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  • Lunedì 8 agosto 2016

Tutti i loghi delle Olimpiadi estive

Alcuni più riusciti, come quello di Atlanta, alcuni meno, come quello di Barcellona: e quello di Rio 2016 non sfigura

Da oltre novant’anni, ogni edizione delle Olimpiadi è identificata da un logo, che è anche uno degli aspetti non sportivi più discussi e talvolta criticati dei Giochi. Certi loghi sono rimasti nel tempo, certi meno: magari vi ricordate quello di Atlanta 1996, pulito e piuttosto moderno, mentre vi siete scordati com’era fatto quello di Sydney 2000, meno emblematico. O magari vi succede il contrario, a volte è una questione di gusti. È innegabile però che nella storia dei loghi olimpici ci siano esperimenti più riusciti e altri meno. Scorrendoli uno in fila all’altro, è molto facile identificare il decennio di appartenenza, anche senza leggere a quale edizione si riferisce.

Proprio perché è uno degli elementi visivamente più riprodotti delle Olimpiadi, la scelta dei loghi è spesso oggetto di critiche. Quello di Rio 2016 l’ha disegnato l’agenzia Tátil Design, diretta dal grafico Frederico Gelli, che ha raccontato di aver trovato l’ispirazione mentre nuotava sulla spiaggia di Ipanema. Ha basato il design del logo sulle forme delle montagne che circondano Rio de Janeiro, che ha cercato di riprodurre utilizzando le sagome di tre persone stilizzate che si tengono per mano, e che trasmettono, nelle intenzioni di Gelli, un senso di unione, movimento e ricordano il simbolo dell’infinito. Nel logo, si possono leggere abbastanza chiaramente le lettere R-I-O: e la cosa bizzarra è che Gelli se ne è accorto dopo, quando gliel’ha fatto notare il sindaco di Rio. Altri ci hanno visto un rimando alla Danza di Henri Matisse. Anche il font ufficiale di Rio 2016 è stato progettato da Tátil Design, cercando di farlo assomigliare al logo.

Il logo di Rio 2016 è stato piuttosto apprezzato: non era successa la stessa cosa con quello di Londra 2012, che quando fu presentato nel 2007 fu accolto da molte critiche, soprattutto di chi riteneva non fosse piacevole e tradizionale, ma piuttosto aggressivo. Il logo di Londra 2012 fu il secondo nella storia delle Olimpiadi a non contenere elementi disegnati ma soltanto lettering: il primo era stato quello di Città del Messico 1968, che ancora oggi è ricordato come un logo pionieristico ed efficace. Con gli anni, il logo di Londra 2012 è stato in parte rivalutato, e quello delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014 ha riproposto la scelta di non usare elementi disegnati. Tra i loghi olimpici che oggi sono considerati tra più brutti ci sono quello di Monaco 1972 e Barcellona 1992, mentre continua a piacere molto, oltre a quello di Atlanta 1996 e a quello di Città del Messico 1968, quello di Tokyo 1964. Il primo logo delle Olimpiadi moderne fu quello di Parigi 1924: prima per rappresentare graficamente i giochi si usavano dei manifesti. Si ritornò ai manifesti per Amsterdam 1928, per ritornare definitivamente ai loghi a partire da Los Angeles 1932.