I quattro italiani rapiti in Libia

Si tratta di dipendenti di una società con sede a Parma: non si sa ancora di preciso come sia avvenuto il rapimento e chi lo abbia compiuto

Mellitah, Libia (AP Photo/Eni Press office, File)
Mellitah, Libia (AP Photo/Eni Press office, File)

Domenica 19 luglio, quattro persone di nazionalità italiana sono state rapite a Mellitah, nel nord della Libia, la zona da dove parte il gasdotto Greenstream che porta il petrolio a Gela, in Sicilia, e dove si trova l’impianto della Mellitah Oil and Gas, una società controllata di ENI e NOC (National Oil Corporation, l’azienda nazionale libica). La situazione non è però ancora chiara.

Il ministero degli Esteri ha fatto sapere che le persone sequestrate sono dipendenti della società Bonatti con sede a Parma e che è coinvolta a Mellitah in diversi progetti. In un comunicato stampa l’azienda ha scritto:

«Informiamo che ieri, 19 luglio 2015, si è verificato in Libia nei pressi di Mellitah il rapimento di 4 tecnici italiani dipendenti della nostra società. Al momento siamo in diretto contatto e coordinamento con le Autorità e con l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri Italiano. Seguiranno eventuali aggiornamenti»

Il Corriere della Sera scrive che «fonti interne all’impianto di gas e petrolio di Mellitah aggiungono che le forze di sicurezza locali non sono a conoscenza né dell’identità dei rapitori, né del luogo dove sono state condotte le persone sequestrate. Altre fonti locali, citate dall’agenzia Afrigate, sostengono che gli italiani siano stati rapiti nei pressi Zuaia, città sotto il controllo delle milizie islamiste che appoggiano il governo di Tripoli, a Nord-ovest del Paese nordafricano, mentre stavano rientrando dalla Tunisia».

Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha detto che per il momento è complicato fare ipotesi sugli autori del rapimento, ha precisato che l’Unità di crisi della Farnesina sta lavorando «con l’intelligence» spiegando che nella zona dove è avvenuto il sequestro «ci sono anche dei precedenti». Nel novembre del 2014 erano stati liberati Marco Vallisa, tecnico italiano della ditta Piacentini rapito in Libia nel luglio del 2014, e Gianluca Salviato, tecnico rapito sempre in Libia nel marzo dello scorso anno. L’ultimo italiano a essere liberato, il 9 giugno scorso, è stato Ignazio Scaravilli, medico sequestrato in Libia a gennaio. Con il rapimento dei 4 dipendenti della Bonatti sono attualmente cinque gli italiani sequestrati: dal luglio del 2013 non si hanno infatti notizie di Padre Paolo Dall’Oglio.