Ritratti con macchina da scrivere

Foto che alle celebrities contemporanee non si fanno più (hipster esclusi): da Hemingway e Ho Chi Min a Miguel Bosé e Gloria Swanson

Ernest Hemingway davanti alla sua macchina da scrivere a Sun Valley lodge, Idaho, nel 1939 
(AP Photo/File)
Ernest Hemingway davanti alla sua macchina da scrivere a Sun Valley lodge, Idaho, nel 1939 (AP Photo/File)

Se avete visto quest’estate il film “Giovani si diventa” con Ben Stiller e Naomi Watts vi siete probabilmente divertiti con la presa in giro dei due altri protagonisti (Adam Driver e Amanda Seyfried) e delle loro passioni hipster per tutto ciò che suona vecchio e più complicato, proprio perché vecchio e più complicato: le videocassette, il pollo in casa, il non cercare le cose su Google, e le macchine da scrivere.

Ancora qualche anno fa c’erano giornalisti che esibivano fieri di scrivere ancora con la macchina da scrivere (forse erano gli stessi che a questo punto stanno già mugugnando che si devono chiamare “macchine per scrivere”), ma sostenerne la maggiore praticità è diventato abbastanza impossibile. Resta il fatto che – come i vinili; i VHS no – sono però bellissime, le macchine da scrivere: molto più belle di questi cosi. Ed è una valutazione così antica e condivisa, che per decenni le macchine da scrivere sono state usate non solo per scrivere ma anche per fotografare: ovvero come protagoniste di set e ritratti in cui l’elemento estetico arricchiva il personaggio ritratto. E ne hanno approfittato le più varie celebrità, come vedete – non solo giornalisti e scrittori – con risultati che commuoverebbero i due giovani protagonisti di “Giovani si diventa” (loro stanno ricevendo questo articolo via fax).