Vale la pena comprare un televisore 4K?

Una guida per orientarsi nel nuovo formato che sta, lentamente, sostituendo il Full HD (e la risposta ovviamente è: dipende)

(AP Photo/John Locher)
(AP Photo/John Locher)

Come ogni anno al CES di Las Vegas – la più importante fiera di tecnologia degli Stati Uniti – i produttori di televisori hanno mostrato le loro ultime novità con schermi più ampi, sottili e ad altissima definizione con cui sperano di convincere i loro clienti a fare nuovi acquisti, in molti casi rinunciando ai televisori HD che possiedono da pochi anni. Samsung, Sony, Panasonic e gli altri puntano tutto sul 4K (Ultra HD), un nuovo formato disponibile da qualche anno che offre una maggiore risoluzione, circa quattro volte superiore rispetto allo standard ad alta definizione attualmente più diffuso (Full HD – 1080p). Nonostante siano in commercio da più di tre anni, i televisori 4K non sono ancora molto diffusi; i principali esperti e siti di tecnologia consigliano prudenza prima di acquistarli e di valutare, per quanto possibile, costi e benefici.

Cos’è il 4K
Con 4K viene indicata, per approssimazione, la risoluzione orizzontale degli schermi di questo tipo, pari quindi a 4mila pixel (la “k” sta per “kilo”, quindi appunto mille). Non è un’indicazione così immediata e rischia di creare un po’ di confusione, perché i formati precedenti utilizzavano la verticale per indicare la risoluzione: il 1080p del Full HD, per esempio, è riferito al numero di pixel sull’altezza dello schermo. Fatte le dovute proporzioni, quindi, il 4K ha una risoluzione verticale pari a 2160p. A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che la definizione di 4K è nata in ambito cinematografico, mentre formalmente in quello televisivo si parla di Ultra HD. Non è una differenza da poco, perché si tratta di due formati grafici diversi: il 4K cinematografico è pari a 4096 x 2160 pixel, mentre quello dell’Ultra HD è di 3840 x 2160 pixel. Salvo diversa indicazione da parte dei produttori di televisori, quando si parla di 4K per un televisore si intende l’Ultra HD.

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Quanto costa il 4K
Nell’ultimo anno il prezzo dei televisori 4K si è ridotto considerevolmente, anche se continua a essere più alto rispetto ai classici Full HD. La differenza di prezzo è in parte dovuta al fatto che i produttori preferiscono realizzare schermi 4K molto grandi, quindi con più pollici rispetto allo standard precedente: uno schermo più grande è inevitabilmente più costoso, soprattutto se la sua definizione è più alta. I prezzi del 4K stanno cambiando piuttosto rapidamente e sono comparabili a quelli del Full HD di un paio di anni fa. Oggi con circa 500 euro si riesce ad acquistare un televisore 4K da 40 pollici di buona qualità, dotato di servizi per collegarsi a Internet e usare applicazioni per lo streaming come Netflix.

Come per molte altre cose, il consiglio per chi vuole acquistare un 4K è non badare troppo al risparmio. In commercio ci sono televisori a basso prezzo, spesso offerti online, che poi si rivelano una fregatura sotto diversi punti di vista: immagine calibrata male, audio pessimo, lentezza nella risposta ai comandi e così via. Acquistare un televisore al giorno d’oggi è un po’ come acquistare un’automobile qualche tempo fa: è un acquisto per il medio-lungo periodo, deve quindi garantire una buona durata ed essere affidabile. Prima di comprare è inoltre consigliabile capire quali sono le proprie esigenze, per quante ore al giorno sarà utilizzato il televisore, dove, in quale contesto e per vederci cosa.

Risoluzione
Come spiega Adam Clark Estes in un’interessante guida all’acquisto pubblicata sul sito di tecnologia Gizmodo, non bisogna fare della risoluzione un’ossessione. Un televisore che ha una risoluzione quattro volte superiore al normale Full HD si fa certamente notare, ma solo se lo si osserva da pochi metri di distanza e se lo schermo è molto grande e supera i 50-60 pollici. Oltre i tre metri circa, la maggiore definizione non viene quasi percepita dall’occhio umano (salvo non siate delle aquile), e non ha quindi molto senso investire centinaia di euro in più per un televisore con meno di 60 pollici che sarà visto su un divano a più di tre metri di distanza dallo schermo. Online ci sono diversi calcolatori automatici per rendersi conto della resa di un televisore a seconda della distanza da cui lo si osserva.

