La Cassazione ha deciso che il processo di appello “Ruby bis”, a carico di Fede e Minetti, è da rifare
La Terza sezione penale della Cassazione ha accolto i ricorsi dell’ex direttore del Tg4 Emilio Fede e dell’ex consigliera regionale della Lombardia Nicole Minetti stabilendo che il processo di appello “Ruby bis” è da rifare. Fede era stato condannato a 4 anni e 10 mesi, Minetti a 3 anni. I giudici hanno invece dichiarato «inammissibile» il ricorso della Procura della Corte d’Appello di Milano che chiedeva condanne più elevate e il ripristino dell’accusa di favoreggiamento alla prostituzione minorile della minorenne marocchina Karima el Marough, “Ruby”.
Ci vorranno almeno 30 giorni per conoscere le motivazioni della decisione: il processo ricomincerà davanti a un’altra Sezione della Corte di Appello di Milano.
Il processo “Ruby bis” nasceva dal cosiddetto “processo Ruby” nel quale Silvio Berlusconi è stato definitivamente assolto. Berlusconi era accusato di avere avuto rapporti sessuali a pagamento con una minorenne marocchina, Karima el Marough, “Ruby”, benché fosse consapevole che era minorenne, e anche di aver chiamato tra il 27 e il 28 maggio del 2010 la Questura di Milano abusando del suo ruolo di presidente del Consiglio per indurre il capo di Gabinetto, Pietro Ostuni, ad affidare la ragazza – trattenuta per un sospetto furto – a Nicole Minetti, all’epoca consigliera regionale del PdL in Lombardia e sua amica personale.
Il 24 giugno del 2013 Silvio Berlusconi era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione per concussione per costrizione, più un anno per prostituzione minorile, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La seconda Corte d’appello di Milano aveva poi assolto Berlusconi per la concussione «perché il fatto non sussisteva», e per induzione alla prostituzione minorile «perché il fatto non costituiva reato» (Berlusconi non era cioè consapevole che la ragazza fosse minorenne). Dopo l’assoluzione in appello, la procura generale di Milano aveva presentato ricorso in Cassazione; la Corte di Cassazione aveva però confermato l’assoluzione.
Nel luglio del 2013, sempre in primo grado, per gli stessi fatti di cui era accusato Berlusconi ma in un processo separato – “Ruby bis” – la quinta sezione penale del tribunale di Milano aveva condannato Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti per induzione e sfruttamento della prostituzione. Mora e Fede erano stati condannati a 7 anni e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, mentre Minetti aveva ricevuto una condanna a 5 anni di reclusione e 5 anni di interdizione. Entrambe le condanne erano state ridefinite e ridotte durante il processo di appello che si era concluso il 13 novembre 2014.