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  • Domenica 21 febbraio 2016

Il caso Totti dall’inizio

Il capitano e simbolo della Roma ha dato un'intervista e si è lamentato perché gioca poco, criticando società e allenatore: poi è stato escluso dalla partita di campionato

(Tullio M. Puglia/Getty Images)
(Tullio M. Puglia/Getty Images)

Aggiornamento 22 febbraio – La Roma ha ottenuto la sua quinta vittoria consecutiva in campionato battendo il Palermo 5 a 0 nella partita che si è giocata domenica sera allo Stadio Olimpico. Francesco Totti non è stato convocato ma era a vedere la partita sugli spalti ed è stato molto applaudito dai tifosi. L’allenatore della Roma Luciano Spalletti ha detto ai giornalisti:

Mi risulta che la società non voglia rinnovare il contratto a Totti. Le è stata chiesta una consulenza da Pallotta?
Nella prima intervista di presentazione o subito dopo toccai questo tasto del rinnovo senza che me lo chiedesse nessuno perché sapevo che sarebbe stato importante. Io non voglio entrare in questa situazione ed è giusto che Francesco faccia quello che si sente. Io gli ho messo a disposizione quando abbiamo parlato io, lui e Vito Scala nel mio studio, gli ho chiesto cosa vuole fare perché è importante cosa voglia fare. Lui può fare qualsiasi ruolo, vuole fare il Giggs? Allora si mette vicino a me. Lui ha il carattere per fare qualsiasi ruolo. Vuoi fare Nedved? Fai Nedved. Vuoi fare il calciatore? Fai il calciatore, bene, ma io non regalo niente. Visto che devo ritirare le sorti di una squadra non posso permettermi alcun errore. Io ho avuto una debolezza, avere 6-7 delle sue maglie a casa. Mio figlio, che fa l’università a Roma, mi ha detto ‘Babbo, ma che fai, litighi con Totti?’ Io non voglio litigare con nessuno. Nell’ultimo periodo si è allenato bene e spesso, contribuendo a far salire il ritmo dell’allenamento con il suo piede.

Chapeau, speriamo che Totti capisca.
La società sa che se Francesco va a chiedere qualsiasi cosa io sto dalla parte di Francesco. Non sono piovuto dal cielo, so qual è la bellezza di questo ambiente e il grande sentimento dei romani. Chiamavano Totti i tifosi e facevano bene, se avessi potuto l’avrei fatto pure io. Assoluto rispetto per quello che è stato il campione però ora bisogna fare delle scelte. Se lui vuole giocare e continua così, gli farò fare qualche partita. Pure oggi c’erano i presupposti e l’avrei messo dall’inizio, anche per vedere quanto poteva giocare. Perché sotto l’aspetto della corsa dà meno degli altri ma dal punto di vista della tecnica fa ancora certe cose che io mi giro in allenamento perché solo lui ne è capace. Però io dal mio ruolo non posso accettare che convochi una conferenza. E gli altri? Noi abbiamo Keita, Maicon, De Sanctis, Salah…domani vanno tutti?

Il caso Totti dall’inizio

 

Francesco Totti – capitano e storico giocatore della squadra di calcio della Roma – è stato escluso dei convocati di Roma-Palermo di stasera dopo aver dato un’intervista molto critica in cui si è lamentato perché giocava poco. L’intervista di Totti e la reazione della Roma sono diventate le due notizie di calcio più discusse di oggi: non è la prima volta che Totti si lamenta in pubblico di un allenatore o della stessa Roma, ma secondo molti è la prima volta che la dirigenza della Roma reagisce in maniera così netta.

Totti ha 39 anni – ne compirà 40 il 27 settembre – e in questa stagione ha giocato solamente 6 partite, anche a causa di un infortunio piuttosto grave al bicipite femorale. In molti hanno reagito con sorpresa all’intervista di Totti: sebbene avesse giocato poco, negli ultimi anni si era lamentato molto raramente in pubblico, cosa che invece era solito fare a inizio carriera.

Capire Totti

Almeno dalla metà degli anni Novanta, Francesco Totti è insieme il giocatore più amato dai tifosi della Roma e il più forte che la squadra abbia mai avuto. Questa condizione particolare ha creato fin dall’inizio diversi problemi – per molti tifosi della Roma, Totti non va mai messo in discussione in quanto simbolo e giocatore più forte della squadra – che si sono acuiti specialmente nella parte finale della sua carriera.

Nella sua prima parte di carriera, grossomodo dal 1996 fino al 2006, anno in cui vinse il Mondiale con la Nazionale e in cui segnò una valanga di gol con la Roma, Totti era considerato uno dei più forti giocatori italiani di quei tempi, da alcuni il più forte in assoluto: aveva una tecnica e un’intelligenza calcistica eccezionali, a cui negli anni aveva associato la capacità di fare gol da qualsiasi posizione. Secondo i critici, però, la sua crescita e affermazione come giocatore sono state limitate dalla scelta di rimanere a giocare per la Roma, una squadra che negli ultimi vent’anni ha vinto un solo Scudetto e non è mai andata oltre i quarti di finale di Champions League. Lo stesso Totti sembra essersene reso conto: nel 2013 in un’intervista a France Football disse: «se fossi andato al Real Madrid avrei vinto due Champions League, tre Palloni d’Oro e molte altre cose». Totti a Roma riceve attenzioni che raramente sono riservate a giocatori di calcio. Per molti osservatori è davvero difficile valutare la reale consistenza di Totti e paragonarlo ad altri grandi giocatori: dove finisce la teoria secondo cui Totti sarebbe stato “limitato” dalla Roma e dove inizia quella secondo cui Totti non avrebbe ricevuto tali attenzioni mediatiche e sportive se avesse giocato in qualunque altra squadra? In un apprezzato lunghissimo articolo sull’Ultimo Uomo pubblicato nel 2013, Daniele Manusia si faceva queste e altre domande sul “fenomeno Totti”, buone ancora oggi:

