Cosa si vede se si cerca "Palestina" <a href="https://www.google.it/maps/place/Palestina/@31.9461202,34.6666999,9z/data=!3m1!4b1!4m5!3m4!1s0x151cf2d28866bdd9:0xee17a001d166f686!8m2!3d31.952162!4d35.233154">su Google Maps</a>

No, Google non ha cancellato la Palestina da Google Maps

È una storia di cui si parla da giorni, nata probabilmente da un errore di Google (ma l'etichetta "Palestina" non è mai esistita)

Negli ultimi giorni diversi giornali internazionali hanno ripreso la voce secondo cui Google avrebbe rimosso il nome “Palestina” dallo stato palestinese nella sua popolare applicazione Google Maps. La notizia è stata diffusa dal gruppo di giornalisti di Gaza, il Forum of Palestinians Journalists, che in un comunicato del 3 agosto ha sostenuto che Google avesse cancellato l’etichetta “Palestina” sin dal 25 luglio. Decine di media del Medio Oriente hanno parlato della notizia e moltissime persone ne hanno parlato sui social network. La notizia però è falsa. L’etichetta “Palestina” semplicemente non è mai esistita: l’equivoco può essere nato dal fatto che da qualche tempo sono sparite da Google Maps le etichette “Cisgiordania” e “Striscia di Gaza”, che identificano le due parti in cui è diviso lo stato palestinese. Non è chiaro da quando siano sparite: Google ha attribuito l’errore a “un bug” e promesso di rimediare in fretta. La questione è particolarmente delicata: quella fra Israele e Palestina è probabilmente la disputa territoriale più famosa al mondo, e già in passato altre mappe o rappresentazioni grafiche di quei territori sono state criticate perché ritenute scorrette o faziose.

Oggi, cercando Palestina su Google Maps, si ottiene una mappa che mostra i confini della Cisgiordania e della Striscia di Gaza con linee tratteggiate, che indicano che i confini non sono riconosciuti da tutti a livello internazionale. Non c’è nessuna etichetta con scritto “Palestina”: e nemeno “Cisgiordania” o “Striscia di Gaza”, anche se cercando queste due denominazioni si vede la regione corrispondente tratteggiata e si possono leggere le relative informazioni tratte da Wikipedia. Ingrandendo le linee tratteggiate si può leggere in quale anno quei confini furono fissati. Google fra l’altro mantiene una posizione che alcuni definirebbero filo-palestinese: nella sua mappa Cisgiordania e Striscia di Gaza sono indicate nei confini stabiliti dopo la fine della Guerra di Indipendenza israeliana del 1948 – o la “nakba”, la catastrofe, secondo i palestinesi – mentre non tiene conto di alcuni territori che Israele ha conquistato nella Guerra dei Sei giorni del 1967 e che occupa e abita da allora, anche se la comunità internazionale non li ha mai riconosciuti. Secondo Google, è la stessa situazione che c’era poco tempo fa, con la sola differenza che per un errore le etichette “Cisgiordania” e “Striscia di Gaza” non sono più visibili.

Cosa si vede cercando “Palestina” su Google Maps.

La Palestina è riconosciuta come uno stato sovrano dal 70 per cento dei paesi dell’ONU, di cui è uno stato osservatore permanente dal 2012. Dal 2013 Google si riferisce a essa chiamandola “Palestina”  ma solo se si raggiunge l’homepage da un computer che si trova nel paese. In questi giorni non si vede la scritta, ma solo per via dei doodle delle Olimpiadi. Gerusalemme, d’altra parte, è indicata solo come capitale israeliana, sebbene sia riconosciuta come capitale anche dai palestinesi. Questa gif che mostrerebbe la cancellazione della Palestina è falsa:

https://twitter.com/jvplive/status/763107089090609152

In ogni caso la discussione ha fatto aumentare le firme date a una petizione del sito Change.org aperta cinque mesi fa che chiede a Google di indicare il nome “Palestina” sulle sue mappe. Al momento la petizione ha raggiunto più di 300mila firme. Molti palestinesi nel frattempo hanno detto che da ora in poi useranno le mappe del servizio di Microsoft Bing Maps, dato che hanno un’etichetta con scritto “Palestina”. Le mappe di Apple invece non solo non hanno un’etichetta: non distinguono nemmeno la Striscia di Gaza e la Cisgiordania da Israele.

Cosa si vede cercando “Palestina” sulla app Mappe su un iPhone.

Quello della Palestina non è l’unico caso in cui le indicazioni geografiche sulle mappe delle grandi aziende tecnologiche sono discutibili. Ad esempio, sempre su Google Maps, l’appartenenza della Crimea varia a seconda che ci si trovi in Russia o in Ucraina: è indicata come territorio russo se ci si trova in Russia, viceversa se ci si trova in Ucraina.

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