Omar Sharif, 1932-2015

Era famoso per i suoi ruoli in "Lawrence d'Arabia" e "Il Dottor Zivago": aveva 83 anni

di Adam Bernstein – Washington Post

Omar Sharif, il più famoso attore egiziano nella storia, è morto a 83 anni. Il suo agente ha confermato la notizia a BBC, spiegando che è morto in seguito a un attacco di cuore oggi in un ospedale del Cairo. Sharif era famoso soprattutto per il suo ruolo nel film Lawrence d’Arabia di David Lean, uscito nel 1962. Anni dopo recitò anche nel Dottor Zivago. Di recente, aveva recitato come protagonista nel film egiziano The Traveller. Alcuni mesi fa il suo agente aveva confermato che Sharif soffriva del morbo di Alzheimer.

Sharif era nato ad Alessandria d’Egitto nel 1932. Il suo vero nome era Michel Demitri Shalhoub: adottò il nome di Omar Sharif dopo aver iniziato a recitare. Dopo essersi laureato in matematica, era comparso in alcuni film egiziani. Con il suo fisico da belloccio-non-scemo, Sharif trovò rapidamente posto nella ricca scena cinematografica egiziana. In uno dei suoi primi film, Il sole cocente, dava un bacio a Faten Hamama, una popolare attrice egiziana che ai tempi veniva paragonata a Shirley Temple. I due si sposarono l’anno dopo che si fu convertito all’Islam. Per anni furono considerati una delle coppie più famose del cinema arabo (si separarono negli anni Sessanta).

Il suo primo ruolo in inglese fu proprio quello in Lawrence d’Arabia, un film storico riguardo l’avventuriero britannico T.E. Lawrence e il suo tentativo di riunire le tribù arabe per combattere l’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale. Per il film, Sharif – che faceva la parte del capo tribù al Karish – ottenne una candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista e vinse anche il Golden Globe nella stessa categoria. Il film stesso lanciò sia Sharif sia il protagonista Peter O’Toole e vinse sette Oscar, incluso quello come miglior film e quello per la miglior regia.

In Lawrence d’Arabia, Sharif faceva anche un’entrata notevole: coperto di nero, su un cammello, si materializza nella calura del deserto come un miraggio (Sharif aveva imparato a stare in groppa a un cammello apposta per il film). Quando nel film la guida beduina di Lawrence beve dall’oasi di Sharif – infrangendo una regola non scritta del deserto – lui gli spara. Dopo, nel film dice: «lui non era nessuno. Il pozzo, è tutto». I critici trovarono la sua interpretazione intensa e affascinante.

Nel 1965 recitò poi la parte di Yuri Zhivago nel Dottor Zivago, il famoso adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Boris Pasternak. Nel 1968 interpretò il marito della protagonista in Funny Girl, una commedia che fece vincere un Oscar come miglior attrice protagonista a Barbra Streisand. L’anno dopo recitò la parte di Che Guevara in un dimenticabile film biografico proprio su Che Guevara. Ottenne nuova fama negli anni Duemila: nel 2004 recitò la parte del coprotagonista in Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, un film tratto dall’omonimo romanzo di Éric-Emmanuel Schmitt.

Sharif ha poi parlato in maniera piuttosto negativa dei film che girò dopo Lawrence d’Arabia (li definì anche “spazzatura”). Secondo il Washington Post, girò alcuni di essi per pagare dei debiti di gioco. All’inizio, comunque, Sharif era anche scettico del possibile successo di “Lawrence d’Arabia”, che definì un film «di tre ore e quaranta di deserto, senza neanche una ragazza». Sharif – che parlava inglese, francese, spagnolo, italiano, greco e arabo – interpretò inoltre diverse volte nella sua carriera personaggi molto mascolini: fu per esempio un re armeno in La caduta dell’Impero romano e Genghis Khan nell’omonimo film del 1965. Nel 1967, recitò la parte di un principe medievale nella commedia C’era una volta (la coprotagonista era Sophia Loren). Più tardi, i suoi ruoli divennero sempre più deboli, e lui passò sempre più tempo a giocare d’azzardo e a bridge ( gioco di carte di cui a un certo punto entrò nella classifica dei primi 50 giocatori al mondo). Negli ultimi anni di vita, comunque, Sharif adottò uno stile di vita molto più morigerato.