• Sport
  • Sabato 6 giugno 2015

Cominciano i Mondiali di calcio femminile

Si giocano in Canada, la favorita è la nazionale statunitense, l'Italia non si è qualificata: le cose da sapere

La calciatrice brasiliana Marta (Buda Mendes/Getty Images)
La calciatrice brasiliana Marta (Buda Mendes/Getty Images)

Sono iniziati ieri i Mondiali di calcio femminile 2015, che si terranno in Canada e andranno avanti fino al 6 luglio, il giorno della finale. La partita inaugurale si è giocata fra Canada e Cina: ha vinto il Canada per 1-0. È la settima volta che vengono organizzati i Mondiali di calcio femminile: la prima edizione si è tenuta in Cina nel 1991. Quest’anno ai Mondiali partecipano 24 squadre divise in sei gironi: si qualificano agli ottavi di finale – la prima fase a eliminazione diretta – le prime due squadre di ogni girone e le quattro migliori terze. La squadra più forte è considerata la nazionale degli Stati Uniti, che da quando esiste il torneo l’ha vinto due volte, nel 1991 e nel 1999, e nelle altre edizioni è sempre arrivata fra le prime tre. La scorsa edizione dei Mondiali, che si è tenuta nel 2011, è stata vinta dalla nazionale del Giappone, che in finale ha battuto per 3-1 gli Stati Uniti, ai rigori.

Il calcio femminile è ancora molto meno diffuso di quello maschile, ma il New York Times ha scritto di recente che il movimento ha subito negli ultimi anni una «crescita esplosiva», patrocinata anche dal presidente dimissionario della FIFA Sepp Blatter: come ha scritto la giornalista sportiva Juliet Macur, con Blatter sono arrivati «nuovi investimenti, finanziamenti e opportunità». Quest’anno per la prima volta partecipano al torneo 24 squadre – fino al 2011 partecipavano solo in undici – fra cui diverse nazionali che sono migliorate molto negli ultimi anni e non si erano mai qualificate prima per i Mondiali: è il caso ad esempio della Spagna o della Costa d’Avorio. La nazionale italiana, invece, non è riuscita a qualificarsi per la fase finale.

(La guida a ciascun girone dei Mondiali femminili di calcio)

Qualche mese fa molti giornali internazionali si erano occupati di una polemica legata ai Mondiali di calcio femminili e iniziata dopo che la FIFA aveva deciso di giocare tutte le partite della competizione su campi con terreno sintetico. Secondo molte giocatrici, l’erba sintetica influenza il movimento del pallone, giocarci è più faticoso e si rischiano più infortuni. Un gruppo di giocatrici – tra cui ci sono anche alcune delle più forti del mondo, come l’americana Abby Wambach e la tedesca Nadine Angerer – avevano fatto causa alla Canadian Soccer Association, accusandola di discriminazione sessuale. A un certo punto alcune calciatrici avevano anche fatto causa alla FIFA, ma l’hanno in seguito ritirata perché il tribunale che doveva esaminarla si era rifiutato di procedere col rito abbreviato – cosa che era necessaria per ottenere una decisione prima dell’inizio del torneo.

La più forte
È probabilmente la calciatrice brasiliana 29enne Marta, che il calciatore brasiliano Pelé ha paragonato a sé stesso. Nella sua carriera ha vinto per cinque volte l’equivalente femminile del Pallone d’oro e ha giocato 91 partite con la nazionale brasiliana, segnando 79 gol. Nel 2011 Neymar, attaccante brasiliano del Barcellona e considerato uno dei più forti calciatori al mondo, si era detto molto contento «di avere avuto almeno la possibilità di giocare assieme a lei» durante una partita di beneficenza. Marta gioca da attaccante: segna tantissimo ma ha anche una tecnica e un controllo di palla eccezionali, come si vede nei molti video su YouTube che raccolgono le sue giocate migliori.

