(Laurence Griffiths/Getty Images)
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Quelli di cui parleremo di più alle Olimpiadi

Dieci atleti che è meglio conoscere: perché probabilmente vinceranno l'oro, o perché se lo faranno sarà una gran storia

(Laurence Griffiths/Getty Images)

Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro partecipano più di 11mila atleti di 207 diverse federazioni. A tutte le Olimpiadi ci sono sempre degli atleti che vincono a sorpresa e che, come si dice, vanno contro i pronostici. Ce ne sono anche molti però che confermano le molte attese sul proprio conto. Abbiamo scelto dieci atleti tra tutti quelli che partecipano alle Olimpiadi di Rio: alcuni sono i più forti in assoluto, alcuni sono forti e, in più, hanno una storia particolare. Sui primi quattro non c’erano dubbi: sono Usain Bolt, Katie Ledecky, Michael Phelps e Simone Biles. Gli altri sono comunque fortissimi nelle proprie discipline, ma non quanto questi quattro: e sono in questa lista perché hanno una storia particolare, potrebbero battere qualche record del mondo o, semplicemente, farebbero molto parlare di sé con un’eventuale vittoria.

Usain Bolt
È probabilmente il personaggio di queste Olimpiadi. E di quelle di Londra. E di quelle di Pechino. In entrambe ha vinto l’oro nei 100 metri, nei 200 metri e nella staffetta 4×100. Ha 29 anni (che per un velocista iniziano a essere non-pochi), è giamaicano e anche a queste Olimpiadi punta a vincere i 100, i 200 e la staffetta. Dal 2009 Bolt è anche il detentore del record del mondo dei 100 e dei 200 metri. La finale dei 100 metri sarà il 15 agosto alle 3 e 25 di notte, quella dei 200 metri sarà il 19 agosto, più o meno alla stessa ora. Bolt non riesce a migliorarsi da molti anni ma continua a essere il più forte al mondo ed è il favorito per entrambe le gare, anche perché mancano veri avversari tra gli atleti più giovani. Il principale sfidante sarà lo statunitense Justin Gatlin, che ha 34 anni ed è stato campione olimpico sui 100 metri alle Olimpiadi di Atene, nel 2004, e nella sua carriera è stato squalificato per doping in due diverse occasioni: nel 2001 e nel 2006.

Katie Ledecky
Ha 19 anni, è statunitense ed è per il nuoto quello che Bolt era qualche anno fa per l’atletica: un fenomeno praticamente senza pari nella storia, da cui tutti si aspettano più di una medaglia d’oro a queste Olimpiadi e più o meno un decennio al vertice, con qualche record del mondo battuto di tanto in tanto. Ledecky ha già vinto nove ori mondiali e un oro olimpico, quando andava ancora alle scuole superiori. In queste Olimpiadi ci si aspetta che vinca l’oro nei 200, nei 400 e negli 800 metri stile libero, e magari pure nella staffetta 4×100 stile libero. Nei 200 e nella staffetta nuoterà contro Federica Pellegrini, un altro fenomeno del nuoto. Il sito FiveThirtyEight ha scritto che Ledecky è il presente e il futuro del nuoto, spiegando il tutto con dati, grafici e statistiche; il Washington Post ha scritto che «tutto, negli ultimi quattro anni, l’ha condotta a queste Olimpiadi»; il New York Times ha scritto che non bisogna chiedersi se vincerà una medaglia d’oro, ma quante ne vincerà. La sua prima finale, quella dei 400 metri, sarà l’8 agosto.

