Nel pomeriggio di ieri Nirenstein ha avuto un lungo colloquio a Gerusalemme con Dore Gold, direttore generale del ministero degli Esteri. Poi ha spiegato la scelta in un comunicato ufficiale: «Ringrazio il primo ministro per la sua fiducia in me. Voglio esprimere la volontà di continuare a contribuire allo Stato di Israele al meglio delle mie possibilità». Le ragioni sono «personali» come ribadiscono i consiglieri di Netanyahu all’agenziaAnsa. Il primo ministro israeliano non ha cambiato idea e tantomeno la causa sarebbe l’articolo ripescato da Haaretz: «Il premier non ha ritirato il suo appoggio alla candidatura». L’unica motivazione pubblica resta quel «personali».
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