La morte e la vita di Chris Squire

Marco Zatterin ricorda sulla Stampa il celebre bassista degli Yes, morto di leucemia a 67 anni

Chris Squire e la modella Nikki James il giorno del loro matrimonio nel 1972 (Jack Kay/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)
Chris Squire e la modella Nikki James il giorno del loro matrimonio nel 1972 (Jack Kay/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)

Chris Squire è morto di leucemia a Phoenix, dove viveva. L’annuncio è stato dato domenica 28 giugno: aveva 67 anni ed era stato un fondatore della band degli Yes e uno dei suoi più amati e importanti membri. Sulla Stampa lo racconta Marco Zatterin, inviato a Bruxelles del giornale ed esperto di progressive rock.

Nessuno si aspettava che sarebbe stata così rapida, la fine. Chris Squire, bassista e fondatore degli Yes, è morto a Phoenix, Arizona, la sua città di adozione. Lo ha ucciso a 67 anni una forma di leucemia nota come Morbo di Di Guglielmo, o eritremia acuta, malattia del sangue non frequente.
A metà maggio aveva annunciato di dover sospendere l’attività «live» e che, per la prima volta, la storica band inglese avrebbe affidato la tavola elettrificata a quattro corde a un altro musicista. Era un peccato, gli Yes senza Squire non potevano essere gli Yes davvero, sarebbe mancato il metallico tocco del suo Rickenbacker bianco, la presenza statuaria in scena, la sua voce acuta e profonda. Però c’era la speranza di un ritorno che adesso è finita.

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