La storia di Marta è però emblematica delle molte difficoltà che presenta la carriera di calciatrice professionista. Nonostante Marta sia da anni la calciatrice migliore al mondo e sia famosissima in Brasile, ha sempre avuto grandi difficoltà a trovare una squadra: sette squadre in cui ha giocato negli scorsi anni sono fallite a causa dei pochi soldi che girano nel movimento. Nel 2011 Marta ha giocato nel Santos femminile 12 partite segnando 13 gol, ma il campionato di quell’anno si è concluso con la dismissione della squadra, visto che servivano dei soldi per aumentare lo stipendio a Neymar (in quel periodo Neymar giocava nel Santos ma era richiesto da molte squadre europee). La squadra femminile del Santos è tornata a esistere solamente nell’aprile del 2015, un anno e mezzo dopo la cessione di Neymar al Barcellona. L’ultima stagione Marta l’ha giocata nel Rosengård, una squadra del campionato svedese in cui ha segnato 15 gol in 17 partite.

Le favorite, e le altre più forti
La squadra favorita è probabilmente quella degli Stati Uniti, che dagli anni Novanta domina il torneo. Altre squadre molto forti e potenziali favorite per la vittoria finale sono Brasile, Svezia, Francia, Germania – che attualmente è la squadra prima classificata nel ranking FIFA – e Norvegia.

La sorte degli Stati Uniti dipenderà anche dalle prestazioni di Abby Wambach, storica attaccante che al momento detiene il record per il maggior numero di gol segnati con la propria nazionale, sia in ambito maschile sia femminile: sono 182 di cui 77 di testa, uno dei suoi colpi migliori. Nel Canada, la squadra che ospita il torneo, gioca Christine Sinclair, 31enne forte attaccante dai numeri simili a quelli di Wambach: in 222 partite con il Canada ha segnato ben 153 gol. Fra le giocatrici più forti ed esperte del torneo c’è anche Nadine Angerer, 36enne portiere della nazionale tedesca: alla Germania mancherà però la centrocampista 27enne Nadine Keßler, che ha vinto il Pallone d’oro del 2014 ma si è infortunata di recente a un ginocchio. Le calciatrici giovani da tenere d’occhio sono la 18enne olandese Vivianne Miedema, la 20enne nigeriana Asisat Oshoala e la 17enne canadese Jessie Fleming.

Fra le squadre favorite non compare più la Cina, che pure negli anni Novanta era stata fra le squadre più forti al mondo e ha perso la partita inaugurale contro il Canada: ad oggi non è nemmeno fra le nazionali asiatiche più forti al mondo, essendo stata superata nel ranking mondiale da Giappone, Australia e Corea del Nord (che non parteciperà ai Mondiali del 2015 per un caso di doping scoperto ai Mondiali del 2011). Le ragioni del declino della Cina sono varie: secondo il New York Times c’entro i numeri molto bassi del calcio femminile in Cina – dove ci sono meno di 7mila calciatrici con più di 12 anni – e la politica del governo cinese del “figlio unico”, che incoraggia ad avere un solo figlio (secondo un’ex calciatrice cinese, è difficile che i genitori incoraggino il loro unico figlio a perseguire una carriera sportiva).

E l’Italia?
L’Italia ha partecipato alle qualificazioni per i Mondiali ma è stata eliminata per un pelo: è arrivata seconda nel girone 2 a soli tre punti dalla Spagna. Ha quindi giocato i playoff riservati alle quattro migliori seconde di tutti i gironi, che mettevano in palio l’ultimo degli otto posti riservati ai Mondiali per le squadre europee. In semifinale dei playoff l’Italia ha battuto l’Ucraina ma è stata battuta in finale dall’Olanda, nel novembre del 2014. In Italia il movimento femminile ha da anni diverse difficoltà: le giocatrici non sono considerate professioniste – il loro campionato è organizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti – e anche ai livelli più alti sono pagate molto poco o non lo sono affatto. Recentemente si è tornati a parlare di calcio femminile italiano a causa di una frase infelice del presidente nazionale della Lega Dilettanti Felice Belloli, che aveva definito le calciatrici italiane «quattro lesbiche» (Belloli è stato poi sfiduciato dalla Lega).

La calciatrice italiana più forte degli ultimi anni è Melania Gabbiadini, che ha 31 annni ed è la sorella dell’attaccante del Napoli Manolo Gabbiadini. Melania Gabbiadini gioca da attaccante nella AGSM Verona, dove dal 2004 a oggi ha segnato 157 gol in 181 partite. Suo fratello ha recentemente raccontato al Corriere della Sera di avere deciso di diventare un calciatore professionista proprio per «diventare forte come lei».