Michael Phelps
Nella cerimonia d’apertura è stato il portabandiera degli Stati Uniti e nella sua carriera ha partecipato a cinque Olimpiadi e ha vinto due medaglie di bronzo, due d’argento e 18 d’oro. Con 22 medaglie complessive è l’atleta che ha vinto più medaglie nelle Olimpiadi moderne. È anche il nuotatore che ha vinto più medaglie d’oro in una sola edizione delle Olimpiadi: otto, a Pechino. Nel 2012 si ritirò, nel 2014 è tornato alle gare, ed è tornato subito molto forte. Ha 31 anni e nella storia del nuoto nessuno atleta con più di 30 anni è mai riuscito a vincere un oro in una gara individuale: ci sono grandi possibilità che lui possa diventare il primo a vincerne una. Anzi, lui ha detto di puntare a quattro ori. Negli ultimi anni si è parlato di Phelps anche per cose extra-sportive: nel 2009 girò molto una foto in cui lo si vedeva a una festa, mentre stava probabilmente fumando marijuana, e in un altro paio d’occasioni ha avuto problemi per guida in stato d’ebbrezza: per questo motivo nel 2015 è stato costretto da un tribunale a seguire un programma di disintossicazione dall’alcol.

Simone Biles
Ha 19 anni, è statunitense e già da un paio d’anni è la più forte ginnasta del mondo. Il Guardian ha scritto che «non ci sono superlativi adeguati a descrivere la sua bravura», che «i suoi risultati non hanno paragoni e il suo talento è sovrumano». Il New York Times le ha dedicato un lungo e interessante articolo pieno di elogi, video, curiosità e animazioni. Queste sono le sue prime Olimpiadi e già due anni fa Slate scrisse di lei: «Biles non può essere battuta da nessun’altra ginnasta, a meno che lei stessa sbagli o si infortuni». Enrico Casella, allenatore della squadra italiana di ginnastica, ha invece detto: «È così più forte che può permettersi anche di cadere e vincerebbe lo stesso», perché nonostante la caduta avrebbe comunque fatto una prestazione migliore delle avversarie. In questi due anni è diventata ancora più forte e ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere. Le sue specialità nella ginnastica sono il volteggio, la trave e il corpo libero, ma è fortissima in tutto. È probabile che Biles vinca quattro ori. Le sue gare più importanti saranno il 14 e il 15 agosto.

Genzebe Dibaba
Alle Olimpiadi ci sono atleti da cui ci si aspetta un oro. Dibaba, che ha 25 anni e alle Olimpiadi correrà i 1500 metri, è un’atleta da cui ci si aspetta anche un nuovo record del mondo, stabilito battendo un suo precedente record. È abbastanza giovane e alle Olimpiadi del 2012  non arrivò nemmeno in semifinale; negli ultimi quattro anni è però cresciuta, ha vinto ori ai Mondiali e ha pure fatto qualche record del mondo: quello sui 1500 metri più altri su alcune distanze che non ci sono alle Olimpiadi. Dibaba è etiope ed è la sorella minore di Tirunesh Dibaba, che ha 31 anni e correrà i 5mila e i 10mila metri, con l’oro come obiettivo. Di Genzebe Dibaba parlò un anno fa l’Ultimo Uomo, in un articolo intitolato “La nuova icona“. La finale femminile dei 1500 metri sarà sabato 13 agosto.

Eliud Kipchoge
Una delle gare più importanti delle Olimpiadi è la maratona maschile, non a caso l’ultima gara del programma. Il principale favorito per l’oro è Kipchoge, atleta keniota di 31 anni che ad aprile ha vinto la maratona di Londra mettendoci solo otto secondi in più rispetto al record del mondo, che è di 2 ore, 2 minuti e 57 secondi e resiste dal 2014. Finora è successo solo quattro volte nella storia che una vittoria olimpica nella maratona coincidesse con un nuovo record del mondo. Kipchoge può riuscirci. In quel caso si parlerebbe molto della sua storia, per esempio del fatto che iniziò correndo i 1500 metri, per poi passare ai 5000 – in cui vinse il bronzo olimpico ad Atene e l’argento a Pechino, nel 2008 – e arrivare solo dopo alla maratona, dove di chilometri ce ne sono poco più di 42.