Altre cose da tenere d’occhio
La risoluzione non è tutto e ci sono altri parametri altrettanto importanti da tenere in considerazione, come spiega Estes. La retroilluminazione dello schermo, per esempio, è fondamentale per avere immagini brillanti e colori vividi. Semplificando, dietro ai cristalli liquidi del televisore ci sono dei LED, minuscole lucine che illuminano lo schermo rendendo visibili le immagini. I modelli più economici sono illuminati tramite LED posti solo lungo il perimetro dello schermo e non offrono quindi una grande dinamicità, quando ci sono variazioni di luminosità e colore nell’immagine. I modelli migliori, e più consigliabili, sono quelli con LED posti dietro lo schermo e organizzati a zone, in modo che possano modulare la loro luminosità a seconda dell’immagine.

La qualità è inoltre data dalla frequenza con cui si aggiornano le immagini sullo schermo: più è alta più le immagini risultano fluide e naturali. Lo standard adottato dalle emittenti televisive prevede l’utilizzo di una frequenza pari a 60 Hz, ma molti produttori di televisori utilizzano accorgimenti di vario tipo per offrire una frequenza più alta. In alcuni casi è troppo alta e porta al cosiddetto “soap opera effect”, dove le immagini appaiono sempre più fluide del dovuto: la maggior parte dei televisori offre un’opzione per limitare l’effetto.

E poi c’è il parametro più complicato di tutti da valutare: il contrasto. Indica la differenza tra il nero più scuro che può essere riprodotto sullo schermo e il bianco più chiaro possibile (ne consegue che tutti i colori pizzicati nel mezzo ne risentono). Il problema è che non esiste uno standard per definire con precisione il contrasto e le indicazioni dei produttori spesso non sono sufficienti per farsi un’idea. Il consiglio che danno in molti è fare qualche prova direttamente in un negozio dove sono esposti i televisori: le luci intorno sono tremende e ci sono molto riflessi, ma osservando con attenzione si può comunque capire quanto è nero il nero riprodotto sullo schermo.

HDR
Al CES 2016 sono stati presentati televisori 4K con sistema HDR (High Dynamic Range), termine che indica la possibilità di rendere più ampio l’intervallo tra le aree visibili più scure e più chiare dell’immagine. Se ben calibrato, questo effetto consente di vedere più cose e con maggiore dettaglio, ma in alcuni casi può risultare innaturale perché è come se venissero aggiunti artificialmente ulteriori punti di luce, cui nemmeno la nostra vista è abituata. I colori diventano più brillanti e saturi, ma molto dipende comunque dal contenuto e dagli accorgimenti stessi che sono stati utilizzati per realizzarlo.

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Smart TV
I principali produttori di televisori 4K al mondo, a partire da Samsung, offrono una serie di servizi e contenuti attraverso applicazioni e altri programmi che possono essere installati sul televisore. Le Smart TV esistono già da tempo per il formato Full HD, ma l’opzione diventa fondamentale per i nuovi televisori più definiti, considerato che il modo più pratico per visualizzare video in 4K è quello di ricorrere allo streaming (che comunque richiede una connessione veloce a Internet).

Cosa si vede in 4K
Per ora l’offerta di contenuti in 4K è limitata, soprattutto in Italia. YouTube dà la possibilità ai suoi utenti di caricare video in questo formato, ma per ora sono in pochi a farlo. Netflix, nel suo abbonamento da 11,99 euro al mese, offre alcune sue produzioni in 4K e film di altri produttori, ma si tratta di una quantità di contenuti estremamente limitata rispetto al catalogo offerto nel complesso. Molti televisori hanno comunque un’opzione per simulare il 4K partendo dal Full HD: non è un granché, ma meglio di niente. I contenuti dovrebbero comunque aumentare man mano che i televisori 4K si diffondono: visti gli sforzi di marketing dei principali produttori, è inevitabile che accada e in pochi anni.

Ma quindi il 4K vale la pena?
La risposta deluderà molto gli indecisi ed è la più classica di quelle possibili quando si parla di aggeggi elettronici: dipende. Se avete appena messo su casa e dovete acquistare un nuovo televisore con uno schermo bello grande, conviene orientarvi verso un 4K: anche se saranno necessari ancora un po’ di anni, è inevitabile che diventi il nuovo standard per film e serie tv e in pochi anni potreste pentirvi di avere risparmiato oggi sul nuovo acquisto. Se state invece pensando di aggiungere un televisore in casa, magari in cucina e con lo schermo piccolo, conviene acquistare un più economico Full HD. Il consiglio per chi non ha invece la stretta esigenza di passare a un nuovo televisore è tenere duro almeno ancora un anno: man mano che i 4K si diffondono, complice la spinta da parte dei produttori, il loro prezzo tenderà ad avvicinarsi a quelli dei Full HD, che hanno ormai pochi anni di vita davanti a loro.