Si avvicina la fine degli specchietti

Fornitori e case automobilistiche stanno lavorando alla loro sostituzione con telecamere e schermi interni, ma restano i problemi con le leggi e soprattutto con i guidatori: che sono abituati a girarsi per parcheggiare

L'abitacolo della BMW i8 "Mirrorless" presentata al CES 2016
L'abitacolo della BMW i8 "Mirrorless" presentata al CES 2016

Molti modelli di automobile oggi in commercio sono dotati di dispositivi di sicurezza attiva capaci per esempio di seguire il traffico e di prevenire incidenti agendo autonomamente su freni e sterzo, ma nonostante il livello tecnologico raggiunto nessuna auto può fare a meno di un accessorio molto semplice e molto antico: lo specchietto retrovisore esterno.
Le prime automobili all’inizio del Novecento non avevano né specchi laterali né quello centrale: quest’ultimo venne montato per la prima volta nel 1911 dall’americano Ray Horroun su un’auto da corsa e fu poi brevettato per l’uso stradale da Elmer Berger con il nome commerciale di Cop-Spotter, letteralmente “avvistatore di poliziotti”. In Italia lo specchietto retrovisore esterno sul lato del guidatore divenne obbligatorio dal 1 gennaio 1975 e la materia dei “dispositivi per la visione indiretta”, come vengono chiamati, è disciplinata dalla direttiva europea 2003/97/CE.

Poiché i retrovisori esterni sono esteticamente poco piacevoli, hanno ingombri problematici, non mostrano tutta l’area dietro l’auto e in movimento provocano resistenze aerodinamiche, da alcuni anni le aziende del settore automobilistico stanno sperimentando nuove soluzioni per sostituirli con delle videocamere. Tra di esse c’è il fornitore tedesco Continental, che chiama queste videocamere digital mirrors, specchi digitali. “[Grazie agli specchi digitali] si ha una riduzione significativa del rumore e c’è anche il potenziale per diminuire la resistenza aerodinamica e migliorare i consumi di carburante”, ha spiegato al New York Times DeanMcConnell, che dirige il settore di Continental che si occupa dei sistemi avanzati di assistenza al guidatore. “Si ottiene anche un miglioramento nel campo visivo”, ha aggiunto.

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Continental ha mostrato a John R. Quain del New York Times il funzionamento dei suoi sistemi su un esemplare di Mercedes-Benz CLS (foto qui sopra) modificato: due piccole videocamere al posto dei retrovisori utilizzano degli schermi nell’abitacolo, a sinistra e a destra della plancia, per mostrare la visuale di ciò che sta vicino e dietro l’automobile. Quain spiega che gli schermi si trovano dove un guidatore guarderebbe normalmente per controllare i retrovisori, ma le videocamere sono in grado di mostrare un’area più ampia di quella di un normale specchio fisico ed eliminano gli angoli ciechi ai lati dell’auto. Le videocamere, inoltre, sono in grado di attenuare i riflessi della luce solare o aumentare la luminosità di notte, rendendo più facili i parcheggi.

Anche il costruttore tedesco BMW sta lavorando a questa tecnologia: al CES 2016 di Las Vegas, Quain ha incontrato Philipp Hoffmann – responsabile per BMW dello sviluppo dei camera monitor systems – il quale gli ha mostrato un modello della sportiva ibrida plug-in BMW i8 che monta due videocamere al posto dei retrovisori esterni e una sopra al lunotto posteriore. Su questa i8 sperimentale, le riprese in tempo reale delle tre videocamere vengono unite in un’unica immagine panoramica che appare su uno schermo ad alta definizione nel retrovisore centrale e permette di avere una visuale senza angoli ciechi, come se alle spalle del guidatore non ci fosse nulla. Hoffmann ha anche spiegato che le videocamere sono in grado di misurare la velocità con cui si muovono gli oggetti intorno all’auto e quindi, se integrate con altri sistemi, potrebbero essere utilizzate per il parcheggio automatico o la prevenzione degli incidenti.

Le norme che in Europa e USA regolano l’omologazione di nuovi modelli di automobile impongono la presenza dei tradizionali specchietti retrovisori, ma i potenziali vantaggi delle videocamere stanno spingendo fornitori e case costruttrici a chiedere una modifica delle leggi. Nel 2014 l’associazione dei costruttori automobilistici americani Alliance of Automobile Manufacturers e il produttore di auto elettriche Tesla Motors hanno chiesto ufficialmente alla NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration, l’agenzia federale statunitense che si occupa della sicurezza stradale) la possibilità di sostituire i retrovisori esterni con delle videocamere. Nel documento presentato, la Alliance of Automobile Manufacturers sosteneva che gli specchietti esterni – a seconda della loro forma – contribuiscono alla resistenza aerodinamica dell’auto per il 2-7 per cento. In attesa del cambio di normativa, BMW prevede che quest’anno comincerà a provare su strada le auto senza specchietti in Europa, mentre nello stato americano del Nevada il gruppo tedesco Daimler – proprietario del marchio Mercedes-Benz – sta già testando dei grossi camion a guida autonoma che utilizzano schermi ad alta definizione al posto degli specchietti.

Negli ultimi anni la diffusione di nuove tecnologie nel mondo dell’auto sta avanzando rapidamente: di recente BMW ha ottenuto una speciale autorizzazione dal Dipartimento dei trasporti americano per il suo modello di grande berlina Serie 7, che è in grado di parcheggiarsi autonomamente, senza bisogno del guidatore a bordo, il quale può uscire dall’auto e guardarla mentre si guida da sola in uno spazio libero. Negli Stati Uniti, inoltre, dal 2018 tutte le auto nuove dovranno montare obbligatoriamente una telecamera posteriore, di quelle utili per il parcheggio che sono già presenti su molti modelli anche da noi; questa legge, introdotta nel 2014, potrebbe costituire un precedente rilevante per la futura autorizzazione delle videocamere esterne.

Secondo David Zuby – capo della ricerca all’Insurance Institute for Highway Safety, l’organizzazione no-profit delle assicurazioni americane per la prevenzione degli incidenti – non ci sono ancora abbastanza prove dell’efficacia delle telecamere laterali. L’istituto per cui Zuby lavora, però, di recente ha condotto degli studi su una tecnologia molto simile: la funzione LaneWatch disponibile su alcuni modelli americani della casa giapponese Honda. Questa utilizza una videocamera sul lato passeggero che proietta sullo schermo di bordo un’immagine della corsia a destra dell’auto ogni volta che il guidatore attiva la freccia. Zuby ha spiegato che gli studi hanno provato una correlazione tra il sistema LaneWatch e la riduzione degli incidenti, ma ha aggiunto che sono necessari altri approfondimenti.

Se da un lato l’uso di telecamere eliminerebbe anche il rischio di rottura degli specchietti e i conseguenti costi di sostituzione, spesso molto elevati, dall’altra parte questi nuovi sistemi necessitano di un periodo di assuefazione da parte dei guidatori, abituati a usare i retrovisori “tradizionali”. Quain spiega che guardare nel retrovisore centrale della BMW i8 non è molto istintivo per chi è abituato a girare tutto il corpo all’indietro quando deve uscire da un parcheggio. Hoffmann ha ammesso il problema, dicendo che “Sì, potrebbe esserci il bisogno di un addestramento del guidatore”.