Sonny Bill Williams
È uno dei rugbisti più forti al mondo ed è titolare della fortissima nazionale neozelandese di rugby a 15: gli All Blacks. Il rugby è tornato a essere uno sport olimpico dopo che non lo era stato per 92 anni. Il fatto è che alle Olimpiadi si gioca rugby a sette, una disciplina che in realtà non è molto diffusa nel mondo: qui c’è tutta la storia. Nelle Nazionali ci sono quindi anche giocatori di altri tipi di rugby e Williams è uno di loro. Ha 31 anni, pesa più di cento chili ed è alto un metro e 91 centimetri. Chi non segue il rugby potrebbe averne sentito parlare alcuni anni fa – quando si convertì all’Islam – e nel settembre 2015, quando dopo aver vinto la medaglia d’oro ai Mondiali di rugby la regalò a un bambino e disse: «Magari così avrà un bel ricordo di questa finale». È probabile che Williams vincerà una medaglia d’oro Olimpica, c’è da capire cosa deciderà di farsene.

Allyson Felix
È una velocista statunitense di 30 anni e nella sua carriera olimpica ha vinto quattro ori e due argenti. Quelle di Rio saranno le sue quarte Olimpiadi: ad Atene 2004 vinse l’argento nei 200 metri piani e a Londra 2012 vinse l’oro nei 200 metri piani e nelle staffette 4×100 e 4×400. Queste saranno le sue quarte Olimpiadi e Felix punterà a vincere l’oro nei 400 metri e nella staffetta 4×400, le cui finali saranno il 16 e il 21 agosto. Felix in Italia è forse poco conosciuta a chi non è esperto di atletica leggera ma negli Stati Uniti è molto famosa. Non ai livelli di certi giocatori di basket o di Serena Williams, ma quasi.

Peter Sagan
È un ciclista su strada slovacco di 25 anni ma non ha partecipato alla prova Olimpica di ciclismo su strada. Era una corsa per ciclisti molto forti in salite lunghe e difficili e lui non lo è. Ha quindi fatto una scelta piuttosto originale, decidendo invece di partecipare alla gara di mountain bike, che sarà il 21 agosto. Non è facile dire se avrà davvero possibilità di ottenere una medaglia, magari d’oro. È però certo che se dovesse riuscirci sarebbe una cosa notevole, perché vorrebbe dire che è più forte di tutti gli altri in una disciplina che non è quella che pratica di solito. In più Sagan è un ciclista molto particolare: ha una capacità nel guidare la bicicletta e delle doti fisiche che sono davvero fuori dal comune e in più è un personaggio atipico. Sagan ha sempre detto di voler divertire il pubblico in tutte le corse a cui partecipa, e da alcuni anni gli spettatori che guardano le gare in televisione o ai lati delle strade sanno che da lui ci si può aspettare un po’ di tutto. Ne abbiamo parlato qui.

Neymar
È uno dei tre-quatto calciatori più forti del mondo. Ha 24 anni e gioca come attaccante nel Barcellona. Al torneo olimpico di calcio partecipano però le Nazionali Under 23 (formate cioè da giocatori nati dall’1 gennaio 1993 in avanti). Ogni Nazionale può però aggiungere tre “fuori quota” (giocatori di qualsiasi età). Neymar gioca quindi da fuori quota nel Brasile. A queste Olimpiadi non c’è un calciatore che sia allo stesso livello di Neymar: le altre Nazionali non hanno chiamato fuori quota così forti e non ci sono Under 23 al suo livello. La nazionale brasiliana di calcio è favorita per l’oro ed è probabile che se dovesse riuscirci gran parte del merito sarebbe suo. Un’eventuale vittoria sarebbe anche una parziale rivincita per i Mondiali di calcio del 2014, che il Brasile ha giocato in casa e da cui è stato eliminato in semifinale, dopo aver perso 7 a 1 con la Germania (Neymar non giocò quella partita, perché si infortunò seriamente nei quarti contro la Colombia). La finale olimpica del torneo maschile di calcio sarà il 20 agosto.