Totti ha sbagliato ad accettare il ruolo di Totti, avrebbe dovuto rinunciare alla corona che gli è stata offerta?
Dovrebbe scendere dal piedistallo o dovrebbe stare più attento a quello che fa mentre sta sul piedistallo?
Le sue vittorie sono vittorie anche della Roma?
I suoi record, per noi, valgono quanto «dieci scudetti»?
Ha cavalcato gli umori peggiori della città per nascondere i suoi stessi fallimenti?
Totti è egoista di suo o un po’ di egoismo è normale per un grande campione in una squadra provinciale?
Adesso che tipo di contratto sarebbe più giusto?
Se a un certo punto fosse davvero stanco, Totti sarebbe libero di smettere di giocare?
A quali condizioni far arrivare Totti fino a quarant’anni è una cosa bella, e a quali diventa un sacrificio per la Roma?
Sarebbe giusto che provasse a guadagnare il più possibile, sarebbe giusto accontentarlo qualsiasi richiesta faccia?
Ha dato più Totti alla Roma o la Roma a Totti?
Avere Totti in squadra è una motivazione in più per i suoi compagni o si sentono confrontati a lui continuamente?
È una buona influenza sui più giovani o si sentono in dovere di passargli la palla?
È colpa sua se i suoi compagni non si prendono le loro responsabilità?
Come verrà ricordato?
Ci sarà mai un altro Totti?

La già complicata questione su come valutare Totti si è ulteriormente intricata durante la stagione in corso: negli ultimi anni Totti era stato relativamente bene dal punto di vista fisico, ed era gestito in modo molto benevolo da allenatori come Luis Enrique o Rudi Garcia (che lo definiva “il mio miglior giocatore”). Totti aveva anche trovato una sua precisa collocazione in campo, rimasta stabile nonostante i vari allenatori che si sono succeduti dal 2010 in poi. Ha spesso giocato da “falso nove”, occupando lo spazio in cui di solito gioca la punta centrale ma venendo incontro ai centrocampisti per ricevere il pallone e lanciare in area gli attaccanti esterni o gli stessi centrocampisti. Oltre alle consuete buone prestazioni in quel ruolo, Totti riusciva ancora a risolvere le partite da solo: l’ultima volta è accaduto alla fine della scorsa stagione, nel derby contro la Lazio: Totti segnò i due gol con cui la Roma riuscì a rimontare una Lazio in grandissima forma, che era andata in vantaggio di due gol già nel primo tempo.

Sin dall’inizio di questa stagione però Totti ha avuto diversi problemi fisici che gli hanno impedito di giocare con continuità: e le poche volte che lo ha fatto, ha giocato molto male. Finora ha segnato solo un gol, contro il Sassuolo il 20 settembre 2015, in una delle due partite in cui ha giocato titolare in Serie A.

L’intervista

È stata trasmessa durante il TG1 di sabato 20 febbraio ed è solo uno spezzone di un servizio più lungo che verrà trasmesso stasera da 90esimo minuto, su Rai2. L’intervista non è stata organizzata dalla Roma ma solamente “autorizzata” dopo una richiesta dello stesso Totti. Lo spezzone mostra sostanzialmente Totti lamentarsi perché in questa stagione sta giocando poco. A un certo punto Totti spiega persino che valuterà di cambiare squadra, se non dovesse riuscire a trovare un accordo con la Roma: «mi scade il contratto a giugno. Valuterò qualsiasi cosa dovesse uscire, anche perché così non riesco a starci, mi dispiace, sto male io, sta male la gente che mi sta intorno». Totti ha parlato in maniera molto dura anche del nuovo allenatore Luciano Spalletti: «[con lui] è un rapporto buongiorno e buonasera. Però lo stimo sia come persona che come allenatore e dico alla società Roma di tenerlo in considerazione anche per il futuro. Speravo che tante cose lette sui giornali me le avesse dette in faccia».

E adesso?

Non è chiaro cosa accadrà: il contratto di Totti scade effettivamente a fine stagione e sembra difficile che al momento gliene venga offerto uno nuovo. D’altra parte Spalletti è appena tornato a essere allenatore della Roma – dopo averla già allenata fra il 2005 e il 2009 – e probabilmente non vuole essere ricordato come l’allenatore che ha cacciato Totti, né d’altra parte mostrarsi subalterno a Totti. Da parte sua Totti potrebbe anche decidere di accettare eventuali offerte dall’estero, salvo così privarsi – almeno a breve termine – della possibilità futura di lavorare come dirigente nella Roma.