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  • Sabato 19 dicembre 2015

Il gigantesco e contestato progetto immobiliare nel centro di Belgrado

Si chiama Belgrade Waterfront, creerà molti posti di lavoro e i cantieri dureranno trent'anni, ma i residenti non sono contenti

Il rendering del progetto (AP Photo/Darko Vojinovic)
Il rendering del progetto (AP Photo/Darko Vojinovic)

Un grande e ambizioso progetto immobiliare in corso di realizzazione a Belgrado, in Serbia, ha generato molte proteste da parte dei residenti del quartiere, mentre altri sostengono che potrebbe rilanciare l’occupazione e la crescita economica in una città che ha da tempo bisogno di nuovi investimenti. Il progetto si chiama “Belgrade Waterfront” ed è stato presentato l’anno scorso dal primo ministro serbo Aleksandar Vučić. È un progetto da 3,5 miliardi di euro che occuperà 1,8 milioni di metri quadrati tra Savamala, il quartiere nel centro di Belgrado che si affaccia sulla riva destra del fiume Sava, poco prima della sua confluenza nel Danubio, e la zona fieristica della città.

La maggior parte di Belgrade Waterfront occuperà un vasto spazio da tempo abbandonato e che negli ultimi anni ha subito un rapido degrado. Belgrade Waterfront sarà in parte finanziata dalla Eagle Hills, una società di Abu Dhabi specializzata nello sviluppo e nella costruzione di grandi centri urbani. Il progetto prevede la costruzione di case, hotel, attività commerciali, uffici e zone ricreative. La struttura più importante del complesso sarà il grattacielo Kula Beograd, che con oltre 200 metri di altezza diventerà l’edificio più alto dell’intera penisola balcanica. L’altro edificio principale sarà un centro commerciale di 140 mila metri quadrati. Si prevede che l’intero progetto venga realizzato entro trent’anni dall’inizio dei lavori.

Un progetto di queste dimensioni, secondo alcune previsioni, potrebbe creare complessivamente almeno diecimila nuovi posti di lavoro in un paese dove il tasso di disoccupazione supera il 16 per cento e solo un anno fa era superiore al venti. Nonostante le allettanti prospettive economiche, però, negli ultimi anni sono nati diversi movimenti di protesta contrari alla costruzione del Belgrade Watefront. Il più numeroso è il Ne da(vi)mo Beograd. Il gruppo contesta soprattutto il mancato confronto con i cittadini e la carenza di alloggi a prezzi accessibili, ritenuto uno dei principali problemi della città. Un’altra delle accuse rivolte all’amministrazione comunale è non aver offerto alcun tipo di assistenza alle famiglie sfrattate: i comitati locali dicono che sono state demolite senza permesso case ancora abitate e gli avvisi di sfratto ad alcune famiglie nella zona interessata dai lavori sono stati recapitati con pochi giorni d’anticipo.

Il capo dell’opposizione nel consiglio comunale di Belgrado, Balša Božović, ha definito il progetto “la truffa del secolo”, riferendosi ai 300 milioni di euro che verranno stanziati dalla Eagle Hills a fronte dei 3,5 miliardi necessari alla costruzione del complesso, la cui maggior parte verrà garantita dal governo.

Negli ultimi anni il quartiere di Savamala è diventato uno dei luoghi più frequentati dai turisti: lì hanno sede diversi centri culturali, bar alla moda, locali aperti tutta la notte e le opere degli artisti di strada per le vie del quartiere sono molto famose. Secondo i residenti, la costruzione di Belgrade Waterfront finirà per accelerare rapidamente il processo di gentrificazione del quartiere, alzando il prezzo delle case e degli affitti e rendendo molto più costosa una zona un tempo economicamente accessibile.

Secondo i sostenitori del progetto invece, Belgrade Waterfront sarà fondamentale per la crescita economica della capitale e dell’intero paese. Tuttavia persistono ancora molti dubbi attorno al progetto, oltre a quelli dei residenti: non c’è stata nessuna gara d’appalto e non è ancora ben chiaro come verrà diviso il finanziamento dei 3,5 miliardi stanziati per il progetto. La città di Belgrado poi, secondo diversi architetti ed urbanisti serbi, avrebbe bisogno di molti interventi di riqualificazione; alcune zone della città sono ancora oggi mal collegate e i servizi di base non sono sempre garantiti.