Israele libererà un detenuto palestinese che sta facendo lo sciopero della fame da 65 giorni perché incarcerato senza processo

Un palestinese bacia sulla fronte Naser al-Deen Allan, il padre di Mohammed Allan, nella sua casa di Nablus, in Cisgiordania, 19 agosto 2015.
(JAAFAR ASHTIYEH/AFP/Getty Images)
Un palestinese bacia sulla fronte Naser al-Deen Allan, il padre di Mohammed Allan, nella sua casa di Nablus, in Cisgiordania, 19 agosto 2015. (JAAFAR ASHTIYEH/AFP/Getty Images)

La Corte Suprema israeliana ha deciso di sospendere la detenzione di Mohammed Allan, accusato di far parte di gruppo militante islamista, e che sta facendo lo sciopero della fame da 65 giorni. Allan era stato arrestato a novembre 2014 e da allora si trovava in carcere senza processo: la legge israeliana permette infatti a un tribunale militare di incarcerare a tempo indefinito e senza processo una persona sospettata di attentare alla sicurezza del paese; l’ordine deve essere rinnovato ogni sei mesi dal tribunale. Il ministro della Giustizia israeliano ha detto che Allan è coinvolto in atti di “grave terrorismo” ed è stato arrestato in base a “informazioni riservate”. Allan sarà scarcerato a novembre, e al momento resterà ricoverato nell’ospedale di Ashkelon: ha perso conoscenza, ha subito danni al cervello, e da venerdì è attaccato a un respiratore dopo che i suoi polmoni hanno smesso di funzionare.