Come passa una giornata a Ventimiglia

Cosa fanno i migranti tutto il giorno mentre aspettano che riapra la frontiera, come si è organizzata la città per accoglierli e che aria tira, in generale

di Gianni Barlassina – @giannadria

Da oltre dieci giorni alcune centinaia di migranti sono bloccati a Ventimiglia, in Liguria, perché non riescono ad attraversare il confine con la Francia. I migranti sono bloccati perché nelle ultime settimane la Francia ha cominciato a respingere i migranti introducendo dei controlli sistematici al confine, malgrado siano vietati dagli accordi di Schengen: la polizia francese non fa passare chi è senza documenti e riporta oltre il confine quelli già passati se riesce a dimostrare (grazie a un biglietto ferroviario o a uno scontrino battuto in Italia) che sono arrivati dall’Italia. Da quando sono iniziati i respingimenti e la Francia ha di fatto chiuso la frontiera di Ventimiglia, decine di migranti hanno cominciato ad accamparsi sugli scogli lungo la strada che porta alla frontiera e, successivamente, in alcune aree attrezzate dalla Croce Rossa vicino alla stazione dei treni di Ventimiglia.

Dove dormono i migranti?
Da qualche giorno la Croce Rossa ha cominciato ad allestire alcune aree di accoglienza nei pressi della stazione dei treni di Ventimiglia. Nel parcheggio della stazione, che è stato temporaneamente chiuso, ci sono alcune tende con un ambulatorio medico, una mensa, una cucina e una struttura mobile con alcuni bagni e altri servizi igienici. Altri edifici della stazione sono stati attrezzati con brandine e riconvertiti in dormitori: ora la Croce Rossa sta pulendo e sistemando un grande capannone abbandonato per poter fornire altri posti letto. Le camere allestite sono piuttosto pulite e ordinate, così come le altre aree curate dalla Croce Rossa. Alcune persone dormono ancora dentro alla stazione o sotto la tettoia dell’ingresso: alcuni sono in attesa di essere accolti negli spazi della Croce Rossa, altri preferiscono restarne fuori.

Una parte dei migranti, circa un centinaio di persone, si è rifiutata di spostarsi dagli scogli vicino alla frontiera con la Francia. La frontiera si trova a circa 7 chilometri dal centro di Ventimiglia e i migranti, aiutati da alcuni volontari e dalla Croce Rossa, hanno allestito alcune precarie tende a margine della strada, sugli scogli artificiali che la proteggono dal mare. Sotto le tende le persone dormono sugli scogli, stendendosi e coprendosi con delle coperte e qualche materassino. Su un’aiuola spartitraffico sono stati sistemati due bagni mobili, poco distante – sotto il ponte della ferrovia che va in Francia – è stata costruita in qualche modo una doccia dirottando un tubo dell’acqua.

Dove si mangia?
Alla stazione di Ventimiglia la Croce Rossa distribuisce tre pasti al giorno. Al Post hanno spiegato che il numero dei pasti distribuiti varia molto, soprattutto ora che in molti osservano il mese di digiuno del Ramadan: a pranzo e colazione vengono distribuiti meno di un centinaio di pasti, a cena – ora che l’orario di distribuzione è stato spostato in avanti per conciliarsi con le esigenze dei musulmani – vengono distribuiti circa 400 pasti. Sugli scogli di Ponte San Ludovico la Croce Rossa ha allestito una piccola base dove distribuisce acqua e cibo; altri volontari hanno una tenda dove raccolgono e distribuiscono le donazioni che arrivano: oltre al cibo anche vestiti e altri generi di prima necessità. A Ponte San Ludovico ci sono diversi volontari che aiutano i migranti: alla sera, finito il digiuno del Ramadan, viene allestita una cucina da campo e vengono distribuiti pasti a tutti i migranti.

