini argentati. Le scarpe – sandali tappezzati da frange luccicanti o tacchi a spillo ricoperti da cristalli – sono, semplicemente, magiche. I pantaloni a righe in stile pigiama e le giacche con rever a lancia vengono abbinati a sottovesti aderenti e corpetti di seta a fiori. Nella collezione ci sono anche un cappottino in tessuto ruvido decorato di piume, e smoking senza maniche portati come gilet o tuniche: tutti abiti dall’aspetto comodo e rilassato che mantengono allo stesso tempo linee nette e raffinatezza.

Nell’ultimo decennio il mondo della moda è stato in subbuglio per i frequenti cambi di direttori creativi nelle principali case di moda francesi, Saint Laurent, Dior, Balenciaga e Givenchy. Raramente, però, a guidare il cambiamento sono state chiamate delle donne. Oggi Jarrar è la responsabile di Lanvin, e venerdì Maria Grazia Chiuri ha fatto il suo debutto come direttrice creativa di Dior. Certo, ci sono donne di talento a capo di case di moda, ma di solito sono le fondatrici del loro marchio, come Stella McCartney, o hanno innalzato grazie al loro talento aziende di secondo livello, come Phoebe Philo a Céline. A Jarrar è stata affidata la guida di una casa di moda che, per quanto instabile, è ancora considerata un marchio tradizionale leader nel settore. La femminilità di Jarrar si riconosce soprattutto in un senso di comodità e rilassatezza della sua collezione. C’è una vena di romanticismo, ma non il tipo carico di immaginazione e ispirato a posti esotici o personaggi mitologici. Jarrar è ancorata nel presente. Nella sua collezione ci sono trasparenze e tacchi pericolosamente alti, con il tacito accordo che non si tratti di vestiti da tutti i giorni, ma da indossare in occasioni speciali: e di sicuro, a nessuno dispiacerebbe averne qualcuno in più.

© 2016 – The Washington Post