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  • Giovedì 17 marzo 2016

Librerie che stampano i libri che non hanno

Grazie all'Espresso Book Machine, una macchina che trasforma un pdf in un tascabile: in Europa ce ne sono 10, di cui una a Milano

L'Espresso Book Machine della libreria di Washington Politics & Prose – detta Opus – il 5 giugno 2012 (AP Photo/Jacquelyn Martin)
L'Espresso Book Machine della libreria di Washington Politics & Prose – detta Opus – il 5 giugno 2012 (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Il 12 marzo è stata inaugurata la prima libreria di Parigi in cui è possibile stampare i libri non presenti sugli scaffali grazie a un modello di Espresso Book Machine, una macchina che stampa e rilega volumi in pochi minuti. La libreria si trova al numero 60 di rue Monsieur le Prince, nel sesto arrondissement, ed è di proprietà della casa editrice Presses Universitaires de France (PUF), specializzata nella pubblicazione di testi universitari e manuali. PUF è nota in particolare per la collana di brevi libri divulgativi Que sais-je?, simile a Farsi un’idea, della casa editrice italiana Il Mulino. Grazie alla Espresso Book Machine i clienti della libreria di rue Monsieur le Prince potranno scegliere quali libri stampare tra i 3 milioni di titoli disponibili in pubblico dominio in tutto il mondo (350mila sono in lingua francese) e i 5.000 del catalogo di PUF. Le persone potranno quindi comprare anche i volumi la cui domanda non è abbastanza alta da giustificare una ristampa, con conseguente vantaggio anche per la casa editrice.

Nei tweet di PUF si vedono l’esterno della libreria e la copia di un libro appena stampata con l’Espresso Book Machine.

Quella di Parigi non è la prima libreria europea dotata di una Espresso Book Machine. Da settembre 2015 il punto vendita di Mondadori in piazza Duomo a Milano ospita una di queste macchine e offre un catalogo di libri da stampare di 7 milioni di titoli, in italiano e in altre lingue straniere. Per poter stampare un libro è necessario averne il file in formato pdf; il libro stampato sarà in edizione paperback, cioè un tascabile con copertina morbida. Nella libreria di piazza Duomo gli autori di romanzi che non vogliono autopubblicare le proprie opere in formato digitale possono stampare i propri libri in forma cartacea.

La storia dell’Espresso Book Machine

L’Espresso Book Machine è stata inventata alla fine degli anni Novanta da Jeff Marsh, un ingegnere di St. Louis, negli Stati Uniti. Il modello iniziale era il prototipo di una macchina che comprendeva una stampante e una rilegatrice. Il progetto venne sviluppato grazie all’investimento dell’editor Jason Epstein (che è stato direttore editoriale di Random House e cofondatore della New York Review of Books) e nell’aprile del 2006 venne installata una prima versione della macchina nell’infoshop della Banca Mondiale a Washington DC. Nel settembre dello stesso anno fu installata un’altra macchina, capace di stampare l’alfabeto arabo, nella biblioteca di Alessandria, in Egitto. Oggi ce ne sono 70 in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone: in Europa sono dieci, di cui cinque in scuole di grafica francesi.

L’idea alla base è quella delle stampanti 3D: potendo stampare i libri che si desiderano con una procedura on demand, si possono risparmiare le spese di spedizione dei libri e si evita l’accumulo di copie invendute. La società che vende queste macchine si chiama On Demand Books ed ha un accordo con Xerox, una delle più grandi aziende produttrici di stampanti e fotocopiatrici al mondo. Acquistare un esemplare di Espresso Book Machine è ancora un investimento importante, nel 2013 costavano circa 75mila euro, e forse per questa ragione non se ne trovano in giro di più.

In questo video viene spiegato il funzionamento dell’Espresso Book Machine.