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  • Lunedì 18 aprile 2016

Breve ritorno a Palmira

Decine di persone sono tornate in città per recuperare le loro cose e andarsene di nuovo: più che al sito archeologico, i danni peggiori sono nella parte "nuova"

(AP Photo/Hassan Ammar)
(AP Photo/Hassan Ammar)

In questi giorni diversi abitanti di Palmira, la città siriana nota per il suo celebre sito archeologico e rimasta sotto il controllo dello Stato Islamico (ISIS) per circa un anno, stanno tornando nella parte nuova della città – dove vivevano circa 70mila persone – per controllare lo stato delle proprie case e recuperare le proprie cose dopo averle abbandonate in fretta poco prima dell’invasione dello Stato Islamico. Palmira è tornata sotto il controllo dell’esercito siriano a fine marzo: la sua riconquista è stata una delle vittorie più visibili del regime contro lo Stato Islamico.

L’agenzia di stampa Associated Press ha diffuso diverse foto scattate in questi giorni che mostrano camion carichi di mobili e materassi, persone che si aggirano fra le macerie e valigie cariche di cose. Mentre a una prima rilevazione i danni al sito archeologico si sono rivelati minori del previsto, nella Palmira “nuova” l’esercito di Bashar al Assad e lo Stato Islamico hanno combattuto per giorni, distruggendo decine di palazzi. Ancora oggi mancano l’elettricità e l’acqua corrente, e probabilmente non torneranno prima di alcuni mesi: il ritorno degli abitanti di Palmira di conseguenza è solo temporaneo. Racconta Associated Press: «Le molte scene commoventi di persone impegnate frettolosamente a impilare i propri averi personali mostrano la tragedia umana di questa città, largamente ignorata dagli ingenti danni provocati dallo Stato Islamico alle celebri rovine romane, situate appena fuori città».

Poco prima di abbandonare definitivamente Palmira, i miliziani dello Stato Islamico hanno lasciato dietro di loro migliaia di mine, sia all’interno del sito archeologico sia della città nuova. Ancora in questi giorni l’esercito russo si sta occupando di trovarle e toglierle di mezzo con una esplosione controllata: Associated Press racconta che nella città nuova «mentre [i soldati] lavorano, si sentono delle esplosioni a ritmo regolare»:

Gli abitanti arrivano alla città nuova in auto o sui pullman messi a disposizione dal governo, partendo da Homs [dove molti si erano rifugiati durante il dominio dello Stato Islamico]. Ciascuno ha solamente poche ore per controllare lo stato della propria casa e decidere sul posto cosa portare via. Si sono viste tazze, teiere, ventilatori e album di foto messi per strada accanto a valigie di tutte le taglie, pronte per essere caricate sui bus. Passeggini e biciclette, usate dagli abitanti per trasportare i loro averi fino ai pullman, vengono poi lasciati per strada, abbandonati accanto alle macerie e ai cocci di vetro delle vetrine dei negozi, probabilmente saltate in aria a causa dei bombardamenti e delle granate.

Le autorità locali stimano che in tutto abbiano lasciato Palmira circa tremila famiglie. Non è ancora chiaro quando in città torneranno l’elettricità e l’acqua corrente, e quali case verranno demolite e quali ristrutturate.