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  • Martedì 8 settembre 2015

La storia dello scacchista accusato di barare

Come è stato accusato (lui nega) il concorrente del torneo di Imperia che nelle scorse settimane aveva battuto avversari molto più forti di lui

(Photo credit TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)
(Photo credit TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)

Sabato scorso il giocatore di scacchi Arcangelo Ricciardi è stato espulso dal Festival Scacchistico Internazionale di Imperia perché indossava un ciondolo con una microcamera e una serie di fili cuciti nell’interno della camicia collegati a un ricevitore, di cui secondo i giudici del torneo si sarebbe servito per barare e ricevere suggerimenti. Ricciardi ha negato ogni accusa in un’intervista martedì sul Secolo XIX.
Ricciardi è stato espulso prima dell’inizio dell’ottavo turno, e domenica 6 settembre il torneo è proseguito regolarmente con il turno finale: ha vinto il russo Igor Naumkin.

Il Festival scacchistico internazionale di Imperia è un torneo scacchistico che viene organizzato tutti gli anni, dal 1959, dal Circolo Scacchistico Imperiese, a Imperia. Il Festival si svolge solitamente nelle prime due settimane di settembre, per una durata di otto giorni divisi in 9 turni. Quest’anno è alla sua 57° edizione e si è svolto da domenica 30 agosto a domenica 6 settembre al palazzetto dello sport di Imperia.

Il torneo era diviso in due categorie principali: il torneo OPEN B, per i giocatori con Elo minore a 1600, e quello OPEN A, dove giocava Ricciardi, aperto agli altri. L’Elo è il metodo per calcolare la forza di un giocatore di scacchi utilizzato dalla FIDE, la Federazione Internazionale degli Scacchi, e prende il nome dal suo inventore, Arpad Emrick Elo. Più alto è l’Elo, più il giocatore è bravo.
Nella classifica mondiale Ricciardi si trova alla posizione 106.084, con un Elo di 1.829. È un bravo giocatore, in categoria Prima Nazionale (negli scacchi ci sono dodici categorie, in ordine crescente di importanza: Non Classificato (NC), Terza Sociale (3S), Seconda Sociale (2S), Prima Sociale (1S), Terza Nazionale (3N), Seconda Nazionale (2N), Prima Nazionale (1N), Candidato Maestro (CM), Maestro (M), Maestro FIDE (MF), Maestro Internazionale (MI) e, infine, Grande Maestro (GM)).
Nei giorni scorsi però Ricciardi aveva attirato l’attenzione sul torneo per i suoi risultati sorprendenti, che lo avevano portato, al settimo turno, ad essere in vantaggio su Igor Naumkin, Gran Maestro con posizione mondiale 2.010.
Il giornale online Messaggero Scacchi spiega che nel torneo di Imperia Ricciardi partiva con il numero 35 di tabellone ma ha battuto, tra gli altri, anche il francese Nikolay Legky e lo slovacco Stefan Mazur, numeri due e tre di tabellone, Gran Maestro e Maestro Internazionale.

Con questi risultati, dopo il sesto turno Ricciardi è stato sottoposto a una prima perquisizione, senza che gli arbitri trovassero niente di anomalo. Ma il giorno dopo l’organizzazione, ancora insospettita, ha deciso di portare al torneo un metal detector, che ha permesso di trovare addosso a Ricciardi il ciondolo con la microcamera e un ricevitore di 4 centimetri, che lo scacchista teneva sotto l’ascella e presumibilmente serviva per ricevere i segnali da un complice. Non è ancora chiaro come funzionasse il meccanismo di suggerimenti.

Su La Stampa, Jean Coqueraut, arbitro di gara, ha raccontato che – oltre per le vittorie fuori da ogni previsione – Ricciardi aveva insospettito gli arbitri e gli altri partecipanti perché stava sempre seduto (un comportamento abbastanza insolito in un gioco le cui partite possono durare delle ore), quasi sempre a braccia conserte tenendo il pollice sotto l’ascella e sbatteva gli occhi in modo strano, come se non guardasse davvero la scacchiera. Coqueraut sospetta che Ricciardi cercasse di decifrare i segnali che gli arrivavano forse in codice Morse dal ricevitore che teneva sotto il braccio. L’arbitro ha notato anche che il giocatore beveva spesso e si passava in continuazione un fazzoletto sulla faccia: e ritiene che potessero essere segnali al complice per intimargli di affrettarsi. Ad insospettire i giudici è stato anche il fatto che Ricciardi a fine partita non si fermasse mai per analizzare le mosse con gli avversari, una pratica comune per gli scacchisti.

Intervistato da Il Secolo XIX, Ricciardi ha negato ogni accusa: dice che non aveva addosso nessun marchingegno; che lo yoga gli ha permesso di aprire la mente e ottenere migliori risultati; che durante il gioco si alzava, anche se poco spesso; a fine partita non si confrontava con gli avversari o perché erano stranieri, o perché non gli veniva chiesto, ma anche perché non voleva condividere quello che solo lui era arrivato a capire. Ricciardi ha anche detto che intende denunciare il trattamento che ha subìto e che se verrà squalificato farà ricorso. Ha anche riferito che quando gli hanno passato il metal detector addosso aveva già deciso di abbandonare il gioco.

La Federazione ha aperto un’inchiesta e Ricciardi rischia una squalifica di tre anni dall’attività agonistica e una denuncia per tentata frode sportiva. Resta da individuare l’eventuale complice all’esterno.
Ai fini del torneo le partire vinte da Ricciardi sono state considerate come non giocate; quelle finite in parità anche, ma agli avversari dell’espulso sono rimasti calcolati i punti che hanno ottenuto contro di lui, utili per la classifica finale.