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  • Sabato 5 settembre 2015

Il calcio a New Orleans dopo Katrina

I lavoratori ispanici della ricostruzione hanno portato in città un inedito seguito per il calcio, e un allenatore leggendario nel suo paese

 Operai honduregni a New Orleans. (Photo by Melanie Stetson Freeman/The Christian Science Monitor)
Operai honduregni a New Orleans. (Photo by Melanie Stetson Freeman/The Christian Science Monitor)

Il Guardian ha raccontato la settimana scorsa la storia di uno dei calciatori più famosi dell’Honduras, che oggi insegna calcio nelle leghe semi-professionistiche di New Orleans, e del crescente successo del calcio nella città statunitense.

Eduardo Antonio Laing è stato per 32 anni l’autore dell’unico gol della storia della nazionale honduregna ai mondiali di calcio. Era l’edizione del 1982 (quella vinta dall’Italia in finale con la Germania), l’Honduras stava perdendo di un gol contro l’Irlanda del Nord e Laing segnò il pareggio con un colpo di testa da calcio d’angolo che gli valse il soprannome di “Aguja” – ago, o guglia – e una grande popolarità nazionale. «Penso sempre a quel gol, è un ricordo che non potrò mai dimenticare», ha detto al Guardian.

Dal 2007 Laing ha cambiato vita e vive a New Orleans, dove lavora come imbianchino e allena una squadra nel campionato “ISLANO”. Da quando l’uragano Katrina ha devastato New Orleans nell’agosto del 2005, la ricostruzione della città ha attirato tantissime imprese di costruzioni, che spesso hanno impiegato come mano d’opera gli immigrati centroamericani. Mentre la popolazione di New Orleans scendeva tantissimo, la comunità di latinos è passata da 58mila persone prima di Katrina, a più di 100mila (ma è un dato incerto per via dei migranti senza regolare visto). E oltre alle feste di barrio e ai tacos, i latinos hanno portato la passione per il calcio che in breve tempo ha aumentato molto la sua popolarità in città.

Oggi New Orleans conta quindi tre campionati semiprofessionistici con un totale di 46 squadre, e un indotto di trasmissioni radio e sezioni sportive nei giornali locali ispanici. Già dal primo anno dopo Katrina, il premio per la squadra vincitrice passò da duemila a 20mila dollari. Dopo poco tempo i giocatori diventarono troppi per una sola lega e vennero creati tre campionati diversi, indipendenti. I migliori calciatori guadagnano tra i 150 e 250 dollari a partita, e molti sono ex professionisti dei campionati centroamericani – come Laing – che la settimana lavorano in cantiere e nel weekend giocano al Tad Gormley Stadium e negli altri stadi cittadini. Laing ha vinto 4 dei 5 campionati a cui ha partecipato da allenatore.

L’espansione della comunità latina non ha però incontrato il favore di parte della popolazione afroamericana, i cui quartieri furono tra i più colpiti dall’uragano: molti neri sono stati costretti a lasciare New Orleans per sempre per i costi proibitivi e la scarsa possibilità di lavoro nel settore edile, tutto appaltato principalmente a imprese di ispanici. Ci sono state polemiche politiche e molte aggressioni ai danni dei latinos, spesso ignorate dalla stampa perché compiute ai danni di immigrati irregolari difficilmente identificabili o semplicemente non denunciate.

Intanto, dal 2014 Laing non è più l’unico honduregno ad aver segnato in una Coppa del mondo: Carlo Costly ha segnato il gol del momentaneo vantaggio dell’Honduras contro l’Ecuador nel mondiale brasiliano.