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  • Martedì 26 maggio 2015

Il centrodestra francese potrà cambiare nome

Nicolas Sarkozy potrà chiamare il suo partito "Les Républicains": associazioni e partiti avevano fatto ricorso, ma un tribunale di Parigi non l'ha accolto

(LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)
(LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)

Aggiornamento del 27 maggio: Un tribunale di Parigi ha deciso che l’UMP (Union pour un Mouvement Populaire) potrà cambiare il proprio nome in “Les Républicains” come proposto dall’ex presidente Nicolas Sarkozy. La denuncia per violazione e danno presentata da una serie di associazioni, deputati socialisti e partiti (alcuni dei quali hanno nel loro nome l’aggettivo “républicain”) contro l’uso del sostantivo “repubblicani” non è quindi stata accolta. Il tesoriere dell’UMP ha dichiarato che «ha prevalso la libertà e l’UMP potrà scegliere il proprio nome. Possiamo ringraziare i ricorrenti per la pubblicità che ci hanno fatto». I ricorrenti – visto che la sentenza è stata pronunciata su una “violazione” eventuale e che il ricorso è stato preventivo – hanno già detto che proseguiranno nella loro azione legale e che presenteranno appello.

La direzione del partito aveva adottato la modifica del nome lo scorso 5 maggio quasi all’unanimità (50 sì su 51, un solo astenuto). Il cambio di nome sarà sottoposto a una consultazione tra gli iscritti dell’UMP il prossimo 28 e 29 maggio. Infine, durante il congresso del partito che si svolgerà il prossimo 30 maggio verrà presa la decisione ufficiale.

Martedì 26 maggio durante una manifestazione e dopo la notizia della decisione del tribunale, Nicolas Sarkozy ha accusato direttamente Hollande di essere stato all’origine del processo giudiziario sul nuovo nome dell’UMP. Sarkozy rivolgendosi in modo ironico a Hollande chiamandolo “Moi je” – e citando l’anafora su cui Hollande aveva insistito durante un confronto televisivo per le presidenziali del 2012 – ha detto: «Non mi aspettavo che “Moi je” volesse scegliere il nome del nostro partito. Le persone che non hanno né coraggio né convinzioni provano a vincere passando dai tappeti verdi del tribunale. Che sfortuna. Voglio dire a “Moi je” che lui può essere sicuro di conservare il nome di socialista poiché noi non siamo socialisti, non siamo comunisti e non vogliamo nemmeno diventarlo».

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Un tribunale di Parigi deciderà oggi se il partito francese di centrodestra dell’ex presidente Nicolas Sarkozy – l’UMP, acronimo che sta per Union pour un Mouvement Populaire – potrà cambiare il proprio nome in “Les Républicains”. Una serie di associazioni, di deputati socialisti e di partiti (alcuni dei quali hanno nel loro nome l’aggettivo “républicain”) e circa 140 persone si sono opposte alla proposta di Sarkozy – ispirata dalla volontà di rinnovare il partito fin dal suo nome – sostenendo che usare il sostantivo “repubblicani” sarebbe “appropriazione di un bene comune”.

Per i ricorrenti, la questione sta nell’articolo determinativo “les” col quale si produrrebbe una “denigrazione indiretta” di altri partiti politici: si suggerirebbe insomma che solo questo partito è repubblicano, visto che gli altri non sono “i repubblicani”. Se “républicains” venisse invece utilizzato come aggettivo – “Partito Repubblicano”, per esempio – non ci sarebbe alcun problema: ma è una distinzione sottile, vista dall’Italia, dove c’è un “Partito Democratico” i cui membri vengono spesso chiamati “i democratici”. La violazione si manifesta, secondo un avvocato francese, perché «siamo tutti repubblicani in base all’articolo I della Costituzione», in cui si afferma che «la Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale». Nel caso l’UMP si chiamasse “Les Républicains” si produrrebbe insomma un’esclusione di parte della popolazione e l’appropriazione di un valore condiviso che non deve essere di proprietà di un singolo movimento (nel caso in cui passasse il nuovo nome, dire “sono repubblicano” significherebbe dire “sono di destra”). Secondo i ricorrenti la violazione riguarderebbe anche la Convenzione di Parigi del 1883, che tutela la proprietà industriale, compreso l’uso di marchi e brevetti. Il ricorso riguarda dunque non solo l’UMP ma anche l’agenzia di comunicazione Aubert et Storch, che ha depositato all’Istituto nazionale delle proprietà industriali il nuovo nome corredato da tre loghi.

I sostenitori dell’UMP hanno contestato la legittimità del ricorso presentando una questione prioritaria di costituzionalità (QPC), cioè una procedura d’esame per via d’eccezione della costituzionalità delle leggi: ipotizzano la violazione da parte dei ricorrenti dell’articolo 4 della Costituzione, che prevede che i partiti e i gruppi politici «si formino e esercitino la loro attività liberamente». Hanno anche negato qualsiasi intenzione del partito di registrare un marchio di esclusività. L’ex ministro Brice Hortefeux, molto vicino a Nicolas Sarkozy, ha infine commentato: «è un po’ curioso e preoccupante che i partiti della maggioranza vogliano impedire all’opposizione di scegliersi il nome».

Se il tribunale d’urgenza deciderà per il divieto di utilizzo del nuovo nome, l’ex presidente Sarkozy ha detto che presenterà appello. I ricorrenti dovranno a loro volta proseguire nella loro azione legale, visto che la sentenza verrà pronunciata su una eventuale “violazione” e che il loro ricorso è stato preventivo. Nel frattempo il cambio di nome sarà sottoposto a una consultazione tra gli iscritti dell’UMP il prossimo 28 e 29 maggio. La direzione del partito aveva adottato la modifica lo scorso 5 maggio quasi all’unanimità (50 sì su 51, un solo astenuto). Durante il congresso dell’UMP del 30 maggio verrà poi presa la decisione ufficiale, ma c’è il rischio che la sentenza definitiva del tribunale arrivi dopo tutto questo: il nuovo partito “Les Républicains” si vedrebbe a quel punto invalidato il proprio nome.

Negli ultimi giorni Nicolas Sarkozy ha chiesto su Twitter la mobilitazione dei membri del partito per il voto sul nuovo nome. Attaccando i socialisti ha risposto a un simpatizzante di sinistra che scegliendo “Les Républicains” non si vuole escludere nessuno, ma ribadire che la Repubblica è una priorità «come per voi lo è il socialismo». E ancora: «Tra il socialismo e la Repubblica voi avete scelto il socialismo. Noi abbiamo scelto la Repubblica».