Che persone ci sono a Ventimiglia?
I migranti fermi a Ventimiglia sono per lo più giovani adulti e ragazzi quasi maggiorenni che arrivano prevalentemente da Eritrea, Somalia, Costa d’Avorio e Sudan. Negli spazi allestiti dalla stazione sono ospitate anche 4 famiglie con bambini piccoli e alcune donne incinte. Anche a Ponte San Ludovico ci sono alcune donne con figli: per loro la Croce Rossa e gli altri volontari hanno allestito una tenda separata, non lontano dalle altre. Oltre ai migranti e al personale della Croce Rossa (italiana e francese), in questi giorni a Ventimiglia ci sono diversi volontari: la maggior parte sono ragazzi piemontesi arrivati spontaneamente per portare qualche donazione e aiutare con le faccende di tutti i giorni. Alcuni di loro sono arrivati a Ventimiglia anche per prendere parte a una manifestazione che c’è stata sabato 20 giugno per chiedere la riapertura della frontiera. Infine ci sono i giornalisti – non solo italiani – che girano per gli accampamenti parlando con i migranti e facendo fotografie e riprese video.

Che aria tira?
L’atmosfera a Ventimiglia è piuttosto rilassata. Alla stazione la Croce Rossa si è accordata con la polizia affinché intervenga solo in caso di disordini: questo ha fatto sì che in molti abbiano accettato l’accoglienza della Croce Rossa, che ha anche sottoposto tutti gli ospiti del centro di accoglienza a una visita medica. I migranti non sono stati identificati, nonostante il regolamento di Dublino lo imponga all’Italia. La legge prevede che i migranti possano chiedere asilo solo nel primo paese dell’Unione dove mettono piede: non identificandoli, l’Italia permette loro di disperdersi in Europa. Dall’altra parte la polizia non potrebbe prendere le impronte digitali dei migranti contro la loro volontà.

La polizia per ora si limita a garantire la sicurezza del centro di accoglienza di notte e a presidiare con alcuni agenti la stazione di giorno. Fino a oggi, ha spiegato una responsabile della Croce Rossa al Post, la polizia non è mai dovuta intervenire nel centro. Anche gli abitanti di Ventimiglia, ha spiegato la Croce Rossa, si sono dimostrati solidali e accoglienti con i migranti: in molti hanno portato e continuano a portare donazioni di cibo, vestiti e coperte che la Croce Rossa raccoglie e ridistribuisce. Anche alla frontiera con la Francia la situazione è tranquilla. Ci sono alcuni mezzi della polizia italiana e, oltre il confine, alcuni uomini della gendarmeria francese, ma nessun segnale di tensione. Anche la frontiera è tranquilla: il traffico è scorrevole in tutte e due le direzioni. A 150 metri dalla frontiera con l’Italia, a Mentone, c’è un’affollata spiaggia e viavai di bagnanti.

Come passano le giornate
Ora che gran parte dei migranti osserva il digiuno del Ramadan, le giornate sono piuttosto tranquille: ci si annoia molto, si gioca a calcio in strada, si legge qualcosa, di prega e si dorme al riparo dal sole. Sia a Ventimiglia che a San Ludovico qualcuno fa il bagno in mare, ma sono poche le persone che sanno nuotare: qualche giorno fa la Croce Rossa è dovuta intervenire per tirare fuori dall’acqua un ragazzo che si era tuffato in mare ma che faticava a restare a galla. Alla sera, finito il digiuno del Ramadan, le persone si raccolgono per cena e per fare un po’ di festa insieme; dalla Francia spesso arrivano volontari che organizzano piccoli concerti in strada o semplicemente mettono un po’ di musica.

Si riparte da Ventimiglia?
La cosa che tutti vogliono sapere a Ventimiglia è: quando riapre la frontiera? Tutti aspettano di poter ripartire, alcuni provano quotidianamente a passare, pochi riescono a non farsi fermare dalla polizia francese. In questo momento chi è a Ventimiglia prova a passare il confine in due modi: a piedi attraverso valichi di frontiera meno sorvegliati, e in treno sperando di non essere fermati già a Mentone. La polizia francese ha respinto persone che sono state fermate anche a Parigi: in molti quindi partono da Ventimiglia ma ci ritornano dopo pochi giorni accompagnati dalla polizia francese. Qualcuno che è riuscito a passare il confine tuttavia c’è: chi ha dei parenti in Francia che possano in qualche modo aiutare ad evitare i controlli della polizia – facendosi venire a prendere in auto a una stazione concordata – riesce, magari dopo qualche tentativo, a restare in Francia.